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Appello ai "sequestratori"

Liberate Bitetti senza condizioni

Se c'è un voto d'opinione che può fare la differenza riguarda le scelte da compiere per questa Città. Tutto il resto è fuffa!

Liberate Bitetti senza condizioni

Era il 2017...Dei dodici candidati alla carica di sindaco ne furono ammessi dieci: Baldassari, Bitetti, Brandimarte, Cito, Fornaro, Lessa, Melucci, Nevoli, Romandini e Sebastio. Al primo turno passarono Baldassari e Melucci. Bitetti con l'apparentamento delle sue liste fu determinante per far vincere, contro ogni pronostico, Melucci.

Rinaldo Melucci proveniva da una famiglia notoriamente democristiana. Fu un'invenzione di Michele Pelillo e Ludovico Vico, che in un colpo solo, cancellarono tutti i pretendenti delle fila del Pd. Quella scelta segnò l'uscita definitiva di Bitetti dal Pd che, a vario titolo, è stato protagonista della storia amministrativa di Taranto negli ultimi otto anni.

Piero Bitetti non può vantarsi di aver favorito e guidato un esercito di opliti. Cosa che invece ha perseguito Rinaldo Merlucci dando luogo alla formazione dei melucciani...

Melucci non c'è più, e neppure Io c'entro. Ma quelli che furono i melucciani dell'ultima ora, altri lo furono e ne furono accompagnatori e ispiratori, ed oggi si arrampicano sugli specchi per negarlo, restano e rappresentano ancora il nodo decisivo da sciogliere.

Strano destino quello del Pd che, in questi anni, oltre a produrre danno a se stesso, s'impegna anche a favorirlo nel campo avverso: nel 2022 fu Walter Musillo, già segretario dei democratici a scendere in campo per il centro-destra proprio contro quel Melucci di cui era stato mentore.

Il centro destra è diviso ma continua a confrontarsi fra "anime diverse" e con diversi interessi che riguardano ambizioni e tatticismi, riferibili ai destini di chi guarda alle prossime scadenze regionali e politiche. La Lega di Salvini vorrebbe assicurarsi Taranto, intruppando parte dell'esodo melucciano, che le consentirebbe di equilibrare i rapporti di forza che hanno visto, nel recente passato, Fratelli d'Italia assicurarsi Lecce e Forza Italia Brindisi.

Equazione non semplice da risolvere se si trascura il profilo stesso del candidato. Sia Pinuccio Marchionna che Adriana Poli Bortone hanno messo in campo la propria storia ed esperienza politica e amministrativa personale, che è stata decisiva per vincere. Qual'è la storia di Tacente? Tutta da scoprire, ma è evidente che mira ad allargarsi nel campo avverso, sottraendo candidati e voti a Bitetti. e le elezioni si vincono e si perdono con i voti... La lezione di Brindisi e Lecce non è servita abbastanza per farlo comprendere!

Nel centro sinistra i tatticismi non mancano. Il traguardo delle amministrative del prossimo 25 maggio rappresenta, per molti, una tappa verso quello delle regionali.

I prodi spartani del Pd hanno scelto la discontinuità affidandone il comando strategico a Piero Bitetti, con qualche raccomandazione e una buona dote di veti, pregiudiziali e armi spuntate... a porli,  sono proprio quelli che hanno svolto il ruolo di accompagnatori di Melucci, assecondandone ogni vano e deleterio protagonismo, come quello di aver favorito nel 2022, con propri candidati, liste di partiti, movimenti e civiche, che altrimenti sarebbero rimaste clamorosamente al di sotto della soglia di sbarramento, e che oggi, si fanno distillatori di veti. Il campo largo è un campo angusto, infido e perdente come ha dimostrato quasi ogni precedente elettorale. Si autodefinisce progressista ma in pratica sembra essere un campo profughi. E quando si vince, ammesso che si vinca, non si riesce a governare.

Il Movimento 5 Stelle si è opposto alla candidatura di Piero Bitetti. La domanda è: sono davvero determinanti? Quanto portano e soprattutto quanto danno producono ad una città che è stanca delle chiacchiere di chi voleva fare dell'area industriale un fantasmagorico parco giochi? Taranto ha bisogno di cogliere le opportunità che le garantiscano sviluppo, occupazione, reddito e servizi dignitosi. Bisogna attrezzarsi di chiarezza e coraggio per dire no ai populisti che parlano alla pancia della gente senza mai risolverne i problemi veri e urgenti. Se c'è un voto d'opinione che può fare la differenza riguarda le scelte da compiere per questa Città. Tutto il resto è fuffa! E invece "tutte le forze al tavolo, riconoscono l’importanza del simbolo dei 5 stelle, auspicano di potere avere il Movimento all’interno della coalizione a supporto di Piero Bitetti". Nel campo largo si continua ad inseguire i simboli e si perdono i voti... ma qualcuno si è fatto il conto di quanti candidati e quanti voti hanno perso quelli che sedevano a quel tavolo?

Bitetti non è certamente Leonida. Districarsi fra veti e pregiudiziali di fatto non gli consente di attrezzare la falange che potrebbe portarlo a resistere per vincere. Resta ostaggio di coloro che lo hanno mandato alle Termopili, salvo che non riesca presto, nel ruolo che gli è stato affidato a liberarsi dai "lacci e lacciuoli" dei suoi sequestratori. In una situazioni estremamente complessa, per mantenere il controllo e assicurare il risultato, giocano un ruolo decisivo lucidità, equilibro, empatia ma soprattutto affidabilità e chiarezza, che vengono assicurate dall'inside man che lo affianca, il negoziatore... e quando il negoziatore si domanderà dove ha sbagliato sarà ormai troppo tardi.

Da Bari, riservatamente, lo incitano ad andare avanti...ma Taranto è figlia di Falanto e dei Partheni che ponevano rimedio alla scarsa natalità ma non potevano pienamente godere di tutti i diritti politici in patria... Quando si ribellarono, con l’avallo dell’Oracolo di Delfi, nell'VIII secolo a.C., furono esiliati in Occidente per fondare la poleis di Taras: "Ti dono Satyrion e ti concedo anche di abitare il ricco paese di Taranto e di diventare flagello per gli Iapigi..."

La guerra di Piero sembra scritta da Faber per lui: "Fermati Piero, fermati adesso. Lascia che il vento ti passi un po' addosso. Dei morti in battaglia ti porti la voce. Chi diede la vita ebbe in cambio una croce. Ma tu non lo udisti e il tempo passava, con le stagioni a passo di giava...". Quando Serse invase la Grecia, Leonida partì coi suoi trecento soldati scelti per fermarne l'avanzata alle Termopili...all'alba del terzo giorno il centro destra si affidò a Tacente iniziando la sua discesa dalle alture, aggirando lo schieramento di Piero Bitetti a guardia dello stretto sentiero delle Termopili, ma non è ancora scontato che la storia si ripeta... se il centrosinistra recupera autorevolezza e si propone come garante e motore attivo delle Istituzioni.

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