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Evasori, solo uno su otto è una Partita Iva ed è flop della Lotteria degli Scontrini

Un’analisi della CGIA di Mestre: un sistema di riscossione inefficace e un debito pubblico alle stelle aggravano la crisi fiscale del Paese

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Lo studio si concentra anche sui risultati del cashback e della lotteria degli scontrini

Straordinario ma vero, almeno secondo l’ultimo documento pubblicato dalla CGIA di Mestre, ad evadere di più non sarebbero le Partite IVA. Inoltre sarebbero Lazio, Campania e Lombardia le regioni a maggior numero di tasse non riscosse per abitante.

L’ufficio studi della CGIA di Mestre, notoriamente dedito a approfondire alcuni fenomeni economici del Paese con il suo servizio di approfondimento e ricerca, segnala che sarebbero 22,8 milioni gli italiani che sono in debito con l’Erario di cui 3,6 milioni sarebbero persone giuridiche (società ed enti) ed i restanti 19,2 milioni persone fisiche.

Tra queste ultime, incredibilmente, 16,3 milioni sono lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altre forme di reddito mentre i rimanenti 2,9 milioni sarebbero possessori di una Partita IVA e quindi autonomi, artigiani e commercianti.

Lo studio è assunto dagli stessi dati forniti dall’Agenzia delle Entrate riscossione, confermando che i lavoratori autonomi non sono un popolo di evasori, come vengono descritti spesso.
Indubbiamente tra questi c’è statisticamente una quota di soggetti non in regola rispetto ai rapporti con il Fisco ma si tratta di un ottavo rispetto al totale.

Il report attesta quanto più volte abbiamo scritto su queste pagine: ci sono 1.274 miliardi di euro di cartelle esattoriali che non sono più recuperabili e tra esse, anche con il massimo sforzo, si riuscirebbe ad incassare solo 100 miliardi di euro.
Il calcolo è effettuato verificando che molte di queste cartelle sono intestate a persone decedute, imprese cessate o fallite, nullatenenti e contribuenti già pignorati. Inoltre il 76% dei singoli crediti sarebbero di importo inferiore ai 1000 euro.

Dove si concentrano i mancati incassi? Ovviamente nel centrosud. Sebbene nel nord del Paese si concentri la maggiore ricchezza prodotta in Italia ed anche maggiore dinamismo produttivo, dei 1.274 miliardi di euro di tasse non riscosse, il 58% pari a 739,3 miliardi di euro provengono da Roma in giù. I restanti 535,1 miliardi di euro, pari al 42% sarebbero invece collocati nel Nord del Paese.

Risalendo invece al dato pro capite, la situazione peggiore è nel Lazio, che vanterebbe il triste primato dei 39.673 euro a cittadino di omessi versamenti e poi a seguire la Campania con 27.264 euro, la Lombardia con 25.904, il Molise con 20.469 e le Marche con 20.078.

In termini assoluti la Regione con maggiori debiti fiscali pro capite è la Lombardia con 259,4 miliardi di euro e a seguire il Lazio con 226,7 miliardi, la Campania con 152,5 miliardi, l’Emilia Romagna con 87,9 miliardi e la Sicilia con 87,8 miliardi di euro.

Lo studio si concentra anche sui risultati del cashback e della lotteria degli scontrini, messi in campo dal Governo Conte ma che parrebbero non aver prodotto i risultati attesi.

Il cashback, introdotto nel luglio 2020 e divenuto operativo a gennaio 2021, è stato sospeso dal Governo Draghi per la sua enorme onerosità per le casse dello Stato già con la Manovra 2022 e poi soppresso. La lotteria degli scontrini, che è ancora in vigore, ha subito un crollo dei partecipanti e degli scontrini trasmessi che passano dai 137 milioni del 2022 ai 38,8 milioni del 2024, una contrazione del 72% e di conseguenza un effetto mancato rispetto all’origine per la quale la lotteria fu introdotta.

La verità, segnalata dalla CGIA di Mestre, sarebbe che la migliore forma di lotta all’evasione fiscale risiede nella semplificazione del sistema tributario. Un fisco facile ed efficiente che consenta ai cittadini di non impazzire appresso al sistema del prelievo e all’Amministrazione dello Stato di effettuare controlli con maggiore semplicità.

Gli ambiti di maggiore evasione riguardano: le frodi IVA, l’uso improprio di crediti fiscali inesistenti, la fittizia dichiarazione di residenza fiscale all’estero e l’occultamento di patrimoni fuori dai confini nazionali. Tutte modalità di evasione non imputabile ai piccoli imprenditori e agli artigiani ma ascrivibili esclusivamente ai grandi contribuenti.

Dove si colloca la Puglia rispetto a questo triste primato del mancato versamento delle imposte? Solo al dodicesimo posto con una debitoria complessiva di 68 miliardi di euro e una debitoria pro capite di 17.462 euro. Le regioni più virtuose? Il Trentino Alto Adige per primo, solo 7 miliardi e mezzo di euro di mancati pagamenti, poi il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta, la Basilicata e la Sardegna.

Preoccupante tuttavia resta il peso dei 1.274 miliardi di euro non incassabili dall’erario ai quali occorre aggiungere i 2.965,7 miliardi di euro di debito pubblico. Una cifra enorme che se nel primo caso induce ad una certa rassegnazione, nel secondo fa pensare a come sia possibile risanare le casse dello Stato se la riscossione non funziona adeguatamente perché il sistema impositivo non è in grado di raggiungere gli scopi per i quali esiste.

*Dottore Commercialista - Revisore Legale

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