Notizie
Cerca
Il processo
14 Settembre 2024 - 10:50
Processo Ambiente Svenduto - foto d'archivio
Il processo Ambiente svenduto va a Potenza e dovrà ricominciare da zero. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Taranto, sezione distaccata di Lecce.
Nel pomeriggio del 13 settembre, alle 14.45, il presidente Antonio Del Coco ha dato lettura della sentenza con la quale ha accolto la richiesta di trasferimento a Potenza del procedimento, annullando il verdetto di primo grado e disponendo il trasferimento dei fascicoli alla Procura della Repubblica del capoluogo lucano che dovrà esprimersi sulle posizioni dei diversi imputati.
La decisione più attesa era proprio quella dell’istanza di trasferimento del processo a Potenza sulla quale i giudici di secondo grado hanno emesso una sentenza clamorosa e storica, non solo per le aule giudiziarie di Taranto. Decisione che ha sorpreso gran parte dei presenti in aula. Le motivazioni, ha spiegato il Presidente, saranno depositate fra 15 giorni.
L’agguerrito collegio difensivo aveva chiesto, e più esattamente aveva reiterato, la remissione del processo ritenendo i magistrati di Taranto potenziali parti lese in relazione al danno sanitario e ambientale provocato dell’inquinamento. Reiterato perché l’aveva già proposta in primo grado ma era stata rigettata.
La Corte si è ritirata in camera di consiglio ieri alle 11 dopo un breve intervento del Presidente della Corte Del Coco (a latere il giudice togato Ugo Bassi e sei giudici popolari) su ulteriore documentazione presentata da alcuni legali nelle ultime settimane. Dopo circa quattro ore è arrivato il verdetto. Subito dopo la lettura alcuni rappresentanti di associazioni costituitesi parte civile presenti nell’aula bunker hanno protestato vivacemente e con parole forti.
Soddisfazione e anche un po’ di sorpresa, invece, fra i difensori degli imputati. “Una decisione giusta e di grande coraggio. Se ce l’aspettavamo? In diritto sì, c’erano gli elementi per emettere questa sentenza ma occorreva grande coraggio e grande libertà che la Corte ha dimostrato di avere”. È stato il commento di alcuni avvocati.
In appello il processo è approdato con 42 imputati dei quali 39 persone fisiche e tre società.
La vicenda giudiziaria ruota intorno al presunto disastro ambientale doloso dell’Ilva targata Riva consumato fra il 1995 e il 2012, su ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione contestate a personaggi politici di quegli anni e su ipotesi di presunto favoreggiamento anche queste contro esponenti istituzionali. Accuse, queste ultime, quasi tutte prescritte ma i cui destinatari hanno presentato appello per essersi visti comminare una provvisionale di alcune migliaia di euro. L’esecutività era stata sospesa dalla Corte di secondo grado nelle prime udienze. Nel primo pomeriggio di venerdì 13 settembre è arrivata la clamorosa sentenza che ha spiazzato parecchi in aula: Ambiente svenduto a Potenza.
I più letti
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA