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I consigli

Come abbronzarsi bene sotto il sole di Puglia

Come ottenere una tintarella dorata e duratura, con i consigli giusti tra scienza, tradizione e relax

Il giornale dell'estate

L’abbronzatura migliore è quella che non ha fretta

Lo sanno tutti, o forse è un segreto sussurrato dalla brezza che spira tra gli ulivi secolari: l’abbronzatura migliore è quella che non ha fretta, quella che si costruisce giorno dopo giorno come un muretto a secco, pietra su pietra, con pazienza e maestria. E se la cornice di questa opera d’arte è la Puglia allora basta davvero poco per tornare a casa con la tintarella dei sogni.

Ma attenzione, perché il sole pugliese è generoso quanto potente. Abbronzarsi bene non significa semplicemente scurire la pelle. È un’arte che unisce la scienza dermatologica ai segreti della tradizione locale, per un risultato che non è solo estetico, ma è il ricordo di un benessere profondo.

Preparare la pelle: il primo passo per un colore uniforme

Prima ancora di stendere l’asciugamano sulla sabbia fine di Pescoluse o sugli scogli di Polignano, la tintarella perfetta inizia a casa. Una pelle ben preparata è la tela ideale su cui il sole può dipingere. Il segreto? L’esfoliazione. Almeno un paio di giorni prima della partenza o della prima vera esposizione, dedicatevi a uno scrub delicato per il corpo. Questo processo rimuove lo strato superficiale di cellule morte, rendendo la grana della pelle più liscia e omogenea. Il risultato sarà un’abbronzatura non solo più uniforme, ma anche più persistente, che non svanirà a “macchie” dopo pochi giorni.

L’orario è tutto: dialogare con il sole pugliese

I dermatologi e la saggezza popolare pugliese concordano: i momenti migliori per l’esposizione sono fino alle 11 del mattino e dopo le 17. In queste “ore d’oro”, i raggi solari sono più obliqui, l’intensità dei raggi UVB diminuisce, mentre restano presenti i raggi UVA, che stimolano la melanina più dolcemente. Il sole del mattino regala una luce fresca e frizzante, perfetto per una passeggiata sul bagnasciuga. Quello del tardo pomeriggio, invece, avvolge ogni cosa in una luce calda e dorata, ideale per godersi il relax finale sulla spiaggia, magari con un buon libro e il suono delle onde che si fa musica di sottofondo.

Protezione? Sempre. Un patto di fedeltà con la pelle

Questa è la regola aurea, l’imperativo non negoziabile. “Ma sono già scuro”, “Ho la carnagione olivastra”, “Voglio abbronzarmi in fretta”. Sono le frasi che precedono quasi sempre una scottatura. Il colore ambrato della pelle, per quanto bello, non è uno scudo invalicabile contro i danni a lungo termine del sole, come l’invecchiamento precoce e rischi ben più seri.

  Scegliere l’SPF giusto: L’SPF (Sun Protection Factor) va scelto in base al proprio fototipo. Nei primi giorni, anche le pelli più scure dovrebbero partire con una protezione alta (SPF 50 o 30). Non è vero che una protezione alta impedisce di abbronzarsi: semplicemente, lo fa in modo più lento e sicuro, garantendo un colore che dura nel tempo.

  Applicazione generosa e frequente: La crema va applicata almeno 20 minuti prima dell’esposizione, in quantità generosa. Riapplicatela ogni due ore e, tassativamente, dopo ogni bagno, anche se il prodotto è “water resistant”. Il sudore, la sabbia e l’asciugamano possono ridurre la sua efficacia.

  Non dimenticare le zone Cenerentola: Orecchie, collo, nuca, dorso dei piedi, linea dell’attaccatura dei capelli e naso sono le zone più esposte e più trascurate. Sono le prime a bruciarsi. Usate uno stick a protezione molto alta per queste aree delicate, così come per labbra, cicatrici e tatuaggi.

I segreti della nonna pugliese: saggezza antica e rimedi naturali

Tra le leggende metropolitane e i rimedi casalinghi, c’è chi giura che l’olio d’oliva extravergine, l’oro di Puglia, sia un acceleratore di abbronzatura. Attenzione: è un mito pericolosissimo! Non va mai, e poi mai, applicato prima dell’esposizione al sole. L’olio non ha filtri protettivi e, anzi, crea un “effetto lente” che concentra i raggi solari, provocando ustioni gravissime (il cosiddetto “effetto frittura”).

La saggezza della nonna, però, un fondo di verità ce l’ha. L’olio d’oliva è un eccezionale doposole naturale. Usatelo la sera, dopo la doccia, sulla pelle ancora leggermente umida. È ricco di Vitamina E e polifenoli, potenti antiossidanti che nutrono la pelle, la rendono elastica e combattono i radicali liberi generati dal sole.

L’abbronzatura si mangia: la dieta del sole

Un bel colorito dorato e uniforme si coltiva anche a tavola. Per favorire la produzione di melanina e proteggere la pelle dallo stress ossidativo, puntate su alimenti ricchi di betacarotene, un precursore della Vitamina A. E la Puglia, con i suoi orti generosi, è un paradiso in questo senso. Fate il pieno di:

  Carote, specialmente le coloratissime carote di Polignano.

  Albicocche e meloni, dolci e succosi.

  Pomodori, protagonisti di ogni piatto pugliese, ricchi di licopene, un altro potente antiossidante.

  Peperoni gialli e rossi, angurie, pesche e verdure a foglia verde scuro come la cicoria.

Tutto il resto è relax: la filosofia della lentezza

Il sole va goduto, rispettato e vissuto come si fa in Puglia: lentamente. Con la calma di chi sa che il tempo è un lusso. Trovate la vostra posizione comoda, aprite un buon libro, magari di un autore salentino, mettete su una playlist di pizzica, chiudete gli occhi e ascoltate il respiro del mare. Alternare l’esposizione al sole con lunghi bagni rinfrescanti, con passeggiate e con pause all’ombra di una tamerice è il modo migliore per permettere alla pelle di abituarsi gradualmente e di sviluppare un colore intenso e profondo.

La tintarella pugliese non è un obiettivo da raggiungere, ma la conseguenza naturale di giorni passati in armonia con un territorio meraviglioso. È il colore della felicità, del riposo, del sale sulla pelle e del vento tra i capelli. Un souvenir prezioso da portare a casa, che racconta di un’estate vissuta senza fretta, sotto un cielo che non finisce mai.

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