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Il PD di nuovo spaccato
13 Ottobre 2024 - 06:20
Fabrizio Quarto
Le dimissioni dei consiglieri comunali del Partito Democratico, che hanno contribuito alla caduta dell'amministrazione di Massafra guidata dall'ormai ex sindaco Fabrizio Quarto, lacerano il PD nella provincia ionica, riaprono ferite evidentemente mai sanate e danno la stura a nuove polemiche interne con vista sul comune capoluogo e sulle prossime elezioni regionali.
Non è stata una settimana facile, quella vissuta dai dem tarantini. Per niente.
Nella serata di mercoledì, era stata la stessa segretaria provinciale Anna Filippetti a prendere le distanze dalla defenestrazione di Quarto: "La scelta politica di aprire le porte a una fase di Commissariamento di un Ente Locale dovrebbe essere l'extrema ratio. Consci di questo, sinora abbiamo lavorato in silenzio, come PD Provinciale, per riprendere il dialogo e rilanciare l'azione amministrativa del centrosinistra a Massafra, una delle città più grandi della provincia di Taranto. Dello strappo consumatosi, con le dimissioni consegnate a un notaio da alcuni Consiglieri Comunali, non eravamo informati. È un atto politico che non condividiamo e per discuterne le conseguenze convocheremo già nelle prossime ore la Segreteria provinciale".
Dopo che diversi sindaci della provincia, espressione della variegata area del centrosinistra, hanno espresso la loro vicinanza a Quarto manifestando "l'incredulità di fronte al perpetrarsi di comportamenti del tutto estranei alla normale e democratica dialettica a cui dovrebbero uniformarsi i comportamenti dei rappresentanti del popolo in seno alle Istituzioni", il consigliere regionale Enzo Di Gregorio ha rincarato la dose: "Quanto accaduto a Massafra non può essere derubricato a episodio marginale, ma deve assumere la dimensione di un caso politico su cui aprire una seria e profonda riflessione che deve coinvolgere i vertici provinciali e regionali del PD. Si ripete, con frequenza sempre maggiore, il prevalere di scelte personali che si discostano dalla linea del partito e della coalizione di centrosinistra. A Massafra s'impone la necessità di un segnale forte affinchè le amministrazioni locali non siano messe sotto attacco e poste nell'impossibilità di operare".
Ma che si registrino visioni diverse, tra i democratici, emerge dalla lunga nota firmata da Francesca Viggiano, tarantina, vicepresidente regionale del Partito. "Riceviamo, a mezzo stampa, l'appello, rivolto ai dirigenti del Partito Democratico, da parte di alcuni sindaci dell'area jonica affinché vengano assunte decisioni e vengano poste in essere azioni tali da rendere il PD "degna" parte integrante delle amministrazioni di area progressista. E' sicuramente comprensibile che dei sindaci esprimano solidarietà ad un altro sindaco. Meno comprensibile è la valutazione, secca e priva di contraddittorio, della condotta dei consiglieri comunali che con le loro dimissioni hanno determinato lo scioglimento anticipato del consiglio Comunale di Massafra. Ogni amministrazione ha dinamiche difficilmente leggibili dall'esterno. E questo chi più dei sindaci può saperlo?".
Dall'alto: Filippetti, Di Gregorio, Viggiano
"Se non si partecipa alla vita amministrativa di una città, non si ha contezza delle dinamiche interne e dei rapporti in seno all'amministrazione, è sempre meglio evitare di lanciarsi in giudizi, in assenza di analisi svolte nel contraddittorio tra le parti e con la conoscenza diretta dei fatti", scrive Viggiano. "Ciò che, poi, non si comprende affatto è il malcelato tentativo profuso affinché "si costringa" la segretaria provinciale o il segretario regionale ad assumere decisioni frettolose che potrebbero mettere davvero in serio pericolo la comunità democratica, non solo massafrese. Pur non volendo entrare nel merito delle decisioni assunte dal circolo di Massafra, che ha operato valutazioni e determinazioni nelle corso delle assemblee, ciò che non si può consentire è che a parlare del partito democratico siano alcuni sindaci della provincia di Taranto che peraltro non condividono con il partito medesimo le loro esperienze amministrative, in comuni dove addirittura il Partito Democratico non siede in maggioranza. I compagni appartenenti al partito democratico sanno bene che, da statuto, le decisioni più importanti vengono assunte dalle assemblee democraticamente elette e non si può discutere a mezzo stampa delle regole del partito e delle dinamiche locali, atteso che spetta ai relativi rappresentanti, sempre da statuto, ampia autonomia decisionale. E non si può, altresì, condizionare i livelli apicali affinché assumano decisioni solo per dare prova di autorevolezza, altrimenti verrebbe meno la natura democratica del partito che non è costituito da generali ma da donne e uomini che ogni giorno si impegnano per la crescita e per il bene della loro comunità".
Non manca, da parte della vicepresidente regionale, una stilettata nella chiosa finale: "L'augurio è che nessuno dei sindaci sottoscrittori dell'appello debba smentire se stesso, dimettendosi anticipatamente per candidarsi alle elezioni regionali per dare sbocco a, seppur legittime, aspirazioni personali".
Dalla Tebaide d'Italia, quindi, ha fatto sentire la propria voce il segretario cittadino del PD, Francesco Cacciapaglia. Con toni duri, a finire nel mirino è Di Gregorio. "Sorprende che il Consigliere Comunale e Regionale, di Taranto, Vincenzo Di Gregorio si preoccupi del caso di Massafra. Qualche mese fa il consigliere si è alacremente speso per far cadere l'Amministrazione di Taranto guidata da Rinaldo Melucci. Sia a Taranto che a Massafra i rispettivi sindaci hanno tradito il mandato elettorale e hanno umiliato il Pd. L'unica differenza tra Taranto e Massafra è che a Taranto, quando Di Gregorio e gli altri consiglieri del Pd si sono recati dal notaio, hanno fatto male i conti". Eccole, allora, le vecchie ferite - che fanno ancora male. Cacciapaglia continua, evidenziando come "Di Gregorio che, nonostante questa figuraccia, continua a mantenere il doppio incarico di consigliere comunale e regionale, in evidente violazione dello Statuto del Pd che vieta i doppi incarichi, dovrebbe spiegare perché a Massafra la continuità amministrativa è un valore e a Taranto no".
Parole a cui hanno fatto seguito quelle di Luca Delton, vicesegretario provinciale: "L'appello che, dopo i fatti di Massafra, ci rivolgono dieci Sindaci del centrosinistra, civici e del Partito Democratico, va ascoltato con grande attenzione. Si tratta di un legittimo e comprensibile richiamo alla responsabilità, che ci vede sensibili e che condividiamo in pieno.
I Sindaci sono il primo riferimento delle nostre comunità e sono impegnati quotidianamente, spesso in condizioni difficili, in un lavoro istituzionale faticoso e prezioso per i cittadini. I casi di Massafra e Taranto sono molto diversi. A meno di casi estremi, le Amministrazioni Comunali vanno salvaguardate.
Una veduta di Massafra
Lo stesso sentimento di vicinanza lo avvertiamo nei confronti del nostro Vincenzo Di Gregorio, oggetto di un attacco scomposto e poco lucido, a mezzo stampa, a seguito degli accadimenti di Massafra" sottolinea Delton.
Per il vicesegretario, "il nuovo corso del PD si deve concentrare sulla vita reale delle persone; questo significa fare buona politica. Ci stiamo impegnando per porre al centro della nostra azione senso di responsabilità e un'idea di progresso nel governo del nostro territorio".
"Da ex dirigente del Pd e da innamorato della bella Politica non posso che provare una infinita amarezza per la deriva che sta prendendo il Partito Democratico ionico" dice Gianpiero Mancarelli, che dal partito ha vissuto un non semplice divorzio per restare al fianco del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Per Mancarelli il PD è oggi "un partito diventato esclusivo e senza guida".
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