Il tema delle successioni ereditarie e quello legato ai debiti, anche fiscali, del “de cuius” si intreccia inevitabilmente tra norme del diritto civile e norme di diritto tributario, nonché semplici aspetti di convenienza che investono gli eredi all’atto di accettazione o di rifiuto dell’eredità. In linea generale, e qui per brevità ne facciamo una sintesi che non può essere ovviamente completa, l’erede è chiamato a decidere se accettare o meno l’eredità del suo parente divenendo destinatario del suo patrimonio ma anche dei suoi debiti nei confronti di terzi o dell’Erario. In linea generale gli eredi potrebbero non conoscere la consistenza completa del patrimonio e dei debiti del parente deceduto per formarsi correttamente una idea in merito alla accettazione o al rifiuto dell’eredità In questo senso esiste la possibilità degli eredi di fruire dell’istituto legale della “accettazione con beneficio di inventario” mediante il quale è richiesto l’intervento di una autorità pubblica, di solito il Tribunale di competenza, perché si faccia una stima corretta di tutti i debiti e crediti che dovrebbero poi confluire nell’eredità e gli eredi sappiano con un certo preanticipo come effettuare una scelta corretta. Nella ipotesi di accettazione, gli eredi diverranno pro quota proprietari della parte attiva dell’eredità ma anche responsabili della massa debitoria anche in questo caso limitatamente alla propria quota. Pur tuttavia questa limitazione va fatta valere di fronte ai creditori del parente scomparso, dimostrando quale è l’esatta ripartizione delle quote ereditarie e fino a che limite l’erede deve rispondere per la propria quota. Sarà necessario pertanto attivarsi nei tempi previsti dalla legge per effettuare una corretta dichiarazione di successione o in alternativa procedere al rifiuto della eredità. I creditori in ogni caso non sono tenuti a conoscere gli aspetti ripartitori se non è il singolo o l’insieme degli eredi ad attivarsi per segnalare a quale quota ciascuno dovrà fare fronte. Inoltre dal momento in cui l’eredità viene accettata, ufficialmente o tacitamente, il patrimonio dell’erede e quello ricevuto in eredità si confondono, ciòè non sono più distinguibili o separabili e così l’erede potrebbe essere chiamato a utilizzare risorse proprie per il pagamento dei debiti del suo parente deceduto. Fatta questa ampia premessa, sicuramente non esaustiva, ma riportata alla dimensione del lettore quanto più semplicemente possibile, esiste ovviamente il tema dei debiti fiscali che ricadono in capo a chi accetta l’eredità. Anche questi, come gli altri, seguono la medesima disciplina con un solo vantaggio generale, che in verità riguarda tutte le forme debitorie, e cioè che gli aspetti sanzionatori e le pene pecuniarie non possono essere trasmesse agli eredi in quanto comminate a carattere personale al de cuius. Vanno conseguentemente espunte dalla massa debitoria tutte le sanzioni, di carattere amministrativo o pecuniario, le multe e gli altri oneri simili. Sono invece da ricomprendere gli interessi passivi che invece hanno carattere di trasmissibilità. Anche in questo caso, come in quello della limitazione della responsabilità tra eredi, è necessario che gli eredi si azionino per richiedere lo sgravio delle sanzioni e delle pene pecuniarie originariamente comminate al de cuius perché questa elisione non opererà mai in forma automatica. Può in ogni caso accadere che il creditore, anche quello fiscale, esegua il recupero delle somme vantate nei confronti di uno solo degli eredi capiente prima ancora che sia fatta valere la limitazione pro quota. In questo caso sarà l’erede colpito a dover chiedere a tutti gli altri di essere risarcito per le differenze versate non di propria competenza. Si approssima in questi giorni però la possibilità di fruire della Rottamazione Quater e dello Stralcio delle cartelle esattoriali il cui valore tributario è di importo inferiore ai 1.000 euro, affidati all’Agente della Riscossione entro il 31 dicembre 2015.
Quale è l’orientamento che possono assumere coloro i quali hanno accettato eredità che contengono debiti fiscali?
Questi dovranno procedere a richiede l’adesione alla Rottamazione Quater attraverso il portale di Agenzia della Riscossione. Non potendo accedere all’area riservata del de cuius per ovvie ragioni, è possibile presentare la domanda, sempre telematicamente, accedendo all’area pubblica del sito che consente di caricare i dati identificativi dell’erede, le sue generalità e le cartelle esattoriali che si intende rottamare. Come in tutti gli altri casi, entro la fine del mese di giugno 2023 l’Agenzia della Riscossione comunicherà quali cartelle rientrano nella rottamazione e con che modalità si potrà procedere al pagamento. Tra queste, le prime due rate delle diciotto previste, riguarderà l’importo del 10% del valore complessivo della massa debitoria rottamata. Se sono presenti sanzioni non dovute, come abbiamo spiegato in precedenza, occorrerà procedere a richiederne lo sgravio direttamente all’Agente della Riscossione prima della effettuazione del ricalcolo per rottamazione. Se non si farà in tempo, si dovrebbe poter procedere successivamente al calcolo della rottamazione chiedendo all’Agente della Riscossione di applicare la norma sullo stralcio delle sanzioni in quota agli eredi. Consistendo però la rottamazione già di una forma di sgravio sanzionatorio, lo stralcio riguarderà quelle pene pecuniarie come le multe o altre sanzioni simili originariamente a carico del de cuius. Francesco Andrea Falcone Dottore Commercialista - Revisore Legale
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