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LA TRADIZIONE
29 Agosto 2025 - 08:15
Dai mercati del pesce di Taranto alle fiere di paese, passando per i mercatini estivi lungo la costa, la trattativa è un linguaggio comune
In Puglia, tra bancarelle estive e mercati rionali, chiedere lo sconto non è soltanto una questione di portafoglio. È un gesto che appartiene a una tradizione antica, importata secoli fa dai commerci con l’Oriente, e che ancora oggi conserva il fascino di un rituale sociale. Contrattare sul prezzo non è maleducazione, ma un modo per stabilire un dialogo, costruire fiducia e rispetto reciproco. Lo ricorda in un articolo anche il sito specializzato: https://www.nonsprecare.it.
Molti vacanzieri che arrivano nelle nostre città restano stupiti di fronte a questo atteggiamento. Alcuni, abituati a mercati con prezzi fissi e sconti decisi solo dalle catene commerciali, lo percepiscono come un segno di rusticità, persino di scarsa eleganza. Eppure, la storia dei nostri mercati racconta l’esatto contrario.
Le radici di questa consuetudine risalgono ai mercati mediorientali, luoghi vivaci e colorati dove non trattare sul prezzo viene considerato ancora oggi una scortesia verso il commerciante. Perché? Perché il prezzo non è solo una cifra scritta su un cartellino, ma un terreno di incontro tra chi vende e chi compra. Non contrattare equivale quasi a negare questa relazione.
Nelle città pugliesi la logica non è molto diversa. Dai mercati del pesce di Taranto alle fiere di paese, passando per i mercatini estivi lungo la costa, la trattativa è un linguaggio comune. Non significa mancare di rispetto al lavoro del commerciante, ma al contrario riconoscere il suo ruolo, la sua capacità di venire incontro al cliente, la sua intelligenza nel mantenere un rapporto che vada oltre il singolo acquisto.
Molti commercianti sanno che applicare un piccolo sconto non è una perdita, ma un investimento. Un cliente che percepisce attenzione e disponibilità diventa un cliente fedele, e tornerà più volte. Lo sconto, quindi, non è soltanto un vantaggio immediato per chi compra, ma anche un’opportunità per chi vende.
Il meccanismo è antico quanto attuale: chi si sente trattato bene racconterà la sua esperienza positiva e tornerà nello stesso posto. Per un piccolo negozio o per un banco al mercato, questo vale più di qualsiasi campagna pubblicitaria.
Naturalmente non tutti i prodotti si prestano allo stesso modo. Laddove i margini di guadagno sono più ampi, come nell’abbigliamento o nell’elettronica, il margine di trattativa è reale e spesso già previsto dal venditore. In altri casi, lo sconto si lega alla disponibilità di un articolo: un prodotto che rischia di diventare rimanenza o addirittura rifiuto può essere venduto a un prezzo ribassato, soddisfacendo entrambe le parti.
È la stessa logica dei saldi stagionali, solo applicata in anticipo e in maniera personalizzata. Quando chiediamo uno sconto stiamo, in fondo, proponendo un piccolo saldo privato, una micro-trattativa che può avvenire in qualsiasi momento dell’anno.
Naturalmente c’è modo e modo di chiedere uno sconto. La regola aurea è la cortesia. Il tono deve essere leggero, rispettoso, quasi complice. Nessun atteggiamento aggressivo, nessuna imposizione. In fondo, la peggiore risposta che si possa ricevere è un semplice “no”, senza alcuna offesa.
Ci sono frasi che aprono la strada con delicatezza: “C’è un margine di trattativa sul prezzo?”, “Mi fareste un piccolo sconto?”, “Ho visto offerte simili a meno, potete venirmi incontro?”. Sono formule gentili che lasciano spazio alla libertà del commerciante.
Altre richieste funzionano bene in situazioni particolari: “Se ne prendo più di uno, mi fate uno sconto?”, oppure “È il miglior prezzo che potete fare?”. Domande che trasformano la trattativa in un gioco delle parti, senza mai scivolare nella scortesia.
Esistono, naturalmente, contesti in cui non si chiede lo sconto. Un negozio con prezzi fissi, chiaramente segnalati, non è il terreno adatto per tentare una contrattazione. In quei casi la richiesta può apparire fuori luogo. Ma nei mercati, nelle botteghe, nei piccoli negozi delle città pugliesi, la flessibilità resta una regola non scritta.
Nell’estate 2025, tra polemiche sui prezzi di ombrelloni, piatti tipici e sistemazioni turistiche, la tradizione dello sconto torna di grande attualità. Per molti turisti italiani ed europei, abituati a mercati diversi, scoprire che in Puglia si può chiedere un ribasso diventa una curiosità da raccontare al ritorno a casa.
Nei mercatini serali delle località balneari, i visitatori imparano presto che comprare un oggetto d’artigianato o una ceramica può diventare un’esperienza di dialogo e simpatia, non solo di scambio economico. Per i pugliesi, invece, è un’abitudine che affonda le radici nel tempo: non chiedere uno sconto al mercato del pesce o durante la fiera di San Giorgio a Taranto è quasi impensabile.
Chiedere lo sconto non è soltanto una pratica di risparmio, ma un modo per evitare sprechi e contenere gli eccessi dei prezzi. Nel lungo periodo, questa consuetudine aiuta anche i commercianti a non esagerare con gli aumenti, mantenendo un equilibrio che garantisce l’accessibilità dei beni a un pubblico più ampio.
È una forma di educazione al consumo che riguarda tanto i turisti quanto i residenti, un promemoria che ricorda come il valore delle cose non sia immutabile e come il prezzo possa essere uno spazio di dialogo, non un muro invalicabile.
Oggi che il commercio online propone prezzi fissi e automatizzati, la trattativa rischia di sembrare un retaggio del passato. Eppure, proprio nei mesi estivi, quando i mercati si riempiono di turisti e le strade delle città pugliesi tornano a essere vetrine a cielo aperto, lo sconto chiesto con garbo diventa un rituale che rinnova la tradizione e rafforza i legami sociali.
Contrattare significa non soltanto risparmiare, ma soprattutto incontrarsi, riconoscere il lavoro dell’altro, stabilire un rapporto che va oltre la fretta dell’acquisto.
In una regione che ha saputo fare dell’ospitalità e della convivialità un tratto distintivo, questa pratica rappresenta un tassello di identità da non perdere. La prossima volta che vi troverete in un mercato pugliese, davanti a una bancarella di frutta o a un banco di ceramiche, ricordatevelo: chiedere uno sconto non è un affronto, ma un gesto di rispetto.
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