Cerca

Cerca

l'avvocato

Cosa fare in caso di profilo social hackerato?

Come mettersi al riparo da eventuali addebiti per condotte commesse da terzi che sono entrati in possesso del profilo Facebook, Instagram o di altro social network

Il parere legale

Tra i vari reati che l’hacker può commettere utilizzando l’altrui profilo social, non c’è solo quello di diffamazione

Indipendentemente dalle modalità con cui un criminale informatico entra in possesso delle altrui credenziali di accesso a un profilo Facebook, Instagram o di altro social, il legittimo titolare ne perde completamente il controllo.

Il risultato è che, da quello stesso profilo, possono partire messaggi o post tali da rasentare illeciti civili o penali che, apparentemente, potrebbero essere riconducibili al titolare dell’account.

Ecco allora cosa fare subito se il tuo profilo social viene hackerato, secondo quanto stabilito da una recente pronuncia della Cassazione.

Per comprendere fino in fondo i rischi collegati all’utilizzo abusivo ed incontrollato di una pagina social, recante la nostra identità, appare utile qualche cenno alla vicenda concreta che ha portato i supremi giudici ad esprimersi nel modo che vedremo a breve.

Un uomo è stato rinviato a giudizio per diffamazione in quanto, sulla sua bacheca Facebook, erano state pubblicate una serie di frasi offensive verso terzi.

Nel corso del processo, l’uomo si era difeso sostenendo che, proprio in quei giorni, aveva subito un attacco informatico, come attestato dalla testimonianza di un tecnico a cui aveva chiesto una consulenza. Ma i giudici non gli hanno creduto.

Secondo la Cassazione, per difendersi da un’accusa di tale tipo, era necessario produrre una prova più rigorosa di un semplice scambio di email, stabilendo che ciò che rileva, ai fini dell’accertamento della responsabilità, è l’identità dell’indirizzo IP da cui sarebbe scaturita l’attività illecita.

Cosa avrebbe dovuto fare allora e come doveva difendersi il titolare dell’account Facebook hackerato?

Doveva formalizzare, nelle primissime ore successive alla scoperta relativa all’hackeraggio del profilo, una denuncia per furto d’identità.

Infatti, ai fini della valutazione della eventuale responsabilità per il delitto di diffamazione, proprio la denuncia del furto di identità, da parte dell’intestatario della bacheca sulla quale vi è stata la pubblicazione di post “incriminati”, costituisce valido elemento indiziario.

È stato così respinto il ricorso dell’imputato il quale contestava la mancanza di una prova certa che il messaggio dal contenuto offensivo, pubblicato sul suo profilo Facebook, fosse stato effettivamente scritto da lui.

La difesa del ricorrente, infatti, non è stata ritenuta sufficientemente corroborata da elementi che potessero esonerarlo da responsabilità, una volta evidenziato che comunque si trattava del profilo personale dell’imputato e che non risultava alcuna denuncia all’autorità giudiziaria di un eventuale abusivo utilizzo del profilo, in data precedente alla pubblicazione delle frasi ritenute offensive.

È chiaro che, tra i vari reati che l’hacker può commettere utilizzando l’altrui profilo social, non c’è solo quello di diffamazione - che è un reato minore - ma potrebbe anche esserci quello di molestie, stalking, traffico di materiale pedopornografico.

Insomma, se si vogliono evitare spiacevoli conseguenze, nel caso in cui si abbia contezza di aver subito hackeraggio di un account social, occorre subito fare denuncia alla polizia postale o ai carabinieri segnalando il furto d’identità.

Immediatamente dopo, bisogna cambiare la password e contattare il servizio clienti del social facendo presente l’accaduto e chiedendo la restituzione delle credenziali di accesso.

e-mail: avv.mimmolardiello@gmail.com  
sito: www.studiolegalelardiello.it

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori