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Quando le vacanze finiscono: come superare la sindrome del rientro

Ansia da lavoro, nostalgia dell’estate e preoccupazioni per il futuro: settembre porta con sé un bagaglio emotivo che non sempre sappiamo gestire

Il giornale dell'estate

Gli esperti spiegano come affrontare i rientro dalle vacanze senza farsi travolgere

C’è chi la chiama post-vacation blues, chi semplicemente “ansia da rientro”. In ogni caso, la sensazione è la stessa: tornare a casa dopo le ferie può sembrare un piccolo terremoto emotivo. Il mare che scivola alle spalle, i giorni senza orologio, la spensieratezza delle serate in piazza o sotto le stelle lasciano spazio alla routine, agli impegni di lavoro, alle scadenze. Un passaggio che spesso provoca malumore, irritabilità e stanchezza.

Non è un caso che i primi giorni dopo le vacanze siano i più delicati per l’umore. Gli psicologi lo definiscono un periodo di transizione, simile a quello che vive chi torna da un viaggio molto lungo: bisogna riallinearsi con il tempo quotidiano e con le abitudini che sembrano improvvisamente estranee.

Una sindrome che colpisce tutti

Non pensiamo che sia un problema raro. Secondo gli esperti, almeno 3 italiani su 10 soffrono di sintomi legati alla sindrome da rientro. I più comuni sono insonnia, mancanza di concentrazione, nervosismo, calo della motivazione. In Puglia, dove l’estate è un rito lungo e coinvolgente, il contraccolpo può essere ancora più forte: chi ha trascorso settimane tra spiagge, sagre e notti bianche nei borghi fa più fatica ad accettare il ritorno alle giornate scandite da orari rigidi e traffico cittadino.

Il problema non è soltanto psicologico. Alcuni medici sottolineano come l’ansia da rientro possa avere anche effetti fisici, con mal di testa, dolori muscolari e una sensazione generale di spossatezza. Non è un caso che nei primi giorni di settembre molti ambulatori registrino un aumento delle richieste legate a disturbi di natura ansiosa o somatica.

Non è nostalgia, è adattamento

Spesso si pensa che la sindrome del rientro sia una forma di nostalgia. In realtà, spiegano gli psicologi, si tratta di un processo di adattamento. Il corpo e la mente, dopo essersi abituati a un ritmo lento e piacevole, faticano a riprendere la velocità della vita quotidiana. È un po’ come rimettere in moto una macchina rimasta ferma per settimane: ci vuole tempo perché tutto torni a funzionare senza strappi.

La buona notizia è che questa fase non dura a lungo. In media, i sintomi svaniscono nel giro di una o due settimane, soprattutto se si adottano alcune strategie per rendere il passaggio meno brusco.

I consigli degli esperti per un rientro sereno

Il primo consiglio è semplice: non tornare al lavoro il giorno dopo le vacanze. Lasciarsi uno o due giorni di “cuscinetto” aiuta ad ambientarsi a casa, rimettere ordine negli spazi, riprendere i ritmi abituali senza fretta.

Fondamentale anche la gestione del sonno. Durante le ferie spesso si va a letto tardi e ci si sveglia più tardi. Tornare di colpo a orari rigidi può generare insonnia. Gli psicologi suggeriscono di anticipare progressivamente l’orario della buonanotte nei giorni precedenti al rientro, così da aiutare l’organismo a ritrovare il ritmo.

Un altro aspetto riguarda l’alimentazione. Dopo settimane di pranzi abbondanti e aperitivi estivi, il corpo ha bisogno di ritrovare equilibrio. Non servono diete drastiche, ma piccoli accorgimenti: più frutta e verdura, tanta acqua, pasti leggeri. Anche questo contribuisce a ridurre il senso di pesantezza e a migliorare l’umore.

Infine, lo sport. Non è necessario iscriversi subito in palestra: basta una passeggiata serale, una pedalata leggera, un po’ di stretching al mattino. Il movimento libera endorfine, sostanze che agiscono sul cervello regalando benessere.

Portare l’estate dentro l’autunno

Un altro modo per affrontare la sindrome da rientro è non chiudere la porta all’estate. Non significa rimanere ancorati al passato, ma trovare il modo di portare qualcosa delle vacanze nella vita quotidiana.

Può essere un’abitudine, come fare colazione con calma invece di bere il caffè di corsa. Può essere un ricordo, come una foto sulla scrivania. Può essere una piccola attività che richiama le ferie, come cucinare un piatto scoperto durante un viaggio o leggere un libro sotto il sole del pomeriggio. In questo modo, la vacanza non si spegne di colpo, ma diventa un bagaglio che accompagna il ritorno alla routine.

Il peso delle aspettative

Molto spesso l’ansia da rientro nasce da una differenza tra aspettative e realtà. Durante l’estate si sogna un nuovo inizio, ci si promette di cambiare vita, di affrontare settembre con grinta. Poi, quando ci si ritrova di fronte agli stessi problemi, la delusione pesa come un macigno.

Gli esperti invitano a non esagerare con i buoni propositi. Meglio fissare piccoli obiettivi realistici, da raggiungere passo dopo passo. In questo modo ogni progresso diventa fonte di soddisfazione e non di frustrazione.

Un’occasione per ripartire

La sindrome da vacanze finite, insomma, è un passaggio naturale. Non va demonizzata, ma compresa. Può diventare anche un’occasione per riflettere sul proprio stile di vita. Perché se il ritorno alla routine è insopportabile, forse è la routine stessa che va cambiata.

Gli psicologi sottolineano come l’ansia da rientro sia anche un campanello d’allarme: segnala che forse i ritmi quotidiani sono troppo stressanti, che il lavoro pesa più del dovuto, che manca uno spazio per sé. In questi casi la risposta non è sognare vacanze più lunghe, ma trovare un equilibrio migliore tra doveri e piaceri durante tutto l’anno.

Il rientro in Puglia, tra nostalgia e bellezza

In una regione come la Puglia, il ritorno a casa dopo le vacanze assume un significato particolare. Chi è partito per viaggiare altrove ritrova i colori familiari dei borghi e il profumo del mare di settembre, che sa di malinconia ma anche di tranquillità. Chi ha trascorso le ferie qui, invece, porta con sé immagini di serate lunghe, concerti nelle piazze, feste patronali.

Il rientro, quindi, non è mai una chiusura totale. È piuttosto un invito a riscoprire il proprio territorio con occhi diversi, anche quando l’estate sembra svanire. Perché la Puglia, a settembre, continua a offrire giornate calde, tramonti mozzafiato e occasioni di svago che accompagnano dolcemente verso l’autunno.

In conclusione

Superare la sindrome da vacanze finite non significa cancellare il ricordo delle ferie, ma imparare a trasformarlo in energia per affrontare il futuro. Con piccoli accorgimenti e tanta consapevolezza, il rientro può diventare meno traumatico e persino stimolante.

Come in tutte le fasi di passaggio, la chiave è la cura di sé: dormire bene, mangiare in modo equilibrato, ritagliarsi spazi di libertà, coltivare relazioni. In questo modo il ritorno non sarà un crollo, ma un nuovo inizio.

E allora, anche se l’estate è finita, resta sempre una certezza: la vita di tutti i giorni può essere bella quanto una vacanza, se impariamo a viverla con la giusta leggerezza.

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