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L'intervento
19 Giugno 2024 - 19:00
Un seggio elettorale (foto d'archivio)
Il popolo sovrano si è espresso ed ora è possibile tracciare un bilancio della tornata elettorale con cui gli italiani hanno scelto i 76 eurodeputati che ci rappresenteranno a Strasburgo.
L’attenzione degli organi di informazione si è comprensibilmente concentrata su alcuni dati, a partire dal livello di astensionismo. Si tratta di un dato allarmante: a votare sono stati poco meno della metà degli aventi diritto e questo certifica la disaffezione dei cittadini verso le istituzioni europee. È una disaffezione difficile da spiegare perché molti sono i fattori che concorrono a determinarla.
Piero Bitetti, presidente del Consiglio comunale di Taranto
L’Europa è percepita come distante dai bisogni delle persone; a ciò si aggiunge anche una campagna mediatica che spesso tratteggia le istituzioni comunitarie come entità impalpabili governate dalla tecnocrazia. Di più: l’Europa viene considerata debole e troppo sfilacciata al proprio interno per essere considerata affidabile e capace di assumere una posizione unitaria sulle questioni politiche più importanti. Naturalmente c’è del vero in tutto questo.
Un secondo dato rilevante è l’exploit dell’estrema destra in alcuni Stati membri e qui politologi e commentatori propongono diverse analisi.
Ci sono poi altri elementi di valutazione su cui, a mio parere, occorre riflettere. Tanto per cominciare i numeri dicono che complessivamente gli europeisti hanno avuto la meglio. Le quattro famiglie politiche che tradizionalmente si sono sempre battute per un’Europa forte e sempre più protagonista sullo scacchiere internazionale hanno ottenuto buoni risultati. I popolari si sono aggiudicati 189 seggi, i Socialisti 135, i Liberali 79 e i Verdi 53; in totale sono 456 sui 720eurodeputati eletti nei 27 Stati membri. E dunque, al di là delle trattative per l’attribuzione dei cosiddetti top job Ue - e cioè l’individuazione dei presidenti di Commissione Ue, Parlamento europeo, Consiglio europeo e Alto Rappresentanteper gli Affari esteri – si può affermare senza tema di smentita che anche per i prossimi cinque anni coloro che lavoreranno al rafforzamento del progetto europeo saranno più numerosi di quelli che invece sperano di indebolirlo. E questa è una buona notizia.
Come pure è una buona notizia il fatto che gli elettori in più di un caso abbiano premiato la competenza e l’esperienza amministrativa dei candidati. Vuol dire che il buon governo paga,perché in realtà i cittadini scelgono volti e storie che conoscono, cioè politici capaci che si sono distinti a livello locale. Per i partiti che hanno operato questo tipo di scelte, è la dimostrazione che quando i bisogni collettivi trovano ascolto e soddisfazione, i risultati non possono che essere positivi.
Si tratta adesso di sollecitare gli eurodeputati – tutti, senza distinzione di sorta – a portare nelle stanze delle istituzioni comunitarie le istanze dei nostri territori. A questo proposito, mi adopererò in ogni modo possibile, anche con specifiche iniziative,per contribuire a rendere l’Europa un po’ meno distante e sempre più vicina a Taranto e alla Terra Ionica. Perché dell’Europa noi abbiamo bisogno.
Piero Bitetti
Presidente del Consiglio comunale di Taranto
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