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STABILIMENTI BALNEARI
22 Agosto 2025 - 06:21
I mutamenti di gusti e abitudini mettono in discussione il modello tradizionale di balneazione
L’estate pugliese 2025 si sta trasformando in un laboratorio di contraddizioni. Da un lato, i titoli dei giornali e dei siti locali raccontano di lidi vuoti, imprenditori scoraggiati e incassi dimezzati.
Dall’altro, i dati diffusi da Confesercenti parlano di una stagione tutt’altro che negativa, con un luglio chiuso con un aumento del 15% delle presenze negli stabilimenti balneari pugliesi e con le prenotazioni di agosto che si avviano verso il tutto esaurito.
Tra le due visioni si inserisce un fenomeno sempre più evidente sulle coste: la crescita delle spiagge libere, scelte non solo da famiglie pugliesi ma anche da molti turisti italiani e stranieri che preferiscono risparmiare evitando i costi elevati dei lidi attrezzati.
È la fotografia di una Puglia che rimane meta desiderata, ma che deve fare i conti con un mutamento di gusti e abitudini, che mette in discussione il modello tradizionale di balneazione basato sugli stabilimenti a pagamento.
Da settimane talk show, opinionisti e testate nazionali hanno lanciato l’allarme: spiagge vuote e turismo in crisi. Gli stabilimenti balneari sarebbero diventati il simbolo di un’estate da dimenticare, incapace di attrarre a causa dei prezzi ritenuti troppo alti. I casi non sono mancati: dai costi proibitivi degli ombrelloni, alle denunce sul prezzo spropositato di una frisella, fino agli alberghi accusati di gonfiare le tariffe.
Confesercenti, però, offre un quadro molto diverso. Secondo l’associazione di categoria, i numeri raccontano una realtà in crescita: luglio ha segnato un incremento delle presenze del 15% nei lidi pugliesi, trainato soprattutto dal turismo internazionale.
Americani, australiani, ma anche tedeschi, francesi e viaggiatori provenienti dal Nord ed Est Europa stanno popolando le spiagge pugliesi, scegliendo la regione come meta privilegiata.
Nonostante un inizio estate caratterizzato da giornate ventose e temperature non sempre elevate, le previsioni per agosto e settembre restano ottimistiche. Roberto Benigno, presidente Fiba Confesercenti Levante, sottolinea che “i prezzi non rappresentano un deterrente” e che “un servizio di qualità ha un costo adeguato, proporzionato al livello offerto”.
Se da un lato i dati parlano di stabilimenti pieni, dall’altro è innegabile la crescita di chi sceglie le spiagge libere. Sempre più famiglie e gruppi di amici preferiscono il mare senza servizi a pagamento, non solo per contenere le spese, ma anche per un senso di maggiore libertà.
Il fenomeno, però, non è privo di ombre. In molte località costiere pugliesi si è diffusa l’abitudine di occupare gli spazi liberi già dal giorno prima, lasciando ombrelloni aperti, sedie e asciugamani a presidiare il posto. Una pratica che ha generato non pochi contrasti, con liti e discussioni sotto il sole, al punto da costringere in alcuni casi le amministrazioni comunali a intervenire con ordinanze di divieto e controlli delle forze dell’ordine.
Il contrasto è evidente: da un lato gli stabilimenti che difendono la qualità dei servizi offerti e giustificano i prezzi, dall’altro i cittadini che vedono nelle spiagge libere l’unica alternativa per vivere il mare senza dover affrontare spese considerate esorbitanti.
L’analisi di Confesercenti mette in luce un ulteriore elemento di trasformazione: l’aumento dei turisti stranieri. Sono loro a garantire la continuità delle presenze lungo tutta la stagione, diversamente dagli italiani che restano fedeli alla tradizione delle ferie concentrate nel mese di agosto e nei weekend.
Secondo i dati, negli alberghi del Sud Italia e delle isole si registra un tasso di saturazione del 91%, segnale che la domanda resta alta. Le prenotazioni online di ombrelloni, inoltre, hanno toccato livelli record, smentendo l’idea di lidi deserti.
Eppure, nelle giornate infrasettimanali di giugno e luglio, soprattutto nelle zone meno battute dal turismo internazionale, le spiagge pugliesi hanno mostrato cali di presenze italiane, alimentando la narrazione mediatica di un’estate sottotono. La verità, come spesso accade, sta probabilmente nel mezzo: la Puglia resta una delle regioni più attrattive, ma deve fare i conti con un turismo italiano più attento ai prezzi e meno disposto a spendere cifre alte.
La polemica sul caro-prezzi divide anche gli addetti ai lavori. Da una parte c’è chi denuncia che i rincari abbiano superato il livello di guardia, allontanando le famiglie dalle spiagge a pagamento. Dall’altra, Confesercenti difende le imprese turistiche, ricordando che aumentano anche i costi di personale, materie prime, trasporti e servizi, e che quindi è inevitabile un adeguamento delle tariffe.
Benigno sottolinea che il prezzo è parte integrante della qualità: “È il turista a scegliere il livello di trattamento che vuole acquistare. Non è vero che i prezzi frenano gli arrivi, al contrario qualificano l’offerta e distinguono chi lavora seriamente nel settore”.
Il turismo balneare pugliese sta vivendo una fase di trasformazione. Le grandi folle degli anni passati non mancano, ma cambiano i modi di vivere la vacanza. La spiaggia libera diventa un’alternativa popolare, anche a costo di tensioni per il posto migliore vicino alla riva. Gli stabilimenti resistono, sostenuti da presenze straniere in crescita e da italiani fedeli al Ferragosto, ma devono fare i conti con una crescente sensibilità al tema dei prezzi.
Il futuro della stagione 2025, dunque, non appare affatto nero come alcuni titoli hanno voluto dipingere. Agosto si prospetta da tutto esaurito e anche settembre, tradizionalmente più tranquillo, potrebbe regalare sorprese positive. Ma il dibattito resta aperto: quale modello di vacanza balneare prevarrà nei prossimi anni? Quello costoso e strutturato degli stabilimenti, o quello più spartano e libero delle spiagge pubbliche?
La Puglia, con le sue dune, i suoi borghi e le sue tradizioni, rimane protagonista indiscussa del turismo estivo italiano. Sta però cambiando pelle: meno ostentazione, più autenticità; meno ombrelloni a pagamento, più asciugamani stesi sulla sabbia libera.
Un segnale che racconta non solo un modo diverso di vivere le vacanze, ma anche un mutamento profondo nella mentalità dei viaggiatori.
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