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IL COMMERCIALISTA
11 Febbraio 2025 - 07:27
Rottamazione Quinquies, fra i punti da chiarire tuttavia ci sarebbero quelli legati alle coperture necessarie
In trepidante attesa per mesi per la introduzione di una Rottamazione Quinquies, gli italiani sono rimasti delusi durante lo scorso mese di dicembre nello scoprire che il Governo aveva deciso di non concederla nuovamente perchè fiducioso dei risultati del Concordato Preventivo Biennale.
Il Concordato Preventivo Biennale, lo ricordiamo, è una modalità di pagamento delle imposte in forma previsionale, stipulando un accordo con l’Erario che consenta di liquidare i propri tributi non in relazione al reddito reale ma in base da uno di previsione.
I presunti incassi che il Governo attendeva da questa misura sarebbero stati sufficienti ad evitare una nuova rottamazione che in verità riguarda tanta gente con gravi difficoltà nel rapporto con il Fisco.
Ebbene il Sottosegretario Leo annuncia che le richieste della Lega di riaprire la discussione sulla proposta potrebbero essere accolte sebbene anche in questo caso andrebbero ricercate le risorse a copertura delle sanzioni e degli interessi sgravati dalle cartelle.
Il responsabile economico di FdI, Marco Osnato, si dichiara favorevole in una recente intervista assieme al gruppo parlamentare di Forza Italia e della Lega che in Giorgetti ha la massima espressione ministeriale sull’argomento.
Fra i punti da chiarire tuttavia ci sarebbero quelli legati alle coperture necessarie.
La proposta di introduzione della rottamazione Quinquies sarebbe in effetti già stata depositata anche in Senato a firma del capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo con un testo di due soli articoli e l’adesione prevista dovrebbe interessare almeno 10 milioni di italiani sui 22 che hanno pendenze fiscali. La discussione tra le forze di Governo sul tema tuttavia investe proprio l’opportunità che attraverso la nuova rottamazione si integrino i maggiori incassi previsti dal Concordato e che non arriveranno. Lo stesso infatti porterà nelle casse dello Stato solo un miliardo e mezzo di maggiori entrate rispetto alle somme che dovevano essere necessarie a tagliare l’IRPEF e sostenere il ceto medio. A fronte di quello che il leghista Gusmeroli definisce come una idea che “ha dato scarsi risultati”, la Lega proporrebbe la sua sostituzione con una flat tax incrementale.
“Abbiamo bisogno di una grande operazione di tranquillità fiscale - sostiene Gusmeroli - per aiutare chi ha regolarmente dichiarato le imposte ma non è riuscito a pagarle a rimettersi in regola con il fisco”. E ancora dalla Lega arriva una nuova osservazione: “Quando nel 2018 gestimmo in commissione Finanze la rottamazione ter, ricordo che il Pil italiano era quello di 20 anni prima, dopo 10 anni di politica di tagli degli investimenti e di austerità. Questo significa, fondamentalmente, che nelle tasche degli italiani c’erano meno soldi, con piccole aziende e imprese che fatturavano proporzionalmente di meno - osserva il deputato della Lega Alberto Bagnai, presidente della commissione di controllo sull’attività degli Enti Gestori, vicepresidente della commissione Finanze e responsabile del dipartimento Economia della Lega - Il tutto rendeva assolutamente impossibile uscire dai debiti pregressi, moltiplicati per il carico di interessi e sanzioni. Venne fatto un provvedimento che entrò in vigore nel 2019. Nel 2020 arrivò la pandemia che colpì selettivamente, di nuovo, i lavoratori autonomi e le piccole e medie imprese con le chiusure, con tutto quello che sappiamo adesso. Ora, si va verso una normalizzazione del quadro sia nazionale che internazionale e bisogna riaffrontare questo problema, quello di ristabilire un rapporto sano fra erario e contribuente”.
Critiche arrivano invece dall’opposizione, come si legge in una nota del senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S e coordinatore del Comitato pentastellato su economia, lavoro e imprese: “Come è possibile portare avanti una politica fiscale davvero al servizio dell’economia, delle piccole imprese e delle partite Iva con questo modus operandi schizofrenico? Come è possibile che il destino della stessa politica fiscale passi per gli stracci che volano tra Lega e FdI? Possibile che il centrodestra non abbia alcuna proposta fiscale che non sia vecchia di 20 o 30 anni, come è stato per il concordato e l’ennesima rottamazione? E non si dica che nel 2024 c’è stato il boom dei risultati della lotta all’evasione, visto che il gettito è stato spinto soprattutto dalle definizioni agevolate e dagli adempimenti spontanei che nulla hanno a che vedere con la vera lotta all’evasione. La dura realtà è che se oggi abbiamo una crescita azzerata, una produzione industriale in calo da 22 mesi consecutivi, un crollo dei fatturati della manifattura di 42 miliardi di euro, l’esplosione delle ore di cassa integrazione, la perdita netta di potere d’acquisto degli italiani dopo il biennio d’inflazione 2022-2023, è anche perché il Governo Meloni non è stato e non è in grado di declinare uno straccio di politica fiscale”.
*Dottore Commercialista - Revisore Legale
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