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L’appello lanciato da Confartigianato
21 Agosto 2024 - 06:00
Installazione e manutenzione dei climatizzatori, l'allarme lanciato da Confartigianato
«Rovinano l’ambiente e vi fanno rischiare multe». Si rinnova l’allarme di Confartigianato Taranto in merito agli installatori abusivi di climatizzatori. Anche questa estate, con il forte caldo si è registrato un incremento della domanda di climatizzatori per rinfrescare le abitazioni e i luoghi di lavoro e migliorare la qualità della vita.
«Ma con l’arrivo dell’estate è cresciuta, ancora una volta, sia l’offerta di tecnici abusivi che si spacciano per elettricisti, installatori termoidraulici senza alcun tipo di formazione e certificazione, sia la domanda da parte di ignari cittadini (e finti ignari) che, troppo spesso, cadono nella tentazione di affidare il proprio impianto e la propria sicurezza domestica a veri sconosciuti - osservano da Confartigianato - A tutto questo si aggiungono anche le “vendite parallele” che invitano al “fai da te” nonostante la firma di liberatorie nelle quali ci si impegna a far installare ad un tecnico specializzato. Insomma, lo diciamo con rammarico e delusione: un mercato che pare esente da controlli. Come Confartigianato abbiamo stimato che il 30% del mercato dei climatizzatori sia in mano ad installatori non certificati, che lavorano a dispetto delle norme di legge e dell’ambiente e che rischiano, e fanno rischiare, conseguenze legali e sanzioni amministrative».
Per questo gli Impiantisti di Confartigianato vogliono lanciare, per il futuro, un messaggio ai clienti affinché non si facciano trarre in inganno da tecnici senza patentino e partita Iva e che non offrono garanzie e certificazioni del lavoro svolto.
«Si rischia di incorrere in sanzioni pesanti per lavoro abusivo e danneggiamento ambientale - commenta Giovanni Palmisano, presidente provinciale di Confartigianato Temoidraulici - inoltre solo le aziende certificate garantiscono efficienza e qualità del prodotto installato. Il motivo è anche quello che i climatizzatori contengono F-Gas (gas fluorurati) come gli impianti di refrigerazione, si tratta di gas inquinanti responsabili dell’effetto serra per questo soggetti a una rigida sorveglianza e possono essere trattati solo da operatori specializzati in possesso di regolare certificazione. L’installazione di questi componenti - insiste Palmisano - deve essere eseguita da imprese abilitate dalla Camera di Commercio. Un tecnico competente e autorizzato svolgerà un lavoro a regola d’arte, a tutela del proprio cliente e del pianeta, in più vi è anche un discorso di sicurezza per le persone e le cose, meglio che si sappia, in quanto il gas dei condizionatori R32 è infiammabile».
«Non è plausibile - dichiara Francesco Basile, presidente provinciale di Confartigianato Manutentori impianti - che con poche ore di corso in negozio o seguendo dei video tutorial sui canali web si abbia la presunzione di aver acquisito la competenza impiantistica e la cultura della sicurezza che le nostre aziende hanno maturato con anni di esperienza in cantiere e con la partecipazione ad una formazione continua».
«Ritorniamo sull’abusivismo dopo pochi giorni, in un altro settore, perchè è un tema molto sentito e pesante per tutto il mondo dell’artigianato - prosegue Fabio Paolillo, segretario generale di Confartigianato Taranto. Come associazione non intendiamo arrenderci, non lo faremo mai. Nel luglio dello scorso anno abbiamo avuto un incontro ad hoc con il prefetto di Taranto di allora, consci che il territorio continua lentamente ad affogare nelle sue perenni emergenze e contraddizioni, e come Confartigianato sentiamo la responsabilità di reagire ed agire, ragionando in termini di rilancio della parte sana dell’economia. Per questo proseguiremo a stimolare le istituzioni governative e quelle amministrative locali, per provare ad invertire la rotta per una delle emergenze più preoccupanti del territorio ionico: l’abusivismo e le attività illegali. Un tema che sembra non interessare molto la pubblica opinione, ma ci troviamo quotidianamente a dover affrontare un’economia sommersa dilagante, che preoccupa fortemente gli imprenditori. Siamo consapevoli - prosegue Paolillo - che è una problematica complessa e che riguarda tutto il Paese, ma il fenomeno è particolarmente diffuso e fastidioso nel nostro tessuto economico locale, già martoriato da profonde e latenti crisi di natura industriale ed ambientale. Se si vuol provare a dare una narrazione diversa del territorio dal punto di vista economico e sociale non si può certamente tralasciare il fenomeno della concorrenza sleale nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica, della falegnameria e serramentistica, dell’autoriparazione e del benessere, ovvero estetica ed acconciatura, del settore alimentare, dove la lotta di aziende e piccoli artigiani contro gli abusivi è feroce e quotidiana, ma ad armi impari. Ci sforziamo di evidenziare - prosegue Paolillo - che operare scorrettamente sul mercato porta a una destabilizzazione del sistema in termini di concorrenza sleale. Modus operandi che sta mettendo in crisi, facendo chiudere o rendendo marginali, le aziende storiche del territorio che hanno sempre operato in maniera regolare. Il mondo dell’artigianato e della piccola impresa vuole essere messo nelle condizioni di poter operare senza angosce, in un clima di serenità e di concorrenza leale e si augura che tale aspirazione non possa rimanere solo un desiderio ma sia prima di tutto un diritto».
Confartigianato chiede maggiori controlli «ma non, come poi sempre avviene, che si finisce per controllare le imprese iscritte alla Camera di Commercio, invece scovando e punendo gli abusivi, i famigerati falsi artigiani, fantasmi all’anagrafe fiscale e camerale, ma in carne ed ossa quando si tratta di sottrarre lavoro e reddito alle imprese regolari. Per questo chiediamo più attenzione nei controlli, che significa dare garanzie a cittadini e consumatori e valorizzare le competenze di chi lavora con correttezza e nel rispetto delle regole».
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