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IL NUTRIZIONISTA

L’importanza della nutrizione nello sport e per la salute

La dieta rappresenta ciò che introduciamo nell’organismo e che modula la nostra produzione ormonale

dott. Federico Mancino

Non rivolgersi al nutrizionista significa mostrare superficialità per la propria salute

Nell’era dell’estetica e di una sempre maggiore consapevolezza critica della correlazione tra disordini alimentari ed aumento dell’incidenza di patologie di vario tipo, l’alimentazione assume un ruolo sempre più centrale nella prevenzione delle stesse e, in alcuni casi, si configura come terapia a tutti gli effetti. Una sana alimentazione, varia ed equilibrata, unitamente all’attività fisica, come da letteratura scientifica, riduce il rischio cardiovascolare, l’incidenza di trasformazioni neoplastiche e previene condizioni dismetaboliche come diabete, insulino-resistenza, ipercortisolismo ecc.. Ma impatta fortemente anche a livello psicosociale: poiché il benessere passa per il bell’essere, migliorare la propria fisicità ottenendo un fisico tonico ed allenato, si traduce in una migliore percezione di sé, aumentando l’autostima ed aiutando a percepirsi più prestanti e capaci in tutti gli aspetti del quotidiano”.

“Io ho scaricato una dieta da internet” o “sto seguendo la dieta della mia amica” o ancora “basta togliere i carboidrati”.


Non c’è niente di più sbagliato e pericoloso.

La dieta rappresenta ciò che introduciamo nell’organismo e che modula la nostra produzione ormonale, dunque è strettamente individuo specifica e seguire piani alimentari non prescritti dal nutrizionista od anche solo indicati dal personal trainer tuttofare, può diventare pericoloso. Basti pensare ad un soggetto insulino-resistente, dunque un paziente con un’alterazione sul pathway di segnale glucidico e sul metabolismo dei carboidrati. Se l’insulino-resistenza è scatenata dall’ormone dello stress, il cortisolo, che è un ormone contro-insulare ovvero antagonizza l’insulina ostacolando l’utilizzo dei carboidrati a scopo energetico, sarà fondamentale consumare carboidrati a cena poiché il cortisolo segue una produzione ipnica a ritmi circadiani. Riducendo lo stress, si migliorerà la sensibilità insulinica.

Il paziente con sindrome del colon irritabile (IBS) invece dovrà stare molto attento ad introdurre fibre con la dieta altrimenti potrebbe favorire una iperfermentazione delle stesse soffrendo poi di gonfiore addominale e discomfort intestinale.

E ancora, chi soffre di ipercolesterolemia e steatosi epatica (fegato grasso) potrà risolvere completamente la propria condizione con la dieta ma, anche in questo caso, dovrà essere strettamente specifica e redatta in studio dal professionista sanitario che, attraverso l’esame della composizione corporea (BIA) rileverà una serie di dati: massa magra, massa grassa, acqua intra ed extracellulare, densità ossea e, in taluni dispositivi (di mio utilizzo) anche l’asse HPA, ovvero l’asse di misura del cortisolo, ormone dello stress.

È solo ed esclusivamente in base a questi dati che si può redigere una cronomorfodieta, ovvero una dieta strutturata sulla produzione ormonale del paziente.
 

Non rivolgersi al nutrizionista significa mostrare superficialità per la propria salute.

*Nutrizionista clinico & sportivo

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