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Un sorso o un cucchiaio
29 Agosto 2025 - 08:15
Entrambi rinfrescano, entrambi appagano, ma lo fanno con tempi, texture e memoria diversa
Il caffè, d’estate, sceglie due strade che sembrano lontane e invece si sfiorano: da una parte il caffè leccese, espresso bollente che incontra il ghiaccio e si addolcisce nel latte di mandorla; dall’altra la granita al caffè, cristalli bruni da mangiare a cucchiaiate, che profumano di bar sul lungomare e di brioche tagliata in due. Stesso ingrediente, due rituali
Non è una sfida all’ultimo sorso, semmai un confronto di stile. Il caffè leccese racconta la sociabilità veloce dei tavolini all’aperto, la pausa che dura «quanto basta» e riparte.
La granita al caffè, invece, è una sosta con virgola e punto, una mini-cerimonia che invita a chiacchierare, intingere la brioche, guardare il mare, ripartire solo più tardi. Entrambi rinfrescano, entrambi appagano, ma lo fanno con tempi, texture e memoria diversa.
Nel Salento il caffè con ghiaccio ha preso cittadinanza definitiva nell’interpretazione «leccese»: si prepara con espresso, ghiaccio a cubi e latte di mandorla, che non è semplice sciroppo ma una vera emulsione di mandorle e acqua. In Sicilia, e lungo molte coste del Sud, la granita al caffè è parte di una triade affettiva (limone, mandorla, caffè) che si consuma a colazione
A unire i due mondi è il caffè. A separarli, il modo in cui il freddo entra in gioco. Nel caffè leccese si cerca contrasto: l’espresso appena estratto, aromatico e concentrato, incontra il ghiaccio che lo raffredda di colpo e il latte di mandorla che smussa gli spigoli, aggiunge dolcezza e rotondità, porta al naso profumi di nocciola e biscotto. Nella granita, invece, il caffè viene diluito, zuccherato, fatto riposare e poi cristallizzato: non più bevanda ma dessert a cucchiaio.
Il caffè leccese è un sì immediato: ti siedi, ordini, arriva il bicchiere basso con il ghiaccio e, a fianco, l’espresso o l’espresso già unito al latte di mandorla. Si mescola, tintinnano i cubi, due sorsi e sei pronto a ripartire. La granita pretende una piccola attesa e ricompensa con un tempo più largo: si serve in coppa o in bicchiere, con cucchiaino lungo e, spesso, la panna. La sequenza è lenta: prima il profumo, poi il cucchiaio, infine il morso di brioche.
Tema delicato: quanto «perde» il caffè quando incontra il ghiaccio o il freddo? Nel leccese, la diluizione esiste ma viene gestita: il ghiaccio è in quantità giusta, il latte di mandorla compensa con dolcezza, la crema dell’espresso regala corpo. Nella granita, l’acqua è protagonista: il caffè si allunga, lo zucchero stabilizza, il freddo esalta le note di cacao e caramello.
Entrambi rinfrescano davvero, ma in modi diversi. Il caffè leccese abbassa la temperatura senza appesantire: poche calorie se il latte di mandorla è poco zuccherato, spinta di caffeina immediata. La granita è più saziante: offre idratazione, zuccheri, freschezza prolungata. Chi bada agli zuccheri dosi con misura.
Il caffè leccese ama la pasticceria secca (pasticciotto al mattino, frise dolci o taralli glassati nel pomeriggio), ma sta benissimo anche da solo. La granita al caffè, complice la consistenza, invita al matrimonio classico con la brioche.
Caffè leccese: chiedi esplicitamente il latte di mandorla (non sciroppo), chiedi ghiaccio grande e non triturato, specifica il grado di dolcezza. Granita al caffè: domandala «morbida» se ti piace più cremosa, oppure «asciutta» se preferisci cristalli più netti; abbinala a brioche o panna solo se hai fame vera, altrimenti rischi di non finirla.
Nel Salento, qualcuno aggiunge una scorza di limone per un accenno agrumato; altrove si prova con latte di avena alla mandorla o con un’ombra di cannella. Nella granita c’è chi sostituisce parte dell’acqua con latte (diventa «cremolata») o chi usa caffè filtro al posto dell’espresso per un profilo più aromatico.
Non c’è un vincitore: c’è un momento giusto per ciascuno. Se hai fretta, vuoi rinfrescarti senza appesantirti e desideri tenere in primo piano la personalità dell’espresso, il caffè leccese è il tuo miglior alleato. Se cerchi un rito più lento, un pomeriggio che si srotola, una dolcezza fresca e persistente, scegli la granita al caffè. Portano con sé luoghi e abitudini, e in questo sono insostituibili.
Caffè leccese «domestico»
Ingredienti (per 1 bicchiere): 1 espresso «corto», 80–100 ml di latte di mandorla freddo, 5–6 cubi di ghiaccio grande.
Procedimento: 1) Raffredda il bicchiere in freezer e prepara i cubi con acqua a basso residuo fisso; 2) Versa il latte di mandorla nel bicchiere colmo di ghiaccio; 3) Estrai un espresso ristretto e versalo subito sul ghiaccio; 4) Mescola tre volte: poco basta per non rompere troppo i cubi.
Consigli: latte di mandorla non eccessivamente dolce; se vuoi più aroma, usa una miscela con una quota di arabica medio-alta.
Errori da evitare: ghiaccio troppo piccolo (diluisce), espresso lungo (acquoso), sciroppo di mandorla al posto del latte (perdi cremosità).
Granita al caffè «semplice»
Ingredienti (per 2 porzioni): 300 ml di caffè, 80–100 g di zucchero, 250 ml d’acqua, panna a piacere.
Procedimento base senza gelatiera: 1) Prepara un caffè intenso (moka da 3 tazze o due espressi allungati); 2) Sciogli lo zucchero nell’acqua calda, unisci il caffè e lascia raffreddare; 3) Versa in una vaschetta larga e metti in freezer; 4) Dopo 45 minuti, raschia con una forchetta, ripeti ogni 30 minuti per 3–4 volte finché avrai cristalli leggeri e omogenei.
Consigli: zucchero sufficiente (stabilizza i cristalli), contenitore ampio (congela prima), assaggia e aggiusta di dolcezza prima del freezer.
Errori da evitare: freezer troppo pieno (congela male), caffè debole (granita insipida), sale per
«accelerare» il freddo (non serve).
Si può fare il caffè leccese con caffè filtro? Sì, ma cambia l’equilibrio: diventa più profumato e meno cremoso.
Latte di mandorla fatto in casa o confezionato? Dipende dal tempo: quello casalingo dà profumo e controllo della dolcezza, quello confezionato è pratico e costante.
Posso usare dolcificanti? Nel leccese puoi scegliere un latte senza zuccheri e regolare a parte; nella granita, meglio lo zucchero: aiuta la consistenza.
Il caffè leccese ha trovato fortuna quando il caldo ha imposto di «spostare» l’espresso sul ghiaccio senza perdere identità: l’idea del latte di mandorla è stata la scintilla che ha chiuso il cerchio. La granita al caffè, invece, è figlia di una cultura del freddo artigianale: bastano una teglia, una forchetta e pazienza per trasformare un liquido in esperienza. In entrambi i casi c’è una lezione: semplicità non significa banalità, soprattutto se dietro ci sono materia prima e tecnica.
Mattina pigra con giornale e pasticciotto? Leccese. Mezzogiorno rovente, dopo mare? Leccese bis. Pomeriggio lungo con chiacchiere e voglia di dolce? Granita. Sera d’agosto, passeggiata in centro? Granita senza fretta. Segui il ritmo del corpo: ti dirà lui quale scegliere.
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