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Il nutrizionista
03 Novembre 2023 - 06:45
Mi sono messo a dieta… ho tolto glutine e lattosio
Da qualche anno i cibi senza glutine, lattosio o altri nutrienti sono sempre più presenti sui banchi della grande distribuzione.
Un’opportunità in più per chi è costretto a eliminare questi prodotti dalla propria dieta, ma i consumi in crescita e la varietà dell’offerta mostrano chiaramente che l’interesse dei consumatori va molto oltre le esigenze mediche. Un dato confermato da una ricerca Eurispes, in cui si mostra come siano sempre di più gli italiani che scelgono questo tipo di prodotti anche senza una precisa indicazione. Ma è davvero necessario?
Quasi un italiano su cento soffre di celiachia, ovvero un’intolleranza permanente al glutine, o per meglio dire, alla sua frazione proteica, la gliadina. La risposta immunitaria scatenata dall’ingestione di alimenti contenenti glutine provoca un’infiammazione intestinale cronica che, a sua volta, danneggia i tessuti e porta alla scomparsa dei villi intestinali, fondamentali per l’assorbimento dei nutrienti. L’unica terapia attuabile in caso di celiachia è una dieta La dieta senza glutine pero è diventata sempre più comune anche tra chi non è affetto da celiachia. Se chiari sono i miglioramenti clinici legati all’eliminazione del glutine dalla dieta dei pazienti celiaci, non sono stati associati particolari benefici sulla popolazione sana ed inoltre, dal punto di vista dei nutrienti, i prodotti senza glutine (naturalmente senza glutine o industriali che siano) hanno un minor quantitativo di proteine, fibre alimentari, folati, ferro, niacina, vitamina B1 e vitamina B2. Il fatto di togliere ti aiuta a credere che starai bene, che diventerai più magro, più in salute, ecc.
Il solo fatto di crederlo migliora complessivamente il tuo stato (potere placebo. Il glutine è insolubile in acqua, Più una proteina ha difficoltà ad essere scomposta dall’organismo più facilmente può fare danni. Tuttavia, i soggetti sani sono in grado di digerirlo e di non avere effetti collaterali. Discorso differente, invece, per chi è intollerante al glutine (celiaci) in quanto scatena una risposta autoimmune che porta alla distruzione della mucosa intestinale,. Se mangi bene e non sei intollerante al glutine (da accertare tramite precise verifiche) non devi avere paura del glutine perché mangerà alimenti che ne permetteranno la corretta scomposizione ed assorbimento. Inoltre spesso chi segue questo tipo di alimentazione spesso sostituisce gli alimenti con il glutine, con farine con addensanti chimici che sostituiscono il potere aggregante del glutine.
Questo tipo di addensanti non sono affatto più salutari, anzi. Tra l’altro l’aminoacido maggiormente presente nel glutine è la glutammina, famosa per i suoi effetti positivi sul microbiota intestinale . Chi si priva inutilmente di questa proteina assorbe meno glutammina nutrendo meno i batteri positivi dell’intestino. Inoltre, seguire una dieta gluten-free senza una reale necessità comporta, di conseguenza, anche una carenza di alimenti integrali e fibre oltre che il rischio di peggiorare la qualità della dieta. Ultimo punto ma non di certo per importanza è l’argomento latte, passato da alimento consigliato a tutti ad alimento addirittura inadatto al consumo umano. Il latte negli ultimi anni ha subito una campagna diffamatoria soprattutto a causa di una nuova tendenza a prediligere un’alimentazione vegana e macrobiotica. Non a caso parallelamente a questa demonizzazione il mercato si è riempito di alternative al latte tradizionale provenienti da alimenti vegetali ma con un costo decisamente superiore. Quasi i due terzi della popolazione mondiale nella vita da adulto non possiede l’enzima lattasi, responsabile della scissione del lattosio in glucosio e galattosio, in sua assenza il lattosio arriva nel colon dove viene metabolizzato dai batteri intestinali producendo acidi grassi e diversi gas, inoltre il lattosio richiama acqua nell’intestino per effetto osmotico generando quindi diarrea, crampi e flatulenza. Un terzo della popolazione invece continua a possedere questo enzima (persistenza della lattasi), grazie a dei caratteri genetici selezionati.
La persistenza della lattasi ha una maggior incidenza nel popolo europeo (circa l’80%) mentre risulta praticamente assente nei popoli asiatici e africani. Questa distribuzione è dovuta soprattutto alla diffusione dell’allevamento del bestiame. Quindi è innaturale bere il latte perché il 70% della popolazione mondiale è intollerante? Assolutamente no, anzi si è sviluppata una controevoluzione per le popolazioni in cui latte e latticini erano parte fondamentale della dieta. Il latte, insieme alle altre proteine di origine animale, è stato accusato di generare acidosi metabolica e una conseguente maggiore escrezione di calcio dalle urine. In realtà il latte non ha nessun ruolo nell’acidosi metabolica e la maggior escrezione di calcio è spiegabile con il miglior assorbimento a livello intestinale del calcio ingerito, mantenendo quindi il bilancio in equilibrio. Il latte e i latticini non curano l’osteoporosi, ma sono uno strumento importante nella sua prevenzione e nel mantenimento della massa ossea durante un lungo periodo di ipocalorica.
Coloro che per allergie, intolleranze o gusti personali non mangiano latticini possono sicuramente aumentare il consumo di altri alimenti contenenti calcio o tramite integratori. Consumato in quantità moderata Il latte è associato ad un minor rischio di cancro al seno e del colon. Eliminare il glutine e il lattosio da chi non ha reale bisogno non è il sinonimo di proprietà miracolose per perdere il peso. Se sei soggetto sanno solo la dieta varia e il deficit calorico ti permetteranno di perdere qualche chilo di troppo.
Dr.ssa Monika Szczesna
Biologa nutrizionista
www.dietametabolic.it
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