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IL COMMERCIALISTA
02 Settembre 2025 - 15:36
Lo stabilisce un correttivo al decreto attualmente in vigore che aveva ridotto l’importo alla soglia del 30% ed oggi la riporta al 50%
I Comuni italiani che contribuiscono a segnalare all’Agenzia delle Entrate situazioni di infedeltà fiscale riguardanti IRPEF, IRES, IVA, Imposte ipotecarie catastali e di registro torneranno ad incassare un contributo economico del 50% di quanto accertato. Lo stabilisce un correttivo al decreto attualmente in vigore che aveva ridotto l’importo alla soglia del 30% ed oggi la riporta al 50%. Il problema è che a tutto 2023, secondo la CGIA di Mestre, l’importo segnalato dai Sindaci italiani è pari a 6 milioni di euro per circa 296 Comuni aderenti alla iniziativa, ai quali spetterebbe un contributo di circa 3 milioni di euro. Un dato assai ridotto a fronte dei 7.900 Comuni italiani.
Il Comune più virtuoso risulta quello di Milano con un incasso pari a 397.991 euro, a seguire Genova, Prato e Lodi. Tra i peggiori a riscuotere c’è Bari con 1.776 euro e poi Palermo, 1.373, Napoli, 737 e Agrigento.
Il sistema si basa su un servizio di trasmissione di informazioni e segnalazioni qualificate alla Agenzia delle Entrate alla base del quale sono poi elaborati gli accertamenti fiscali.
Il problema tuttavia non è solo di natura politica ma anche e soprattutto di organizzazione degli uffici e dei servizi. In particolare risultano più attive nella caccia alla evasione fiscale le realtà che hanno una struttura di accertamento particolarmente organizzata e questo richiede spesso dipendenti e dirigenti formati. Le segnalazioni infatti non possono mai essere generiche. La legge impone che esse siano puntuali, circostanziate e contengano i dati identificativi del soggetto a cui sono contestati i comportamenti elusivi o evasivi. Non sono ammesse segnalazioni generiche.
La differenza nord-sud quindi trova spiegazione in problemi di organizzazione del personale ed anche in questioni che afferiscono il diverso tessuto imprenditoriale presente nei territori, condizione questa che rende pressoché impossibile effettuare una attività di verifica paritetica.
Lì dove inoltre i Comuni hanno personale preposto, questo deve dedicarsi principalmente alla lotta alla evasione dei tributi locali - IMU, TARI, TOSAP - perché lo Stato ha sostanzialmente e da tempo concentrato le entrate degli enti locali principalmente su tributi territoriali, la cui gestione è anche complessa.
Una delle aree di maggiore vulnerabilità accertativa nasce nel settore edilizio. Quello dell’abusivismo edilizio è l’ambito nel quale i Comuni possono dare un contributo di accertamento maggiore e le regioni più coinvolte sono, secondo ISTAT, Basilicata e Calabria con un tasso di abusivismo del 54%. Seguono Campania con il 50%, Sicilia con il 48% e Puglia con il 34%.
Altro tema di irregolarità riguarda i lavoratori irregolari. In Italia sono circa 2.5 milioni di cui 932.200 nel Mezzogiorno. Presenze, consumi e lavoro di questi ultimi è registrabile sul territorio e sono dati che possono costituire fonte informativa determinante per segnalare profili di evasione.
Quali sono gli ambiti delle segnalazioni qualificate che i Comuni possono effettuare? Commercio e professioni, per esempio con riguardo a persone che svolgono una attività ma non hanno partita IVA, oppure la svolgono in maniera irregolare o illegale. È il caso di artigiani abusivi, estetisti, parrucchieri e tutto il comparto dei soggetti che erogano servizi domiciliari.
Urbanistica e territorio, per esempio per soggetti che abbiano partecipato ad attività abusive o di costruzione abusiva di fabbricati.
Proprietà immobiliare fittizia intestata ad altre persone nei casi in cui le anagrafi comunali possono fornire indicazioni precise rispetto a forme di elusione.
Residenze fittizie all’estero e omissione dei versamenti dei tributi in Italia per soggetti che però risiedono stabilmente nei nostri Comuni.
Disponibilità di beni indicativi della capacità contributiva del cittadino a fronte dei quali risultino redditi dichiarati sotto soglia.
In sostanza un ampio ventaglio di casistiche all’interno delle quali la territorialità gioca un ruolo fondamentale, laddove le agenzie fiscali non sempre riescono ad arrivare.
Tutto facile? Non proprio.
Coniugare esigenze di recupero, capacità organizzative degli uffici, profili politici ed elettorali è complicatissimo ed è questa una delle ragioni secondo le quali, appunto, il sistema di compartecipazione alla lotta alla evasione fiscale da parte degli Enti Locali è piuttosto scarsa. Inoltre la natura propria delle attività comunali è di tipo erogativo, cioè offrire servizi, non esattamente quella di accertare i comportamenti dei cittadini. In ogni caso il tema per il futuro si farà sempre più importante. La tendenza dello Stato è quella di rendere autonome le realtà locali non solo sotto il profilo della riscossione dei tributi propri, ma anche dal punto di vista della capacità accertativa generale e così sarà presto necessario che molti enti locali provvedano in qualche misura ad organizzarsi. Se i tagli dello Stato verso gli Enti locali aumenteranno, sarà pressoché necessario per tutti farlo.
*Dottore Commercialista - Revisore Legale
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