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Dramma della separazione
10 Maggio 2023 - 13:13
Una drammatica storia di separazioni tra marito e moglie con le pesanti conseguenze per i figli. Una nota professionista tarantina è stata condannata con l'accusa di aver impedito all'ex marito di avere contatti con la figlioletta nata dal loro matrimonio: un trauma dolorosissimo che si sarebbe protratto per lunghi anni, fino a costringere l'uomo a rivolgersi ad un giudice per ottenere giustizia e la possibilità di riabbracciare la propria figlioletta.
E così il Giudice del Tribunale Monocratico di Taranto, dottoressa Silvia Mauro, a seguito dell'udienza finale e della relativa camera di consiglio dell'8 maggio scorso, ha emesso la sentenza di condanna ai danni della nota professionista di Taranto, accusata, appunto, di aver dolosamente sottratto al papà della bimba, nata nel 2008, la possibilità di esercitare il suo ruolo stesso di padre, utilizzando per più di dieci anni diversi strumenti e stratagemmi.
La sentenza, emessa a seguito di discussione avvenuta nella tarda mattinata di lunedì, riguardava appunto un processo scaturito a seguito della vicenda che ha visto coinvolta una coppia di Taranto, sposata nel 2007 dalla cui unione era nata una bimba, all'inizio del 2008. Il papà della bimba, che ha visto naufragare l'unione coniugale dopo qualche mese, si è poi ritrovato in una spirale dolorosissima, che lo ha costretto a perdere, di fatto, la possibilità di veder crescere la propria figlia, fino a non averne più, progressivamente, alcuna notizia. Al culmine dunque di tale dolorosissima vicenda, la decisione del papà, anche lui noto professionista di Taranto, il quale ha deciso di denunciare la ex moglie, raccontando un lungo calvario, cominciato appunto nel lontano 2009 con l'allontanamento improvviso della ex moglie, la quale avrebbe portato con se la bimba a Roma senza l'autorizzazione del padre, allo scopo di far perdere le proprie tracce. Successivamente rintracciata, secondo l'ipotesi accusatoria, la donna avrebbe poi continuato, utilizzando sempre diversi strumenti, a frapporre la volontà propria e dei suoi familiari alla possibilità che il padre potesse entrare in contatto con la figlia, ipotizzando anche a carico di questi una serie di accuse, poi sempre rivelatesi infondate, allo scopo di dare fondamento alle sue rimostranze. A distanza di anni la donna, rientrata nel frattempo a Taranto e sempre allo scopo di evitare che la bimba potesse entrare in contatto col padre, avrebbe utilizzato secondo l'accusa, diversi stratagemmi, arrivando addirittura a nascondere la bimba sui sedili posteriore dell'auto che abitualmente la conduceva a scuola, facendola entrare nell'istituto attraverso un ingresso secondario ed utilizzando documenti divenuti inefficaci al fine di giustificare tale esigenza di "segretezza" nei confronti della preside del medesimo istituto. Circostanze, queste, cristallizzate nel capo d'imputazione e che hanno trovato adesione da parte del giudice di primo grado, a seguito di una lunga istruttoria. A seguito delle arringhe difensive, tenute in primo luogo dall'avvocato Mimmo Lardiello (nella foto), nell’interesse del papà della bimba e poi dai difensori degli imputati, è arrivata la sentenza di condanna per la donna alla pena di nove mesi e quindici giorni di reclusione, ritenuta la responsabilità per i delitti di sottrazione di minore e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del Giudice.
Negli ultimi anni, si è osservato un preoccupante aumento dei casi di separazione tra marito e moglie, spesso caratterizzati dalla complicata questione dei figli sottratti alle relazioni con l'altro coniuge.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia, il numero di casi di separazione coniugale con figli coinvolti è aumentato costantemente negli ultimi anni. Nel 2022, si sono registrati oltre 50.000 casi di separazione in cui erano coinvolti minori. Questo rappresenta un significativo aumento rispetto ai 35.000 casi registrati nel 2017.
I dati evidenziano anche una crescente polarizzazione tra le decisioni dei tribunali. In molti casi, i giudici si trovano ad affrontare una difficile scelta riguardo alla custodia dei figli e al tempo di visita con l'altro genitore. Spesso, i conflitti tra i coniugi e le questioni legate alla comunicazione ostacolata aggravano ulteriormente la situazione.
Il sistema giudiziario affronta una serie di sfide quando si tratta di decidere la custodia dei figli. La priorità del tribunale è sempre il benessere dei minori, ma le decisioni possono essere complesse e delicate. Gli esperti sottolineano l'importanza di ascoltare la voce dei bambini e di adottare soluzioni che tengano conto delle esigenze emotive e psicologiche di tutte le parti coinvolte.
Affrontare i casi di separazione con figli sottratti richiede un approccio olistico che coinvolga il sistema giudiziario, i professionisti della salute mentale e le risorse comunitarie. È fondamentale promuovere la mediazione familiare, che offre una piattaforma per la negoziazione delle questioni relative ai figli e può aiutare a prevenire la lotta
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Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
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