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Il commercialista

Blogger e Influencer, è caccia agli evasori

Accertati dalla Guardia di Finanza due persone che avrebbero evaso profitti solo nel 2022 rispettivamente per 700 mila euro e per 500 mila euro

Blogger e Influencer, è caccia agli evasori

Blogger e Influencer, è caccia agli evasori

Firmato il protocollo tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per la verifica estensiva dei profitti di blogger, influencer e soggetti a vario titolo coinvolti nei nuovi fenomeni dell’economia digitale. Il caso Ferragni apre uno scenario nazionale di proporzioni enormi. Solo a Bologna, la Guardia di Finanza di Bologna ha recuperato a tassazione 11 milioni di euro di profitti completamente sconosciuti al Fisco, conducendo accertamenti, partiti dalla fine dell’anno 2022, su quattro influencer bolognesi, seguiti da oltre 50 milioni di follower, e cinque digital creator. Erano attivi sulle piattaforme OnlyFans, Escort Advisor e sui principali social network internazionali.

Le attività poste sotto osservazione riguardano principalmente la creazione di contenuti, post sui social con finalità di rappresentanza commerciale o pubblicitaria e altre attività di marketing simili. Per i cinque creatori di contenuti digitali accertati, completamente sconosciuti al fisco italiano, il controllo avrebbe consentito un recupero quasi immediato di circa 200 mila euro solo nella misura della addizionale prevista sui redditi prodotti nella commercializzazione di servizi per adulti. L’addizionale, prevista già nella legge di bilancio del 2006, era stata convertita, nel suo utilizzo, per sostenere i settori dello spettacolo gravemente colpiti dalla Pandemia. Il recupero delle imposte prodotto dalle indagini della Guardia di Finanza contribuirà in questo senso. Le attività di verifica tuttavia non sono state e non saranno solo rivolte a quel genere di creatori di contenuti digitali.

Una rilevante parte si orienterà nel prossimo futuro anche nei confronti di coloro i quali offrono servizi attraverso i canali Youtube che marginano profitti dalla pubblicità che passa attraverso riproduzioni di contenuti video. Tra questi sono stati rilevati in particolare i servizi offerti da creatori di contenuti nel settore dei videogame, particolarmente seguiti assieme a quelli di tipo sportivo e musicale. Accertati dalla Guardia di Finanza due soggetti che avrebbero evaso profitti solo nel 2022 rispettivamente per 700 mila euro e per 500 mila euro. Il memorandum sottoscritto da Agenzia Entrate e Guardia di Finanza consentirà verifiche congiunte utilizzando banche dati condivise e poteri accertativi diversi, gran parte dei quali, probabilmente affidati alle attività di polizia tributaria.

Gli orientamenti stabiliti dall’accordo riguarderanno l’incrocio delle differenze tra redditi dichiarati e tenore di vita, la verifica circa l’esistenza di conti correnti detenuti all’estero da parte di produttori di contenuti digitali, attività di cooperazione con i principali provider digitali e social network, l’analisi dei canali di distribuzione di contenuti a più alto numero di iscritti e di diffusione di dati. Sulla base di questi elementi di rilevazione congiunta sarà la Guardia di Finanza a verificare tutta una serie complessa di obblighi, da quelli di trattamento dei dati personali, a quelli in materia di diritti d’autore, di tutela dei marchi e divieto di pubblicità occulta. Ovviamente le indagini verteranno anche in materia di legalità fiscale e dichiarativa, antiriciclaggio e autoriciclaggio. Il caso Ferragni quindi, apre uno scenario accertativo di portata estremamente rilevate sebbene il primo sia nato da motivazioni differenti e non prettamente di natura fiscale ed elusiva.

E tuttavia la materia della evasione di diritti e normative, nell’ambito della produzione di contenuti digitali, colpisce aspetti anche molto distanti da quelli erariali. Le violazioni mai contestate potrebbero riguardare il mercato della cessione dei diritti d’autore difficilmente controllabile nel mare magnum della creazione di contenuti diffusi in maniera così rapida e numerosa nel mondo. Altro settore di illegalità, che sfuggirebbe ai controlli piuttosto facilmente, riguarda la detenzione di denaro su conti esteri sebbene la provenienza dei redditi prodotti sia realizzata completamente nel nostro Paese. Il mercato dei contenuti digitali vale in Italia 3,3 miliardi di euro. Il dato è del 2022 e il tasso di crescita è del 12% annuo. La stima è offerta dall’Osservatorio sulla Digital Innovation. Se la crescita continua in questa dimensione è evidente che nel prossimo futuro il settore trainerà comparti importanti della economia italiana come avviene già in ambito internazionale. Attenzione quindi, per coloro i quali operano nel settore, a regolare i propri rapporti con le normative in vigore, sia di natura fiscale che di altra natura. Attenzione inoltre a non sottovalutare aspetti connessi alla falsità della destinazione dei processi di comunicazione e promozione nel rispetto delle normative in materia penale. Il caso Ferragni insegna che da una indagine partita nel merito delle presunte false destinazioni delle attività di beneficienza connesse alla promozione di prodotti, si siano aperti altri filoni di indagine totalmente estranei ai primi.

*Dottore Commercialista Revisore Legale

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