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Il caso

Sempre al fianco delle vittime di “malasanità”

L'intervento dell'avvocato Marina Venezia

I casi di malasanità ed i tempi della giustizia

I casi di malasanità ed i tempi della giustizia

Dalla mia affascinante professione ho imparato tanto, ho imparato soprattutto la solitudine, la forza e caparbietà di voler andare avanti a tutti i costi per difendere la vittima del reato in casi di “malpractice medica” in contesti ostili, farraginosi, dove la ricerca di un consulente diventa un’impresa difficile. Eppure ne ho trovati tanti preparati onesti ed integerrimi che mi hanno coadiuvato nelle mie imprese giudiziarie. E poi ho imparato molto dalle stesse vittime, persone non accecate solo dal dolore e da una sete di vendetta ma da aneliti di giustizia nei confronti di chi aveva sbagliato e sottratto loro un caro congiunto. Molte di queste vittime le definirei dei veri e propri eroi per aver accettato una grave malattia o invalidità o la morte del congiunto in modo dignitoso per poi non investire neppure il danaro avuto in risarcimento perché “tanto nessuno e niente mi potrà restituire mio figlio”. La cosa che mi fa ancora indignare per queste cause di cosiddetta “malasanità” sono i tempi della Giustizia quando una condanna non arriva in tempo perché il reato si è prescritto e quando dopo anni di durata del processo penale ci si deve imbarcare in quello civile per ottenere la quantificazione del danno. Ho casi di decessi risalenti al 2009 e poi ancora 2014 e 2015 che non sono stati ancora risarciti nonostante le sentenze di condanna definitive emesse. Le controparti che si profilano per pagare i danni non sono i medici dunque bensì le aziende sanitarie e le loro compagnie di assicurazione con le loro logiche aziendali, con i loro contratti sicché le vittime dell’errore medico sono vittime anche e soprattutto di questo farraginoso sistema per il quale non basta una sentenza di condanna emessa “nel nome del popolo italiano” ma serve ancora intraprendere altre azioni legali per il recupero di risarcimenti che arrivano dopo decenni dalla commissione di un reato o fatto illecito. E allora grazie alla mia toga che continua ad agitarsi e a svolgere il suo ruolo nel l’auspicio di trovare di fronte quella altrettanto autorevole di un giudice preparato e fiero come me di rendere giustizia. Ne ho trovati moltissimi di Magistrati così, a volte davvero innovativi, pronti al confronto dialettico equilibrato e rispettoso dei ruoli. Le vittime hanno avuto la sperata giustizia... ora è giunta l’ora di migliorare i tempi e le modalità di rendere loro fruibili quei ristori cui hanno diritto. Come avvocato sarò  sempre al loro fianco anche per denunciare le distorsioni di questo sistema. Del resto si continua a legiferare sugli errori medici e sui medici che vi incorrono predisponendo “scudi penali“ in loro favore ma alle vittime chi ci pensa? Quegli avvocati disposti a cedere pezzi della propria vita personale pur di stare al loro fianco perché una causa di questo genere è anche questo! Grazie prof. Calamandrei per avermelo insegnato!

avv. Marina Venezia

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