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CREDENZE POPOLARI
11 Luglio 2025 - 07:21
La verità è una sola: in Puglia, l’estate non è solo una stagione, è uno stato d’animo intriso di superstizione.
Ossuta sotto il sole sfacciato e generoso della Puglia, ha il suo corredo di gesti e oggetti scaramantici. È un codice non scritto, un folklore da spiaggia che si respira insieme alla salsedine. C’è chi si porta dietro la stessa maglietta sbiadita da quando ha preso il primo 30 all’università, convinto che contenga ancora un residuo di quell’aura vincente. Chi non parte mai senza il cornetto rosso incastrato nel portafoglio, tra una ricevuta stropicciata e la tessera sanitaria. E chi, con precisione millimetrica, sistema le ciabatte sotto l’ombrellone con la punta rivolta rigorosamente verso il mare, «ché porta bene e allontana i pensieri».
La verità è una sola: in Puglia, l’estate non è solo una stagione, è uno stato d’animo intriso di superstizione. Ma attenzione, non quella cupa e inquietante da film horror, fatta di ombre e sussurri. Parliamo di quella allegra, colorata, affettuosamente assurda che si tramanda nei racconti della nonna, nei detti dialettali che suonano come formule magiche, e nelle abitudini da bar di paese, dove un caffè può essere accompagnato da un consiglio per allontanare la sfortuna.
È l’amuleto per eccellenza, il re indiscusso del pantheon scaramantico. Ne esistono versioni in plastica dozzinale, in corallo pregiato, in oro zecchino, in terracotta, in pasta di sale, e probabilmente anche in frisella sbriciolata e impastata. La regola aurea, più importante del materiale stesso, è che deve essere regalato. Guai a sceglierselo da soli in bancarella, è come auto-augurarsi sfortuna conclamata. L’efficacia del cornetto risiede nel gesto d’affetto di chi te lo dona. Si appende ovunque: al portachiavi, allo specchietto retrovisore (dove dondola a ogni curva), al laccetto del costume, alla cerniera della borsa da mare. E se lo perdi? Niente panico. Non era quello giusto, oppure, come dicono i saggi, “ha esaurito la sua carica protettiva”, assorbendo una negatività che era destinata a te. A quel punto, non resta che attendere il prossimo regalo.
Sulle infinite spiagge del Gargano o tra le calette rocciose del Salento, c’è sempre un individuo che vaga a testa bassa, non per cercare conchiglie, ma per scovare la “pietra giusta”. Il cercatore di pietre ha criteri selettivi degni di un geologo. Deve essere perfettamente rotonda, levigata da millenni di onde, magari con un foro naturale scavato dal mare, un “occhio” sulla buona sorte. Una volta trovata, diventa un talismano potentissimo. C’è chi la mette sotto al cuscino per favorire sogni sereni, chi la usa come fermacarte sulla scrivania per attirare contratti vantaggiosi, e chi la tiene in tasca come portafortuna da viaggio. Occhio a non barare, però: prenderla da un muretto a secco non vale. Quello non è un gesto fortunato, è un sacrilegio contro il paesaggio e l’anima della Puglia.
Nessuno sa con certezza da dove arrivi questa usanza, ma si perde nella notte dei tempi, quando il sale era “oro bianco”. In molti giurano che una manciata di sale grosso, custodita in un angolino del portafoglio, attiri i soldi come le api con il miele. Altri, più spirituali, sostengono che serva a scacciare le energie negative e l’invidia. Esistono due fazioni: il “Team Abbondanza” e il “Team Scudo Energetico”. Il risultato pratico, però, è spesso lo stesso: se per sbaglio ti si apre la zip e ti cade tutto nella sabbia, sembri uno chef alle prime armi che sta condendo la spiaggia. E se finisce nella borsa, ti ritrovi a salare involontariamente le chiavi di casa, gli occhiali da sole e il cellulare.
Chi ha detto che il rosso portafortuna sia un’esclusiva di Capodanno? In Puglia, la scaramanzia non va in vacanza e de-stagionalizza le tradizioni. C’è chi le indossa la notte del 15 agosto per “fare colpo” durante il falò sulla spiaggia. Chi le mette ogni volta che cambia lido, come rito di buon auspicio per la nuova location. E chi ne ha un paio fortunato, magari leggermente liso, da sfoggiare per tutta l’estate in occasione di eventi importanti: una partita di beach volley, un primo appuntamento, una sagra di paese. L’importante, ribadiscono le nonne con sguardo severo, è che siano state lavate. L’igiene non conosce superstizione.
Non è solo un vezzo per i neonati. In molte zone della Puglia, il fiocchetto rosso è un piccolo scudo scarlatto contro il “malocchio”. Che poi oggi, in un’epoca di mindfulness, lo chiamiamo “energia negativa”, “vibrazioni tossiche” o “bad vibes”, ma il concetto è identico: proteggersi dall’invidia sottile, dallo sguardo un po’ troppo insistente del vicino di ombrellone che ha finito la crema solare o che ti invidia la parmigiana fatta in casa. Lo vedi spuntare legato alla sedia a sdraio, al manubrio della bici presa a noleggio o, appunto, al palo dell’ombrellone. È un segnale discreto che dice: “ti guardo con simpatia, ma non portarmi sfortuna”.
Sì, perché i bagnini pugliesi non sono solo guardiani del mare. Sono sociologi, confessori e, in alcuni casi, astrologi. L’Oracolo della Torretta, con la sua pelle bruciata dal sole, il sorriso sornione e la radio sempre accesa sulla stessa stazione locale, possiede una saggezza che non si impara sui libri. Dalla sua postazione sopraelevata, dispensa previsioni infallibili: “Leone, oggi evita il mare mosso che le stelle ti sono contrarie”, “Vergine, momento ideale per noleggiare il pedalò”, “Toro, non fare il bagno dopo il panzerotto, Giove è in opposizione”. Non sottovalutare mai un bagnino con la crema bianca sotto il naso: potrebbe conoscere il tuo futuro.
Ogni estate ha il suo momento sacro, il suo Big Bang personale: il primo tuffo all’alba, da fare possibilmente in silenzio. C’è chi lo considera un rito di purificazione per lavare via lo stress dell’inverno, chi un portafortuna per l’intera stagione, chi semplicemente l’unico momento in cui la spiaggia è deserta e il mare è tutto suo. È un gesto intimo, quasi spirituale. L’aria è frizzante, il silenzio è rotto solo dal grido dei gabbiani. L’acqua, spesso, è a 16 gradi e provoca un sussulto che ti arriva fino all’anima. Ma è proprio in quel brivido che risiede la magia: è il momento esatto in cui l’estate comincia davvero.
In fondo, credere nella fortuna è una forma di poesia. Che sia una pietra liscia, un fiocco scarlatto, una frase detta sempre allo stesso modo prima di entrare in acqua, poco importa. Ci aggrappiamo a piccoli gesti perché ci fanno sentire più leggeri, più protetti, più estivi. Sono la nostra magia tascabile.
E allora sì: porta con te il tuo amuleto, segui il tuo rito, fai il tuo tuffo. Male non fa. E magari, chissà, quest’anno ti porta davvero fortuna. E se poi non arriva? Pazienza. Almeno vi sarete goduti un’altra, indimenticabile, estate pugliese. E quella, ve lo garantiamo, è già una fortuna.
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Testata: Buonasera
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