«Questa è una serata di passione politica». Enrico Letta arriva a Taranto dal mare, nel pittoresco scenario del Mar Piccolo sul quale si affaccia il Piazzale Democrate, a Porta Napoli, dove lo attende la folla di militanti. In mano ha una piccola nassa. Metaforicamente potrebbe essere il simbolo della tessitura di quel “campo largo” messo in campo per la coalizione che sostiene Rinaldo Melucci e che Letta vorrebbe realizzare anche a livello nazionale. Dice il segretario del Pd: «Taranto sarà un modello per l’Italia, per il centrosinistra che lunedì vince qui e l’anno prossimo in Italia». Taranto viene più volta evocata come modello nel comizio che di fatto rappresenta l’evento clou di tutta la coalizione a chiusura della campagna elettorale. E il “modello” è anche in quella decarbonizzazione che Letta presenta come «concretezza dell’azione quotidiana». Accanto al segretario nazionale del Pd ci sono Michele Emiliano, Deborah Serracchiani, Simona Malpezzi, Michele Emiliano, consiglieri regionali, i rappresentanti di tutte le liste a sostegno e, naturalmente, Rinaldo Melucci, che riceve più volte l’abbraccio di Letta: «Rinaldo ha messo al centro della sua azione i giovani, perché i giovani non devono più andare via da Taranto senza farvi ritorno». E da qui per annunciare la linea politica del suo partito per agevolare la crescita sociale delle nuove generazioni: politiche abitative e del lavoro («Mai più tirocini e stage gratuiti, il lavoro va pagato»). Il punto centrale del discorso di Letta resta quello sulle politiche industriali, in una visione che proietta Taranto in una dimensione europea: «Domani (ogi per chi legge, ndr) al parlamento europeo si voterà sul più grande piano di riduzione delle emissioni. Si tratta di un piano ambizioso e innovativo, perché per la prima volta sarà introdotta la carbon tax sulle frontiere europee. Lo scopo è quello di tassare i prodotti che arrivano da fuori senza rispettare i limiti europei delle emissioni». Infine la stoccata alla destra: «Come si fa a candidare un transfuga del nostro partito. Questo significa umiliare la politica». Più volte il riferimento alle «diciassette pugnalate», le diciassette firme che hanno decretato lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. Galvanizzato dal plauso di Letta, Emiliano, Serracchiani e Malpezzi, Melucci parla di «laboratorio Taranto» e illustra quelli che, a suo dire, sono stati gli effetti della sua azione amministrativa: «Qui è avvenuto un miracolo, si è accesa una fiamma. Nei tarantini è tornata la fiducia nella classe dirigente perché non abbiamo imposto un modello di sviluppo ma abbiamo stimolato l’autodeterminazione, una idea dal basso di sviluppo e di comunità per una Taranto moderna e rispettosa» e con «una fabbrica più piccola e rispettosa». Parole di meraviglia sulla città quelle delle due capogruppo in Parlamento, Serracchiani e Mal pezzi: «Oggi abbiamo visto una Taranto come una enorme opportunità. Ci sono tante risorse da spendere bene e ricordiamovi che l’importante non è solo vincere ma governare bene e Melucci ha una visione e le capacità per proseguire nel cambiamento che Taranto sta vivendo». Dal canto suo il presidente della Regione, ha ricordato il «clima infernale» della Taranto di alcuni anni fa: «Una città avvelenata, divisa, carica di rancore che non sapeva che direzione prendere. Poi è arrivato Rinaldo e insieme abbiamo cominciato un lavoro di studio. Così è nata l’idea della decarbonizzazione. All’inizio ci prendevano in giro, ma è il modello per garantire produttività alla nostra azienda senza mettere a rischio la salute». Un sguardo anche al futuro prossimo: «I Giochi del Mediterraneo - ha detto ancora Emiliano - proietteranno Taranto in una dimensione internazionale e poi ci sarà la mobilità innovativa delle Brt per superare le strozzature urbanistiche della città». Infine, nelle parole di Emiliano, il riferimento all’allargamento della coalizione al M5S: «Questa alleanza è stata un momento di grande civiltà politica». Chiusura del comizio con la parola d’ordine collettiva: «La partita si deve chiudere domenica». Ora la parola agli elettori. Enzo Ferrari Direttore Responsabile
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