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Legge di Bilancio 2025, il punto sulle novità

In assenza di un testo certo i punti salienti che derivano dalle prime informazioni parlamentari toccano diversi punti della vita dei cittadini

Manovra di Bilancio 2025

Manovra di Bilancio 2025

Settimana decisiva questa per la Legge di Bilancio per il 2025, che già nei giorni scorsi ha segnato l’introduzione dei primi aspetti determinanti e delle principali novità alla Camera. In assenza di un testo certo i punti salienti che derivano dalle prime informazioni parlamentari toccano diversi punti della vita dei cittadini. Primo ambito di discussione riguarda l’IRPEF attraverso il taglio del cuneo fiscale e la riduzione a tre aliquote della principale imposta sui redditi degli italiani.

Il tentativo di ridurre il carico fiscale sui lavoratori attraverso la riduzione del cuneo fiscale e contestualmente la nuova modulazione delle aliquote di imposta vale circa 17,4 miliardi di euro, cioè il 60% della intera manovra per la quale servono risorse. Per quanto attiene il cuneo si punta a confermare i vantaggi attuali per i redditi fino a 35 mila euro con un mix che comprende tagli ai contributi e detrazioni sul lavoro dipendente. Ci sarà una modulazione graduale del vantaggio fiscale anche nella fascia compresa tra i 35 e i 40 mila euro. Quanto alla riduzione delle aliquote IRPEF, dalla attuale formulazione, si arriverà ad una aliquota intermedia del 33% nella fascia di reddito tra i 28 mila euro e i 50 mila euro a condizione che il l’adesione al Concordato Preventivo Biennale dia gli effetti sperati e che la proposta della Lega sull’incremento della flat tax per gli autonomi non prevalga nella maggioranza. Saranno riviste sensibilmente le detrazioni e le deduzioni in dichiarazione dei redditi attraverso l’introduzione di un tetto di reddito e del quoziente familiare.

Nel taglio degli oneri rientreranno anche le spese mediche e gli interessi passivi sui mutui prima casa, ma senza retroattività: la stretta riguarderà solo i nuovi finanziamenti erogati dal 2025. Dietro il meccanismo c’è l’intenzione di premiare le famiglie più numerose e con redditi più bassi, quindi i nuclei con maggior numero di figli a carico e minori redditi dichiarati al Fisco potranno contare su un plafond più alto di oneri detraibili per abbattere le imposte dovute o per ottenere rimborsi nel 730. Al contrario le deduzioni di imposta sono toccate meno dalla riduzione prevista perchè contributi previdenziali e assistenziali, contributi per colf e badanti, assegni al coniuge, previdenza complementare resteranno sostanzialmente indenni dalla introduzione di un quoziente familiare o di reddito ma potrebbe essere prevista una riduzione percentuale dei livelli di deduzione. Occorrerà attendere qualche mese per comprendere l’evoluzione di questo comparto di riforma che decisamente riguarda la maggioranza degli italiani. Sul tema della natalità la manovra conferma sia le misure dei congedi parentali che l’introduzione della tanto attesa “carta per i nuovi nati” almeno stando alle prime indicazioni.

La carta riconoscerà mille euro ai genitori con soglia ISEE di 40 mila euro per affrontare le spese necessarie per ogni nuovo nato. Sono confermate le misure a sostegno della frequenza per gli asili nido anche eliminando dal calcolo ISEE il valore dell’assegno unico. E’ rifinanziata, ma solo per il 2025, la carta “dedicata a te” nel limite di 500 milioni di euro. Il Governo promette poi sostegno alla sanità attraverso un investimento di oltre 3 miliardi di euro per assunzioni che si concentreranno però nel 2026, cioè l’anno successivo a quello prossimo. Il piano assunzionale, che è il vero punto portante della legge, riguarda circa 30 mila nuovi ingressi tra medici e infermieri. Per il 2025 il Governo punta a spendere 1,2 miliardi che dovrebbero essere destinati in parte alla prima introduzione di 6000 nuove unità ma anche alla detassazione delle buste paga del personale sanitario e l’introduzione di incentivi per i giovani medici che scelgono specializzazioni attualmente deserte.

Dal confronto dei mesi scorsi tra Confindustria e Governo, soprattutto con riguardo la carenza in determinate regioni d’Italia di personale disposto a trasferirsi si pensa di introdurre un benefit defiscalizzato di 3 mila euro che favorisca la mobilità dei lavoratori oltre i 100 chilometri. Per le pensioni resta inalterata Quota 103. Assieme a questa misura si confermano sia l’APE sociale che l’Opzione donna. Restano gli incentivi al pubblico impiego per coloro i quali decidano di restare al lavoro anche oltre il raggiungimento dei requisiti di pensionamento ed è previsto anche un piano di rafforzamento della previdenza integrativa attraverso la destinazione dei TFR ai fondi pensione con un meccanismo del silenzio assenso. Si dovrà porre particolare attenzione al tema.

E’ previsto anche un ritocco al rialzo delle pensioni minime. Salva la detrazione al 50% delle spese di ristrutturazione con un tetto fino a 96 mila euro, ma solo per i lavori inerenti la prima casa perchè per tutti gli altri casi la detrazione scende al 36% con un tetto di 48 mila euro. Molti degli interventi più frequenti oggi ricadono nel raggio d’azione di complessivo del bonus ristrutturazioni ma dal prossimo anno potrebbero essere settorializzati e trattati separatamente. Diventerà obbligatorio, ai fini della detrazione, l’uso del pagamento tracciato per una serie di spese piuttosto vista, dalle spese di rappresentanza all’uso dei taxi, un passaggio necessario per contrastare il sommerso. Viene introdotta anche una web tax al 3% senza limiti di ricavi per le imprese che usano la rete per pubblicità digitale, è una web tax all’italiana considerato che non esiste in simile formulazione altrove.

Dottore Commercialista
Revisore Legale

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