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Il commercialista
03 Aprile 2024 - 07:27
È caos Superbonus, il Governo decide per lo stop
Imprese coinvolte in tutta Italia, cittadini in difficoltà in tutta Italia, una serie di opportunità per milioni di famiglie ma anche di conclamate truffe sparse sul territorio, comunque di impatto inferiore rispetto al volume di entrate registrate nel Bilancio dello Stato almeno fino a che il meccanismo delle cessioni dei crediti fiscali ha funzionato.
Quando il Governo Draghi, intimorito dalle proporzioni non preventivabili della misura agevolativa del Superbonus, ha deciso per la prima stretta, l’intero settore ha iniziato a collassare su se stesso lasciando al Governo successivo, quello Meloni, l’incombenza di gestire una vicenda che pesa sul bilancio dello Stato per circa 200 miliardi di euro e che solo per le spese effettuate al 31 dicembre 2023 conta per 30 miliardi di euro non previsti, da coprire rispetto allo stato delle finanze pubbliche, al punto che il Ministro dell’Economia è costretto a rivedere il rapporto con il Ragioniere Generale dello Stato, incolpato di non aver fatto le corrette previsioni necessarie. In ballo ovviamente tutta una serie di investimenti che il Governo aveva previsto e che probabilmente non potrà finanziare. La storia del Superbonus 110 pare sia arrivata al capolinea. Con un intervento d’urgenza in Consiglio dei Ministri, il responsabile del dicastero dell’economia interviene d’urgenza e dichiara che dopo il 4 di aprile 2024 non sarà più possibile ammettere nuove operazioni di sconto in fattura per le ristrutturazioni edilizie o di cessione del credito.
Non sarà neanche più possibile ricorrere al meccanismo della “remissione in bonis” che consentiva, pagata una sanzione di 250 euro, di trasmettere tardivamente le dichiarazioni che generalmente avevano termine con il mese di marzo di ogni anno. Per il futuro tutti i cantieri in corso ancora dovranno trovare risoluzione con le risorse proprie dei cittadini, ove possibile, o in alternativa sarà tutto perso perché il Governo non intende offrire più coperture rispetto ad una vicenda agevolativa dai tanti lati oscuri, soprattutto di natura gestionale, partita durante la Pandemia da COVID19 ed oggi deflagrata in modo non più gestibile. E la colpa, almeno per nostra opinione, non è ascrivibile al valore della misura in quanto tale, di pregevole valore teorico, ma ad una serie di mancanze attuate in fase di controllo e di gestione delle procedure che ha visto cambiare le norme in continuazione, lasciando imprese e cittadini in balia di un futuro totalmente incerto, con cantieri aperti, prezzi delle materie prime saliti alle stesse, controlli dell’Agenzia Entrate - che ad onor del vero ha fatto un lavoro egregio per quanto di sua competenza - particolarmente complessi, ed anche episodi di truffe prontamente scoperti dalla Guardia di Finanza.
Cosa accadrà quindi dal 4 aprile 2024? Il meccanismo di sconto in fattura scompare del tutto ad eccezione di pochissimi casi e nonostante l’appello di molte regioni, alcune a forte rischio sismico, di prorogare la misura nelle zone di alta pericolosità. Il Superbonus infatti opera sia dal lato dell’efficientamento energetico ma pure della messa in sicurezza sotto il profilo sismico con una misura analoga denominata Sismabonus. Tutte le operazioni di sconto in fattura dovranno chiudersi entro tale data. Significa quindi che il meccanismo mediante il quale il diritto alla detrazione dei cittadini, rispetto alle spese per ristrutturazione edilizia, veniva ceduto alle imprese di costruzione in cambio della esecuzione gratuita dei lavori è definitivamente bloccato. Altrettanto vale per quelle procedure simili mediante le quali la detrazione veniva ceduta non alla impresa esecutrice ma a soggetti terzi, per esempio le banche. I crediti già presenti nei cassetti fiscali di imprese e cittadini e relativi alle operazioni pregresse resteranno utilizzabili per le cessioni o per le compensazioni ma non ne saranno ammessi di nuovi. I cittadini che vorranno portare a compimento i lavori iniziati dovranno pagarli di tasca loro, utilizzando poi la detrazione nella propria dichiarazione dei redditi. In ogni caso, e per fortuna, i cantieri dovranno essere chiusi nello stato in cui si trovano ma un emendamento alla legge di bilancio per il 2024, a firma di Forza Italia, sono fatti salvi i diritti alla cessione o allo sconto in fattura esercitati parzialmente in passato anche a cantieri non chiusi. I crediti ancora a cassetto fiscale dovranno essere preventivamente compensati con le cartelle esattoriali in mano ad Agenzia della Riscossione e non se ne potrà fare un uso libero se non dopo aver assolto a tali posizioni di debito.
Non vengono risparmiate le posizioni neanche delle ristrutturazioni edilizie eseguite da IACP, Onlus ed enti del terzo settore sulle quali in ogni caso pare si aprirà una discussione in Parlamento. Alcune forze politiche, sul tema, hanno comunque annunciato la presentazione di un emendamento per non lasciare in stato di abbandono migliaia di cittadini che non faranno in tempo a completare le opere e riattivare almeno la procedura di remissione in bonis con scadenza al mese di ottobre 2024.
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