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Magia di settembre a Manduria. La vendemmia conquista i turisti

Dalle Terre del Primitivo arriva un’annata eccezionale: uve sane, cantine aperte e turismo esperienzale che trasforma la raccolta in un antico e affascinante rito collettivo

Il giornale dell'estate

La vendemmia non è solo un rito agricolo, ma un’esperienza capace di raccontare l’anima più autentica della Puglia

C’è un momento dell’anno in cui le campagne pugliesi sembrano respirare all’unisono, scandite dal ritmo antico della raccolta delle uve. Settembre porta con sé i colori intensi delle vigne, il profumo dolce che si sprigiona nell’aria e il rumore cadenzato dei grappoli che scivolano nei cesti. La vendemmia non è solo un rito agricolo, ma un’esperienza capace di raccontare l’anima più autentica della Puglia. In particolare a Manduria, cuore pulsante delle Terre del Primitivo, la stagione 2025 si annuncia come una delle più promettenti degli ultimi anni.

Dopo un 2024 difficile, segnato da condizioni climatiche instabili e da una produzione ridotta, il nuovo raccolto restituisce fiducia e ottimismo. Produttori di Manduria, la storica cooperativa fondata nel 1932 che riunisce 300 viticoltori, racconta un’annata di eccezionale qualità. L’inverno mite, una primavera regolare e un’estate calda ma ventilata hanno garantito condizioni ideali per lo sviluppo delle viti. Risultato: grappoli sani, maturi e aromatici, pronti a trasformarsi in vini intensi e longevi.

L’incremento produttivo del 40% rispetto all’anno scorso rappresenta un dato straordinario, soprattutto se confrontato con le stime nazionali. Secondo Coldiretti, infatti, l’Italia chiuderà la vendemmia con circa 45 milioni di ettolitri, segnando un aumento medio del 2-3%. La Puglia fa meglio della media con un recupero del 20%, confermandosi locomotiva enologica del Paese. E dentro questo quadro, Manduria recita un ruolo da protagonista, rafforzando la sua immagine di ambasciatrice del Primitivo nel mondo.

Il turismo del vino come esperienza

Ma il dato agricolo, per quanto significativo, non racconta da solo la portata di ciò che avviene nelle campagne pugliesi in queste settimane. Da qualche anno, la vendemmia non è più solo lavoro dei vignaioli. Sempre più turisti scelgono di partecipare in prima persona a questa esperienza, trasformandola in un viaggio sensoriale. Raccogliere i grappoli, camminare tra i filari, assaggiare il mosto appena spremuto: ogni gesto diventa un modo per sentirsi parte di una comunità, di una tradizione che non appartiene solo ai contadini, ma a chiunque desideri conoscere la Puglia dall’interno.

Manduria e le Terre del Primitivo sono oggi mete privilegiate per questo tipo di turismo. Le cantine aprono le loro porte, offrono degustazioni guidate, organizzano percorsi tra i vigneti al tramonto e raccontano la storia di un vitigno che ha saputo conquistare i palati di tutto il mondo. Si tratta di un turismo esperienziale che appaga tutti i sensi: la vista dei filari che si tingono di rosso, l’odore dell’uva matura, il gusto pieno dei vini, il tocco della terra nelle mani, il suono delle voci che si intrecciano durante la raccolta.

L’identità del Primitivo

Il Primitivo di Manduria non è solo un vino. È un marchio identitario che racconta la fatica dei contadini, la resilienza di un territorio e la sua capacità di trasformare la natura in cultura. La denominazione DOC ha consolidato negli anni il prestigio di questo vitigno, noto per la sua intensità e per la ricchezza aromatica. Ma accanto al Primitivo, anche varietà come Fiano e Verdeca stanno conoscendo una nuova stagione di attenzione, grazie a uve fresche e profumate che arricchiscono l’offerta enologica pugliese con bianchi moderni e versatili.

Gli enologi parlano di vini equilibrati e longevi, capaci di raccontare la Puglia sia nei mercati interni sia su quelli esteri. Non è un caso che Produttori di Manduria esporti ogni anno 2,5 milioni di bottiglie in oltre 50 Paesi, con un fatturato di 17 milioni di euro. Numeri che collocano la cooperativa tra i principali ambasciatori del Made in Italy enologico, in un contesto globale che premia vini premium, identitari e sostenibili.

La magia di un settembre pugliese

Settembre in Puglia non è solo mare e tramonti sul litorale. È anche la scoperta di campagne che diventano palcoscenico naturale per esperienze uniche. Le vigne delle Terre del Primitivo offrono percorsi di trekking, degustazioni sotto le stelle, laboratori didattici per famiglie. Sempre più viaggiatori scelgono di affiancare alla vacanza balneare una giornata tra i filari, per vivere la vendemmia come si faceva un tempo. In queste settimane, gli scatti fotografici dei turisti raccontano scene che sembrano uscite da un dipinto: mani che stringono grappoli gonfi di sole, bambini che corrono tra le vigne, calici che brillano alla luce dorata del tramonto. È un ritorno a una dimensione lenta e autentica, che restituisce valore al tempo e al legame con la terra.

Il futuro del turismo enologico

Le prospettive per il turismo del vino in Puglia sono in costante crescita. Le istituzioni regionali, le associazioni di categoria e le stesse cantine stanno lavorando per costruire un’offerta integrata che unisca vino, gastronomia, cultura e paesaggio. L’obiettivo è quello di trasformare la Puglia in una destinazione di riferimento non solo per il mare, ma anche per l’enogastronomia.

Manduria, con il suo Primitivo, rappresenta il modello più avanzato di questo percorso. Una realtà che ha saputo unire la forza della cooperazione con la capacità di comunicare un’identità precisa e riconoscibile. Qui, la vendemmia non è un evento isolato, ma parte di un racconto collettivo che si rinnova anno dopo anno, coinvolgendo comunità locali e visitatori da tutto il mondo.

Una festa che è anche memoria

C’è infine un elemento che rende unica l’esperienza della vendemmia: il suo valore simbolico. Raccogliere l’uva significa chiudere un ciclo, celebrare la natura, fare memoria di chi ha lavorato quella terra prima di noi. Ogni cesto riempito è un ponte tra passato e futuro, un modo per dire che la tradizione continua a vivere.

E allora non stupisce che sempre più viaggiatori scelgano settembre per venire in Puglia. Non per cercare la movida estiva, ma per entrare in contatto con la vita quotidiana delle campagne, per imparare a riconoscere i segni della natura, per brindare insieme a chi, da generazioni, custodisce il sapere del vino.

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