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IL COMMERCIALISTA
10 Giugno 2025 - 16:49
Il report pubblicato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio
E' l’Ufficio Parlamentare di Bilancio a lanciare l’allarme sui ritardi nella realizzazione delle opere previste dal PNRR per il rilancio del settore della sanità. Sono previsti 15,6 miliardi di euro di investimenti ma allo stato attuale ne sono stati spesi appena 2,8.
Oltre al rischio di mancata realizzazione delle opere poi c’è il tema della carenza endemica del personale. Assunto che debbano essere costruite Case di Comunità e Ospedali di Comunità, mancano medici e infermieri per popolarle.
Il report pubblicato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio parla chiaro: “I ritardi nella realizzazione dei progetti, in particolare edilizi e specialmente nel Mezzogiorno, e la grave carenza di personale sono le criticità e le sfide principali per la riorganizzazione e il potenziamento del Sistema Sanitario Nazionale, con il rischio - scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio - di compromettere il rafforzamento del Sistema sanitario nazionale e l’offerta di assistenza uniforme su tutto il territorio nazionale”.
La Missione 6 dedicata alla Salute e contenuta nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si concentra sulla concreta possibilità di successo della sfida di riorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e oltre alla verifica dello stato di avanzamento degli investimenti - i dati sono presenti sulla piattaforma ReGiS - il focus valuta gli sviluppi della concreta entrata in funzione a regime delle nuove strutture e dei nuovi servizi.
All’ultimo monitoraggio, per il settore della sanità sono previsti in dote 15,6 miliardi provenienti dal PNRR ed altri 3,8 miliardi a carico dello Stato. Di questi, al momento, ne risultano spesi solo 2,8 miliardi - il cronoprogramma ne prevede 3,1 miliardi - e in ogni caso la spesa è assai inferiore al totale delle risorse da utilizzare.
Il raggio di azione degli interventi è ampio, abbracciando l’assistenza territoriale, quella ospedaliera, la ricerca e la formazione.
Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio sebbene le scadenze attuali siano state rispettate, c’è da completare oltre l’81% degli investimenti nei tempi previsti e questo richiederebbe delle performance assai superiori alla tradizionale lentezza di durata dei lavori pubblici in Italia.
È al Sud che si concentrano i maggiori ritardi. “Allo stato attuale - spiega l’Ufficio parlamentare di bilancio - si rileva una discrepanza tra la programmazione e l’esecuzione concreta dei progetti finanziati”. Il PNRR prevede infatti un vincolo di destinazione delle risorse al Mezzogiorno (almeno il 40% del totale), “ma la revisione verso il basso dei target sugli interventi edilizi e la mancanza di nuovi obiettivi regionali coerenti con la revisione potrebbe non garantire il previsto riequilibrio infrastrutturale anche se i traguardi europei fossero rispettati”.
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio fa l’esempio delle Case della comunità e degli Ospedali di comunità: “La presenza di cantieri in fase esecutiva o conclusiva non è omogenea sul territorio nazionale; le proporzioni del riparto e della programmazione non risultano confermate nella realizzazione, con un ritardo che risulta più accentuato nel Mezzogiorno. Qualora, una volta raggiunti gli obiettivi europei, venisse meno l’attenzione al completamento delle opere programmate, che dovrebbero essere finanziate anche da altre risorse, non si realizzerebbe il riequilibrio territoriale e non sarebbe assicurato il rispetto degli standard dell’assistenza territoriale su tutto il territorio nazionale”.
Anche dal lato della informatizzazione dei processi di assistenza domiciliare – telemedicina – le azioni avviate sono in sostanziale ritardo. L’Ufficio Parlamentare rileva che l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico è ancora assai limitato; l’assistenza domiciliare attraverso le Centrali Operative Territoriali usa informazioni che risalgono ancora al 2023 e la digitalizzazione dei Dipartimenti di emergenza urgenza e accettazione (DEA) è in ritardo rispetto alla scadenza di fine anno, soprattutto nelle regioni di centro sud.
L’acquisto di macchinari all’avanguardia ha visto all’inizio fasi di difficoltà ma poi ha registrato un rapido avanzamento, anche se alcune regioni sono in ritardo con consegne e collaudi. Stessa cosa si deve dire per i posti di terapia intensiva e semi intensiva, mentre l’unico ambito che registra progressi e obiettivi raggiunti è quello della ricerca.
Resta sempre aperto il nodo personale, che è la grande sfida da considerare. Perché oltre al tema infrastrutturale poi c’è da affrontare quello della gestione ordinaria. Se le strutture nuove o quelle potenziate non verranno popolate da professionisti, gli obbiettivi previsti dal PNRR non potranno essere comunque raggiunti.
Attualmente i servizi assicurati nelle Case e negli Ospedali di comunità sono pochi, soprattutto nel Mezzogiorno, e non è chiaro in che misura i nuovi posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva siano dotati di apposito personale aggiuntivo per assistere i pazienti.
Questa è fondamentalmente una delle più gravi lacune del progetto generale di rafforzamento del SSN che da più parti fu segnalata quando il PNRR fu approvato, anche a causa del numero ridotto di medici e della scarsa attrattività lavorativa del SSN.
*Dottore Commercialista - Revisore Legale
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