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Il commercialista

Fondi pensione, valutare l’importanza della previdenza complementare

Il fondo pensione aperto prevede per ogni iscritto un conto pensionistico individuale su cui affluiscono i suoi versamenti contributivi

Fondi pensione

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Sebbene sia un tema complesso dettato soprattutto dal fatto che non tutti i cittadini sono nelle condizioni di programmare l’accesso alla previdenza complementare, per ovvie ragioni di disponibilità di risorse, dalla riforma del tasso di conversione del rapporto tra ultima retribuzione e pensione stimata si fa sempre più stringente la necessità di accedere alla previdenza complementare per garantirsi una adeguata dignità di reddito rispetto al momento in cui si lascerà l’attività lavorativa.

L’adesione a un fondo pensione aperto consente di destinare parte dei propri risparmi per integrare la pensione di base e ricevere una pensione complementare, anche reversibile (in favore del coniuge o di altri beneficiari designati); affrontare eventuali difficoltà personali e lavorative (ad esempio, spese sanitarie per te, per il tuo coniuge e figli, acquisto e ristrutturazione della prima casa di abitazione, anche dei tuoi figli, inoccupazione); agevolare l’uscita dal mondo del lavoro e la transizione verso il pensionamento. Al risparmio previdenziale lo Stato riconosce specifiche agevolazioni fiscali. Il fondo pensione aperto prevede per ogni iscritto un conto pensionistico individuale su cui affluiscono i suoi versamenti contributivi. Le somme versate sono custodite presso un depositario autorizzato (una banca o un’impresa di investimento) e investite nei mercati finanziari, allo scopo di ottenere rendimenti che nel tempo accrescano il capitale accantonato e permettano di conseguire prestazioni pensionistiche integrative rispetto alla previdenza obbligatoria.

Le prestazioni di cui beneficerai dipenderanno dall’importo complessivo dei contributi versati, dalla durata del periodo di contribuzione, dai costi sostenuti e dai rendimenti ottenuti con l’investimento sui mercati finanziari. Tutti possono aderire a un fondo pensione aperto.

L’adesione può essere individuale o collettiva. Se il contratto di lavoro rende possibile l’iscrizione a un fondo pensione aperto si può aderire secondo le modalità previste dai contratti collettivi di lavoro, dagli accordi o dai regolamenti aziendali (adesione collettiva). L’adesione su base collettiva può avvenire anche in modalità (tacita). I lavoratori pubblici possono aderire ai fondi aperti solo su base individuale, così come i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. E’ possibile iscrivere anche i propri familiari fiscalmente a carico. L’adesione può avvenire direttamente presso la sede della società che ha istituito il fondo pensione o per il tramite dei collocatori dalla stessa incaricati e nel caso di adesione collettiva anche presso la tua azienda.

E’ possibile anche l’iscrizione via web, se la società istitutrice lo prevede. Sulla posizione individuale del cittadino che aderisce alla previdenza complementare si può versare la quota annua del Trattamento di fine rapporto (TFR), nella misura fissata dagli accordi, il contributo individuale del lavoratore, anche in misura maggiore di quanto previsto dagli accordi, e il contributo aggiuntivo dell’azienda. In base alla propensione al rischio del cittadino e agli anni che lo separano dalla pensione, questi può investire i propri risparmi scegliendo fra le linee di investimento (garantite, obbligazionarie, bilanciate e azionarie) che il fondo offre. L’importo dei versamenti e la scelta della linea di investimento possono essere sempre modificati nel corso del periodo dell’adesione.

Al momento del pensionamento e, a condizione di avere almeno cinque anni di partecipazione al fondo, si può ricevere:

• tutto il capitale accumulato in rendita, che costituirà la pensione complementare;
• fino a un massimo del 50% del montante accumulato in un capitale e il restante in rendita;
• tutta la tua posizione in capitale, ma solo se il 70% del montante accumulato dà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale Prima dell’età pensionabile, si può prelevare tutto o parte del capitale per far fronte a eventi inattesi:
• Spese sanitarie straordinarie documentate connesse a interventi e terapie conseguenti a gravissime condizioni (anche del tuo coniuge o dei tuoi figli).
• Acquisto e ristrutturazione documentati della prima casa di abitazione (per te e per i tuoi figli).
• Motivi personali e familiari.

Per altre situazioni è invece possibile riscattare in tutto o in parte la propria posizione individuale:
• Invalidità permanente o inoccupazione superiore ai 48 mesi, dimissioni o licenziamento, decesso dell’aderente.
• Inoccupazione non inferiore a 12 mesi (e non superiore a 48 mesi), ricorso da parte del datore di lavoro a mobilità, cassa integrazione guadagni, ordinaria o straordinaria.

In alternativa al riscatto, se al cittadino mancano non più di 5 anni alla pensione di vecchiaia, questi può chiedere al fondo pensione il pagamento di una rendita integrativa temporanea anticipata (cosiddetta RITA).

Per poterne beneficiare si deve aver cessato l’attività lavorativa, avere almeno 5 anni di partecipazione alla previdenza complementare e 20 anni di contribuzione alla previdenza obbligatoria.

* Dottore Commercialista
Revisore Legale

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