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L'intervista

Chiarelli: «Il centrodestra non è interessato a vincere»

La stoccata del commissario regionale dell'Udc

Gianfranco Chiarelli

Gianfranco Chiarelli

Sulla situazione politica a Taranto, sulle imminenti elezioni e sulle incertezze nel centrodestra abbiamo ascolta il commissario regionale dell'Udc, l'onorevole Gianfranco Chiarelli.

È mancata all’appello fino ad oggi la Politica, la sua capacità di visione, un’idea alta di progettualità della cosa pubblica. On. Chiarelli qual è la sua opinione?

Lo spettacolo al quale abbiamo assistito con le ultime esperienze amministrative a Palazzo di Città è, oggettivamente, desolante. Da bocciatura che non prevede alcun appello riparatore. Non è esistita quell’empatia necessaria tra governanti e governati. Nessuno si è accorto di un modello di gestione virtuoso per Taranto al di là di sterili proclami. Siamo in fondo a tutte le classifiche sulla qualità della vita e dei servizi offerti alla popolazione residente. Avanza una povertà diffusa, una sfiducia contagiosa, arretra anche la ricchezza prodotta. Per sintetizzare siamo davanti ad un vero sfacelo. Serve invertire la rotta senza perdere ulteriore tempo.

L’UDC, il partito di cui è commissario regionale, è pronto per le consultazioni amministrative della prossima Primavera?

Siamo a buon punto. Abbiamo il nostro candidato, di alto profilo, da offrire alla coalizione di centrodestra. La nostra lista annovera adesioni importanti e personalità in grado di definire, e rafforzare, la futura classe dirigente di questa città. Con i diversi dipartimenti interni al partito, inoltre, stiamo approntando un programma elettorale che sposi idee e proposte precise per la comunità tarantina. Spunti di riflessione con i quali inaugurare una nuova stagione all’insegna del buon governo cittadino.

Quali sono i principi guida che il centrodestra locale dovrebbe seguire per scegliere il proprio candidato alla carica di Sindaco, come dovrebbe sceglierlo per riconquistare la fiducia dei cittadini?

Si continua a commettere un significativo errore di metodo. Sembra proprio che il centrodestra non abbia imparato nulla dalla lezione del recente passato. Continua a replicare l'esperienza, tutt'altro che positiva, delle consultazioni amministrative del 2022, seguendo identiche logiche e schema. Stessi autori, probabili medesime conseguenze. Le dirò di più, è come se questo centrodestra non fosse interessato alla vittoria. Le Amministrative sono consultazione dall’alto valore identitario e bisogna scegliere candidati ben identificati, e identificabili, con la storia politico-culturale di uno specifico schieramento: di chi milita in questa metà campo, in luogo dell’altra. Il candidato alla carica di Sindaco deve avere il sostegno della base, senza spostarsi dalle indicazioni della stessa, rispettando la volontà dei cittadini tarantini: abbiamo l’obbligo di scegliere una figura politicamente non compromessa perché questo potrebbe contribuire ad allontanare i cittadini da questa consultazione elettorale. Invece che spericolate fughe in avanti, andrebbe convocato un tavolo di confronto permanente. Siamo ancora in tempo perché si corregga il tiro. È fondamentale un richiamo alla coerenza rispetto a determinate scelte, la necessità di identificare una figura che sia espressione dei tarantini. Per farlo, però, si bandiscano primogeniture e gelosie adolescenziali. E si operi su un piano di pari dignità tra tutti gli attori in campo.

Nel caso questo suo appello non dovesse essere raccolto, cosa farete come UDC?

In politica, così come nella vita di tutti i giorni, bisogna trarre le giuste conseguenze tanto dai nostri, quanto dagli altrui comportamenti. Siamo pronti ad ogni evidenza. Da forza moderata e centrista, sappiamo di essere ago della bilancia di una qualsivoglia competizione elettorale. Non comprenderlo, da parte di qualcuno, potrebbe rivelarsi un madornale errore.

Onorevole Chiarelli, come immagina la Taranto dei prossimi anni?

Taranto coltiva da sempre una certa idea di grandezza, che è alle radici della propria storia millenaria. Peccato lo faccia con inerzia ed in maniera incerta. Il capoluogo di provincia è Città Metropolitana nei fatti, senza esserlo però divenuta dal punto di vista giuridico. Annovera uno dei Porti più importanti del Mediterraneo, ma i traffici dello scalo jonico sono irrilevanti. Riveste uno strategico ruolo geo-politico mai compiutamente portato a sintesi in tutti questi anni. Somma su di sé i distinguo di modelli industriali al crocevia tra passato e futuro. Per restare alla sua domanda, credo che l’eccezionalità di Taranto sia difficilmente replicabile in altri luoghi. Che la sua vicenda straordinaria sia, al tempo stesso, croce e delizia di un processo in divenire.

 

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