Cerca

Cerca

Nel giorno nero delle ferrovie

Galeotto fu quel chiodo…

Una giornata da incubo, non solo negli scali ferroviari della capitale ma anche in quelli di Napoli, Milano, Firenze e Bologna

Galeotto fu quel chiodo…

Le ridondanze tecniche che salvaguardano il funzionamento dell’impianto in caso di guasto non hanno funzionato. Un guasto alla linea di alimentazione elettrica nel nodo ferroviario di Roma ha spaccato in due l'Italia, creando enormi disagi ai viaggiatori. Un guasto alla rete elettrica ha bloccato i due snodi ferroviari più importanti d’Italia: Roma Termini e Tiburtina. La circolazione si è bloccata intorno alle 6.30 per una disconnessione degli impianti dei sistemi informativi, i treni si sono fermati e i monitor informativi si sono spenti.

Un guasto che, secondo l'Ad di Fs Stefano Donnarumma, si è verificato ben prima delle 6. "Si è tranciato un cavo, sono entrate in funzione le batterie che hanno mantenuto tutto accesso fino alle 6 del mattino e quindi nessuno di è accorto di questo. Quando le batterie si sono esaurite, si è scoperto il guasto e si è intervenuti con i tecnici”.

Una giornata da incubo, non solo negli scali ferroviari della capitale ma anche in quelli di Napoli, Milano, Firenze e Bologna

Più di cento treni cancellati tra alta velocità, intercity e regionali, ritardi fino a quattro ore, caos nelle stazioni e rallentamenti fino a sera, migliaia di turisti e pendolari bloccati, seduti sui trolley in attesa di comunicazioni, con lo sguardo fisso verso i tabelloni, per cercare di avere gli aggiornamenti sui ritardi e sulle cancellazioni dei treni.

Responsabili da individuare nei dipendenti di una ditta privata, ha accusato il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, assiduo frequentatore dei social che questa volta si è fatto vivo dopo oltre quattro ore: “Siamo al lavoro per risolvere il problema prima possibile”. "Chi ha sulla coscienza i disagi creati oggi a migliaia di persone ne dovrà rispondere" ha sottolineato, spiegando che i tecnici hanno parlato di un errore nella notte da parte di "un'impresa privata che ha piantato un chiodo su un cavo". Poi, ha aggiunto, “il tempo di reazione di fronte a questo errore non è stato all'altezza della seconda potenza industriale d'Europa".

“I problemi vissuti da migliaia di viaggiatori sono inaccettabili. Andremo fino in fondo, senza sconti, con la determinazione di chi (solo nel 2024) ha investito 9 miliardi nelle ferrovie e ha aperto 1.100 cantieri per ammodernare la linea”.

La sua dichiarazione ci ha fatto tornare alla mente il celebre monologo di Massimo Troisi sul discorso del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Troisi, in un formidabile pezzo televisivo, passato ormai alla storia al pari del discorso presidenziale, fingendosi un tecnico Rai a tu per tu con una telecamera che “s’erene scurdate appicciate” , riprese il discorso del Presidente dicendosi dispiaciuto di quanto aveva detto a lui e a quanti lo avevano ascoltato in televisione. “Nun simme state nuie!”, gli disse, ricordandogli, con ironia lieve ma tagliente che le responsabilità avrebbe dovuto cercarle fra chi governa. Un pezzo di teatro oggi attuale come mai.

Resta da chiedersi: come è possibile che, se uno pianta un chiodo nel posto sbagliato, salti tutta la circolazione ferroviaria? Qualcuno dovrà spiegare perché quelle "ridondanze tecniche", cioè i sistemi di sicurezza che si attivano in caso di problemi, non hanno funzionato. Quelle di certo non sono responsabilità di un operaio in appalto.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori