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Il commercialista

Nuovi incentivi nella riforma fiscale: Irpef, Ires e Under 30

Si punta a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani

La riforma fiscale

La riforma fiscale

Sarà all’insegna degli incentivi in favore dei più giovani la struttura generale della riforma fiscale in iter di realizzazione, lo afferma il Sottosegretario Leo in una recente intervista a margine della approvazione in Commissione Finanze degli emendamenti alla Delega Fiscale. L’obbiettivo finale sarà quello di incentivare le condizioni che favoriscano l’inserimento lavorativo dei più giovani facendo scendere il tasso di disoccupazione giovanile oggi al 18%. Una valore troppo alto rispetto alla media europea, addirittura di tre volte rispetto alla casistica di coloro che, sotto i 30 anni, sono in cerca di un lavoro da almeno 12 mesi.

Nelle dichiarazioni rilasciate il Sottosegretario riferisce che l’impianto normativo verrà riscritto con le seguenti finalità: “fermi restando i princìpi della progressività e dell’equità del sistema tributario, stimolare la crescita economica e la natalità attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura dei tributi e la riduzione del carico fiscale, soprattutto al fine di sostenere le famiglie, in particolare quelle in cui sia presente una persona con disabilità, i giovani che non hanno compiuto il trentesimo anno di età, i lavoratori e le imprese”. Concretamente tutto questo si tradurrà in una revisione del sistema dell’imposta sul reddito delle persone fisiche con un primo passaggio da 4 a 3 scaglioni e aliquote già dal 2024 e con un obiettivo finale di una flat tax generalizzata. In questo contesto rientra la volontà di inserire, sul fronte dell’IRPEF, dei bonus dedicati ai giovani. In particolare “misure volte a favorire lo stabile inserimento nel mercato del lavoro dei giovani che non hanno compiuto il trentesimo anno di età”.

Ma il processo di revisione fiscale, negli auspici generali del legislatore tuttavia non riguarda solo una corposa riduzione dell’IRPEF; investe in verità una serie di agevolazioni ulteriori come quelle previste per il “rientro dei cervelli” e nuove misure per ridurre la fuga di giovani lavoratori formati ma in cerca di occupazione all’estero. E’ sempre il Sottosegretario Leo a ricordare che “ Trova spazio nel testo della legge delega, infatti, l’intenzione di adottare misure volte a favorire la permanenza in Italia di studenti che si sono formati sul nostro territorio e la razionalizzazione degli incentivi per coloro che tornano in Italia, dove si sono formati, dopo un periodo di occupazione all’estero. Bisognerà fare in modo che gli studenti italiani non abbandonino il territorio nazionale, non vadano all’estero o anche far rientrare in Italia i giovani che si sono trasferiti all’estero”. Una incentivazione volta a ridurre la disoccupazione giovanile avverrà anche in forma indiretta in favore di quelle imprese che incrementino le assunzioni reinvestendo gli utili, in linea con il principio che è stato protagonista nella campagna elettorale dell’attuale Governo: più assumi, meno paghi. Accanto all’aliquota IRES - l’imposta sul reddito prodotto dalle società di capitali - che attualmente, in via ordinaria, è pari al 24 per cento, troverà posto una riduzione della stessa aliquota per le imprese che, entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito, impieghino risorse in investimenti e in nuove assunzioni, a condizione che gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa.

Ancora il Sottosegretario rileva che: “Si potranno dare incentivi rafforzati all’impresa che ridurranno l’aliquota o la base imponibile dell’imposta sulle società a condizione però che la riduzione venga finalizzata agli investimenti o alle assunzioni e con specifico riferimento all’assunzione dei giovani.” Certo si tratta al momento di una struttura ideale che deve passare al vaglio del Parlamento e della Ragioneria Generale dello Stato. Prima di arrivare a vedere concretizzato il pacchetto di bonus per i giovani, ci sono ancora diverse tappe da compiere: la prima, più prossima, è il passaggio del testo al Senato. Solo dopo il via libera definitivo del Parlamento, atteso entro la pausa estiva, e l’entrata in vigore della legge delega, arriveranno i decreti legislativi attuativi che daranno forma concreta a tutte le misure tracciate a grandi linee in questa fase di confronto. Il tema della salvaguardia della condizione delle giovani generazioni non investe, per il Governo, solo l’aspetto fiscale. Questo infatti è un aspetto parziale di una strategia assai più vasta che riguarda numerosi altri incentivi che verranno. Il Governo infatti anticipa che diverranno strutturali le misure volte ad incentivare la concessione di mutui per l’acquisto della prima casa a condizioni agevolate e con garanzia concessa dallo Stato.

Analogamente sono al lavoro molti altri dicasteri con questo orientamento generale, a partire dal Ministero del Lavoro e da quello dello Sviluppo Economico. C’è da aspettarsi quindi una strategia complessiva e generale che metterà al centro degli obbiettivi del Governo l’incremento della natalità, la conservazione del ruolo primario dei giovani italiani rispetto all’attuale mercato del lavoro e il contrasto alla loro fuga che, per inciso, produce un danno non recuperabile. Formiamo infatti giovani a spese dello Stato perché vadano, nel migliore dei casi, a produrre ricchezza altrove.

Francesco Andrea Falcone
Dottore Commercialista - Revisore Legale

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