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L'intervento

Astensionismo, un dato allarmante

Piero Bitetti, presidente del Consiglio comunale di Taranto, analizza l’esito del voto per le Europee

Un seggio elettorale (foto d'archivio)

Un seggio elettorale (foto d'archivio)

Il popolo sovrano si è espresso ed ora è possibile tracciare un bilancio della tornata elettorale con cui gli italiani hanno scelto i 76 eurodeputati che ci rappresenteranno a Strasburgo.

L’attenzione degli organi di informazione si è comprensibilmente concentrata su alcuni dati, a partire dal livello di astensionismo. Si tratta di un dato allarmante: a votare sono stati poco meno della metà degli aventi diritto e questo certifica la disaffezione dei cittadini verso le istituzioni europee. È una disaffezione difficile da spiegare perché molti sono i fattori che concorrono a determinarla.

Piero Bitetti, presidente del Consiglio comunale di Taranto

L’Europa è percepita come distante dai bisogni delle persone; a ciò si aggiunge anche una campagna mediatica che spesso tratteggia le istituzioni comunitarie come entità impalpabili governate dalla tecnocrazia. Di più: l’Europa viene considerata debole e troppo sfilacciata al proprio interno per essere considerata affidabile e capace di assumere una posizione unitaria sulle questioni politiche più importanti. Naturalmente c’è del vero in tutto questo.

Un secondo dato rilevante è l’exploit dell’estrema destra in alcuni Stati membri e qui politologi e commentatori propongono diverse analisi.

Ci sono poi altri elementi di valutazione su cui, a mio parere, occorre riflettere. Tanto per cominciare i numeri dicono che complessivamente gli europeisti hanno avuto la meglio. Le quattro famiglie politiche che tradizionalmente si sono sempre battute per un’Europa forte e sempre più protagonista sullo scacchiere internazionale hanno ottenuto buoni risultati. I popolari si sono aggiudicati 189 seggi, i Socialisti 135, i Liberali 79 e i Verdi 53; in totale sono 456 sui 720eurodeputati eletti nei 27 Stati membri. E dunque, al di là delle trattative per l’attribuzione dei cosiddetti top job Ue - e  cioè l’individuazione dei presidenti di Commissione Ue, Parlamento europeo, Consiglio europeo e Alto Rappresentanteper gli Affari esteri – si può affermare senza tema di smentita che anche per i prossimi cinque anni coloro che lavoreranno al rafforzamento del progetto europeo saranno più numerosi di quelli che invece sperano di indebolirlo. E questa è una buona notizia.

Come pure è una buona notizia il fatto che gli elettori in più di un caso abbiano premiato la competenza e l’esperienza amministrativa dei candidati. Vuol dire che il buon governo paga,perché in realtà i cittadini scelgono volti e storie che conoscono, cioè politici capaci che si sono distinti a livello locale. Per i partiti che hanno operato questo tipo di scelte, è la dimostrazione che quando i bisogni collettivi trovano ascolto e soddisfazione, i risultati non possono che essere positivi.

Si tratta adesso di sollecitare gli eurodeputati – tutti, senza distinzione di sorta – a portare nelle stanze delle istituzioni comunitarie le istanze dei nostri territori. A questo proposito, mi adopererò in ogni modo possibile, anche con specifiche iniziative,per contribuire a rendere l’Europa un po’ meno distante e sempre più vicina a Taranto e alla Terra Ionica. Perché dell’Europa noi abbiamo bisogno.

Piero Bitetti 

Presidente del Consiglio comunale di Taranto

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