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Il commercialista

Cambia l'Imu nel 2025, stop alle aliquote diversificate

Le aliquote potranno solo essere differenziate in relazione alle categorie catastali

Le aliquote Imu

Le aliquote Imu

Nel corso del prossimo anno sono previste modifiche sostanziali al regime di versamento dell’IMU che impatteranno generalmente nella vita di tutti i proprietari di immobili italiani con una sperimentazione, stabilita da un decreto dello scorso 6 settembre, che dovrebbe portare a maggiore uniformità nella gestione degli incassi ed in quella delle aliquote.

Ed in effetti il caos deliberativo che si genera da Comune a Comune in Italia e che discende da ragioni prettamente legate al bilancio dei singoli enti locali, produce una moltiplicazione delle aliquote che per fortuna sono fissate nel limite massimo da una legge dello Stato. Considerato che i Comuni vivono ormai in larga parte dei proventi derivanti da quel tributo, è chiaro che se fossero liberi di deliberare aumenti lo farebbero sicuramente. L’intenzione dell’Esecutivo di Governo è allora quello di creare maggiore uniformità e, dunque, dal 2025, entrerà in vigore una nuova normativa che riguarderà la determinazione delle aliquote della imposta municipale.

Nello specifico, dal prossimo anno i Comuni potranno determinare le aliquote IMU esclusivamente sulla base di fattispecie imponibili predefinite dal Ministro dell’Economia. Questo significa che la determinazione delle stesse non sarà più appannaggio delle scelte dei singoli consigli comunali ma discenderà da indicazioni di legge puntuali. Questa modifica rappresenta un passo verso la standardizzazione e la trasparenza nel processo di calcolo delle aliquote IMU, riducendo l’eterogeneità delle decisioni comunali e offrendo ai contribuenti maggiore chiarezza sulle regole applicabili. L’obiettivo di questa modifica di legge è quello di rendere il sistema fiscale più equo e prevedibile, limitando la discrezionalità dei comuni nella determinazione delle aliquote.

Ma le novità non saranno solo queste. Cambierà con grande probabilità anche il sistema di riscossione della imposta, ancora una volta per venire incontro alle esigenze dei cittadini. In passato, il pagamento dell’IMU poteva risultare complesso, con la necessità per i contribuenti di utilizzare diversi canali, come bollettini postali, bonifici bancari, e servizi online di terze parti. Dal 2025, invece, tutti i pagamenti dovrebbero essere centralizzati su una piattaforma digitale unica, gestita direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Questo sistema di riscossione centralizzato offrirà diversi vantaggi: tracciabilità e sicurezza perchè tutte le transazioni effettuate dai contribuenti saranno registrate digitalmente, offrendo maggiore trasparenza e riducendo i rischi di frode o smarrimento dei pagamenti; semplificazione del processo in quanto i contribuenti potranno pagare l’IMU con pochi clic, senza doversi preoccupare di scadenze multiple o di eventuali errori nei calcoli; infine la possibile riduzione degli errori poiché il sistema calcolerà automaticamente l’importo dovuto ai fini IMU dai contribuenti, basandosi sui dati catastali aggiornati e sulle aliquote stabilite dal comune di riferimento.

In altre parole si procede verso un sistema molto simile a quello della TARI che viene pre calcolato dagli enti locali senza che il cittadino debba preoccuparsi di effettuare la liquidazione delle imposte da solo. Ai Comuni spetteranno anche altri adempimenti e il più importante è quello di definire le aliquote, secondo le nuove regole, utilizzando un prospetto standard del Ministero dell’Economia e trasmettendo i dati attraverso una piattaforma informatica dello stesso. Così non sarà più possibile effettuare deliberazioni in forma autonoma ma tutti i Comuni dovranno attenersi allo standard predisposto in sede ministeriale. Le aliquote potranno solo essere differenziate in relazione alle categorie catastali e i Comuni non saranno più liberi di creare sotto categorie specifiche, caso per caso.

Così questi potranno discernere esclusivamente tra abitazione principale, immobili di categoria catastale A/1, A/8 e A/9; fabbricati rurali ad uso strumentale; fabbricati appartenenti al gruppo catastale D; terreni agricoli; aree fabbricabili; altri fabbricati. Le aliquote rimodulate dai Comuni dovranno in ogni caso rispettare i valori massimi previsti dai commi da 748 a 755, articolo 1 della Legge di Bilancio 2020. In sostanza si prevede un periodo di complicazioni per gli enti locali i quali dovranno rimodulare le proprie previsioni di bilancio in relazione a queste modifiche e affrontare i rispettivi territori e le cittadinanze spiegando loro come saranno costretti a cambiare le regole di funzionamento sia delle aliquote che delle modalità di incasso. Dal lato dei cittadini si tratta invece di una felice modifica che pone fine a una serie di differenze irrazionali troppo spesso affidate a questioni al limite tra esigenze politiche e di bilancio.

Non siamo però così sicuri che alla fine i cittadini trarranno necessariamente un vantaggio perchè il timore è che i Comuni, messi alle strette dalla maggiore rigidità del sistema, saranno costretti ad adottare aliquote più alte e standardizzate, li dove in passato avevano cercato di mediare con le esigenze dei cittadini.

Dottore Commercialista
Revisore Legale

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