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IL VENTO
25 Luglio 2025 - 07:04
In Puglia il vento non è solo una corrente d’aria, ma una vera e propria entità, un universo
In Puglia il meteo non si guarda. Si sente, si annusa, si legge negli occhi della nonna e nei gesti del fruttivendolo. È una conoscenza che si assorbe vivendo, un sapere antico che scorre nelle vene. Non serve l’App, né l’oracolo del satellite: basta uscire sul balcone, tendere la pelle al mondo e ascoltare la voce di chi ti dice, con un tono che è un misto di solennità e rassegnazione: «Vedi che c’è vento di tramontana».
In Puglia il vento non è solo una corrente d’aria, ma una vera e propria entità, un universo.
È cultura, è bussola esistenziale, è un’opinione che non ammette repliche. E ogni vento ha il suo carattere, il suo umore e le sue inevitabili conseguenze sulla vita di uomini e bestie. Anche se nessuno li ha mai studiati davvero. O forse, il loro potere deriva proprio da questo.
Partiamo da lei, la regina indiscussa: la tramontana. Quando il suo nome viene pronunciato, è quasi sempre accompagnato da un sospiro di sollievo. Soffia da nord, fredda e secca, e agisce come un purificatore cosmico. L’aria diventa così tersa che dalla costa salentina si riescono a scorgere i profili dei monti dell’Albania. Il cielo si tinge di un blu cartolina, intenso e senza sbavature, mentre il mare si fa piatto come una lastra di cristallo. La tramontana “spazza via tutto”, dicono. Spazza via l’umidità, i pensieri negativi, le zanzare, le nuvole e le lamentele.
Le mamme la amano: «Si sta bene oggi, c’è la tramontana. Finalmente si respira!». È il via libera per stendere un bucato che profumerà di cielo.
I pescatori la benedicono: «Oggi si pesca, c’è la tramontana». Sanno che il mare sarà una tavola e la visibilità perfetta.
I bagnanti la invocano: «Che bel mare! È arrivata la tramontana!». È la garanzia di una giornata perfetta, con l’acqua gelida e trasparente.
Peccato solo per le orecchie, suo bersaglio preferito. Chi si scorda il cappellino o tiene il finestrino dell’auto abbassato rischia l’otite istantanea. Ma è un piccolo, accettabile prezzo da pagare per il paradiso.
Lo scirocco, al contrario, è il male assoluto. Quando arriva, è colpa sua, a prescindere. Mal di testa? Scirocco. Nervosismo? Scirocco. Sudate ingiustificate stando fermi? Scirocco. Persino il pane che non lievita e la focaccia che resta gommosa. È un vento caldo e umido che arriva dall’Africa, un alito pesante che ti entra dentro e ti toglie la voglia di vivere. O almeno di lavorare. Il cielo si copre di una cappa giallognola e lattiginosa, l’aria diventa pesante, quasi solida.
«Oggi non mi parlare, c’è lo scirocco», è una frase che vale come avviso di sicurezza nazionale. I cani non abbaiano, si spiaggiano all’ombra. I vecchi non giocano a carte, perché anche solo pensare alla briscola è uno sforzo immane. Persino i fichi sui rami sembrano stanchi e sudati.
E guai a farsi il bagno con lo scirocco: il mare è agitato, l’acqua torbida e calda, piena di alghe. Ti viene la cervicale anche se hai 23 anni e una salute di ferro.
C’è chi dice che lo scirocco faccia litigare le coppie, portando a galla antichi rancori. Non sappiamo se sia vero, ma nel dubbio: finestra chiusa, condizionatore a palla e una caraffa di limonata fredda.
Il maestrale è un vento potente e ambiguo. C’è chi lo ama e chi lo odia, e tutto dipende da dove ti trovi. Sul Gargano è un “mastràle” impetuoso, che scompiglia i capelli e le certezze, creando onde perfette per il kitesurf. In Salento, invece, è il vento che pone la domanda cruciale: “Oggi Ionio o Adriatico?”. Perché mentre agita l’Adriatico, rende lo Ionio una piscina calma e caraibica. È il vento degli indecisi, dei filosofi, dei nostalgici.
«C’è il maestrale» significa tutto e niente. Potrebbe voler dire: “Stai attento” o “Esci pure, ma portati una felpa”.
Pochi sanno riconoscere il grecale, ma quando arriva si sente che è diverso. Viene da nord-est, come certi turisti eleganti. È un vento più secco della tramontana, più raffinato, meno esuberante. Non disturba, ma si fa notare. Rinfresca, ma con una discrezione aristocratica. Non sbatte le porte, le socchiude con garbo. Il grecale è quello che vorresti incontrare a un aperitivo, vestito di lino, che ti versa il vino bianco e ti parla di barche a vela.
C’è anche questo. Lo chiamano così nei paesi dell’entroterra. È una variante dello scirocco, più persistente, più scorbutica. Non porta solo afa, ma una certa pesantezza esistenziale. Se incontri qualcuno che sospira a caso in fila al forno, è colpa sua.
Chi ha bisogno di uno smartphone quando ci sono i segnali veri?
• Se il gatto dorme lungo e disteso al sole ◊ Arriva il caldo africano.
• Se le cicale smettono di cantare alle 11 ◊ Preparati a un temporale improvviso.
• Se il mare diventa color petrolio ◊Sta per cambiare il vento.
• Se tua nonna chiude le finestre alle 8 del mattino ◊ Sta arrivando lo scirocco, fidati. Le sue ossa sono più precise di un barometro.
I pugliesi usano le App meteo solo per confermare quello che già sanno. E se l’App dice il contrario… è l’App a sbagliare, ovviamente. C’è chi ha 5 App diverse e le confronta come se stesse leggendo i tarocchi: «Quella dice 31°, ma l’altra 33°, però quella tedesca è più precisa sull’umidità…». Nel dubbio, si affacciano, annusano l’aria e decidono con la pancia.
In fondo, il vento è la colonna sonora dell’estate pugliese. Cambia il mare, cambia l’umore, cambia persino il sapore delle friselle. Chi vive o viene in Puglia impara presto che il meteo non è una questione di gradi, ma di istinto ed esperienza. Che si tratti di decidere dove andare al mare, se stendere i panni o fare una dichiarazione d’amore, prima si chiede sempre una cosa sola: “Che vento c’è oggi?”
E se ti rispondono: «C’è tramontana», puoi stare tranquillo. L’universo ti ha dato il suo benestare. È un buon giorno per essere felice.
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