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Archeologia. Rischio accorpamento

«No allo scippo, Taranto è la sede naturale della Soprintendenza»

L'appello della Confcommercio

Via Duomo, Città Vecchia. La sede della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo

Via Duomo, Città Vecchia. La sede della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo

«Sdegno e rabbia. La notizia è di quelle che suscitano incredulità e che inducono a credere che ci sia un oscuro disegno verso Taranto. La provincia di Taranto si appresta a perdere un altro prezioso tassello dall’elenco, già non particolarmente ricco, degli istituti culturali che hanno sede sul territorio. Un ennesimo taglio, sta per abbattersi sulla città che dal 2021 è sede centrale della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo».

La Confcommercio di Taranto interviene sul rischio accorpamento della Soprintendenza. «Una decisione - spiegano dall’associazione dei commercianti - dettata dalla logica asettica dei numeri che, su  proposta del Ministero della Cultura,  punta ad un accorpamento delle sedi di Lecce,  Brindisi e Taranto. Una notizia che lascia attoniti in considerazione soprattutto del ruolo culturalmente strategico svolto da Taranto, sede  del prestigioso Museo Archeologico Nazionale "MArTA", e che mortifica la storia di una città che vanta sul suo territorio importantissimi siti (il parco archeologico di Saturo, il Castello Aragonese, gli ipogei di Città Vecchia) che testimoniano la centralità di Taranto, il suo ruolo di crocevia di culture e popoli».

«Non a caso sono di questi giorni le indagini geofisiche al parcheggio dell’ex mercato coperto di via Anfiteatro, a cura della stessa Soprintendenza, finalizzate a sondare il sito su cui pare sorgesse un anfiteatro romano. Il Ministero della Cultura non può, con un colpo di spugna, cancellare le aspettative  di  un territorio che faticosamente cerca di liberarsi dal cliché di città industriale e di costruirsi una nuova immagine che proprio sulla sua storia millenaria, poggia le basi  su cui costruire il  futuro della nuova Taranto, dove la cultura svolga un ruolo sociale ed economico, e dove la diversificazione produttiva apra a nuovi scenari di crescita e sviluppo. Per tali ragioni, la richiesta di  mantenimento della sede centrale della Soprintendenza Nazionale a Taranto non è una pretesa ingiustificata: la storia della città, la sua vocazione storico-culturale,  la giustifica».

«Tra l’altro - prosegue la Confcommercio - la perdita di riferimenti importanti, di istituti di rilevanza nazionale,  priva il territorio di quegli attrattori direzionali ed  amministrativi che incentivano la circolazione delle persone e che favoriscono  la crescita delle economie di prossimità.  Taranto non è solo acciaio, ma  le continue politiche di sottrazione (la vicenda dei collegamenti ferroviaria insegna) degli organi statali  confermano la incapacità, o non volontà,   del Governo di sostenere il  percorso di cambiamento».

Confcommercio Taranto invita «le istituzioni,  i rappresentanti della cultura, i cittadini a far sentire uniti la voce della comunità ionica,  per dire “No allo scippo della  Soprintendenza”».

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