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Il nutrizionista
08 Settembre 2023 - 06:32
Dieta Blue Zones
Nessuno vuole pensare alla morte. Ma una cosa è certa: moriremo tutti. La domanda è quando? A porsi il quesito è Dan Buettner, protagonista di Zone blu, recente documentario Netflix, che racconta luoghi lontanissimi e diversi fra loro, con qualcosa in comune: la longevità degli abitanti. Una delle blue zone è in Italia, in Sardegna, le altre si dividono fra California, Giappone, Costa Rica e Grecia.
Ognuna ha dei segreti di lunga vita e di benessere che, in parte, ognuno di noi può imitare. Le Blue Zones o zone blu prendono il loro nome dai cerchi azzurri con cui gli studiosi Gianni Pes dell’Università di Sassari e Michel Poulain dell’Università di Tallinn, in Estonia, evidenziavano nei loro studi sul tema le aree del mondo con la longevità più alta: una è in Ogliastra, nella provincia di Nuoro, in Sardegna. Dopo di loro un altro studio quello di Dan Buettner e della National Geographic Society, ha identificato altre località in cui si viveva a lungo e bene. Alla fine le blue zone nel mondo sono diventate cinque in tutto: oltre all’Ogliastra, l’isola di Okinawa in Giappone, Nicoya in Costa Rica, l’isola di Icaria in Grecia e la località di Loma Linda in California. Nelle blue zone le persone anziane, che spesso superano i loro cento anni, sono in forma, sane, perfettamente integrate nel sociale.
Ma cosa hanno in comune gli abitanti delle blue zone? Spiritualità, che aiuta ad essere meno legati ai bisogni materiali (e non a caso le zone blu sono spesso anche “povere”, con stili di vita spartani) e nello stesso tempo favorisce alcuni atteggiamenti umani che hanno un grande effetto “anti-stress’’. La speranza e l’ottimismo sono uno dei meccanismi del motore che anima gli abitanti delle blue zone. Mantenere un tono dell’umore buono con un’alta produzione di endorfine ha anche un preciso effetto ormonale e chimico nel corpo. Ne guadagna il cervello e non a caso in queste località la percentuale di demenza senile è molto bassa.
Integrazione alla comunità Dalla Grecia alla Sardegna le blue zone si trovano in posti isolati, chiusi all’esterno. Questo non solo ha favorito alcune caratteristiche genetiche che hanno reso la popolazione “resiliente” ma ha anche unito le comunità. Gli abitanti si aiutano, non soffrono la solitudine. Manca il senso di deprivazione e di incertezza tipico dei grandi centri urbani e delle metropoli Le blue zone hanno in comune anche la vita all’aperto, attiva, che contrasta le malattie metaboliche ed è parte integrante di una strategia anti-aging naturale. In più stare al sole favorisce una buona produzione di vitamina D, che rafforza le difese immunitarie.
Alimentazione sana! Poca carne, se cè è una carne locale, da piccoli allevamenti spesso familiari, molti cereali e vegetali. Nelle blue zone si mangia così: proprio le basi di una buona Longevity Diet. Nella formula vincente al primo posto ci sono riso, pasta integrale, farro ricchi di fibre, batata in Giappone e Costa Rica, e poi frutta e verdura che apportano minerali e vitamine antiossidanti. Dieta prevalentemente vegetale basata soprattutto su prodotti locali, stagionali e spesso coltivati da sé. Le verdure sono l’alimento presente ad ogni pasto e in abbondanza. Nelle zone blu la dieta è moderata nelle quantità di cibo. In Sardegna gli anziani sono abituati ad una cena leggera, mentre in Giappone è ancora difusso il detto “hara haruchi blu’’, che significa “mangia fino a riempire otto parti su dieci” dello stomaco e non oltre. I centenari sardi mangiano latticini, come il celebre pecorino, la ricotta e carne tutta la vita, ma si tratta di carni e derivati animali sani. Nell’Ogliastra in Sardegna gli animali vanno tenuti al pascolo tutto l’anno in ogni stagione, è questo ci fa riflettere. La dieta dei centenari di Okinawa è differente, si nutrono soprattutto si pesce, soia, alghe, verdure e cereali. La base è il riso, presente quasi sempre oppure le patate viola. La soia, che consumano sotto forma di tofu, miso, nattō e salse, è la soia fermentata, completamente diverse da quella proposta in Occidente. I suoi abitanti hanno alcuni principi che, nei secoli, non sono cambiati. Una dieta fatta di moderazione (mai mangiare troppo: lo stomaco dopo il pasto non deve essere del tutto pieno).
Blue Zones: sostenibilità e amore per il Pianeta Le blue zone sono tutti luoghi poco inquinati. Non è solo un caso: i loro abitanti hanno rifiutato, nel tempo, i modelli di coltivazione e di allevamento intensivo: hanno rispettato la biodiversità Basti pensare alle piante rare che ancora si trovano in Ogliastra Amare il Pianeta è in fondo un modo di amare anche noi stessi e…vivere di più.
Dr.ssa Monika Szczesna
Biologa nutrizionista
www.dieta metabolic.it
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