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Politica

Notte elettorale, il racconto da Bruxelles

All'interno dell'emiciclo del Parlamento europeo per seguire lo spoglio

Un momento della "notte elettorale" vissuta da Bruxelles

Un momento della "notte elettorale" vissuta da Bruxelles

Si sono concluse le elezioni europee 2024 e, nell’emiciclo di Bruxelles, si è respirata aria di Europa nuova, quella che per i prossimi anni deciderà tanto sul suo futuro e sulla vita dei suoi cittadini. Durante questa giornata giornalisti sono stati invitati a seguire da vicino, all’interno del palazzo del Parlamento Europeo, l’andamento delle elezioni. Per tutti i giorni di votazione e oltre, quindi dal 6 al 10 giugno, il servizio stampa del Parlamento ha organizzato una serie di briefing per i media, fornendo informazioni generali sulle elezioni europee, compresi fatti e cifre utili sul Parlamento. I giornalisti hanno avuto modo di accedere a informazioni sulla metodologia adottata dai servizi del Parlamento per stimare i risultati, sulle misure implementate per garantire l’integrità delle elezioni e sui principali eventi politici successivi alle elezioni. In particolare ci accingiamo a raccontare quello che si è vissuti da vicino la notte tra il 9 e il 10 giugno, la cosiddetta “notte elettorale”, quella dove avviene lo spoglio dei voti in tutti i 27 Stati Membri.

Durante la notte elettorale tutta la stampa europea, tra cui Taranto Buonasera, si trova all’interno dell’emiciclo, che è la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, allestito per l’occasione a sala stampa, cercando di aggiornare tempestivamente sulle stime pubblicate periodicamente dal Parlamento Europeo. Entrati al PE si percepisce che la mobilitazione da parte della stampa continentale è quella adatta alle grandi occasioni. Si avverte l’importanza storica di questa serata.

L’emiciclo, l’area circostante e la passerella Karamanlis, dove si trovano le postazioni audiovisive per la diretta, sono state aperte ai media. L’ultimo giorno delle elezioni seguito da qui ha avuto inizio intorno alle 17:30 ed è terminato intorno all’ 01:00 di notte ed è stato interamente trasmesso in diretta con un programma speciale su Europe by Satellite e sul Centro multimediale del Parlamento. Il primo briefing per la stampa ha avuto luogo alle 17:30, per dare le ultime informazioni per la cosiddetta “notte elettorale” : la notte che vedrà il susseguirsi dei dati elettorali, dovuti al progressivo spoglio di voti, che sono stati possibili registrare alla chiusura progressiva di tutte le urne nei 27 Stati. In Italia, come sappiamo, le urne erano aperte sabato 8 e domenica 9 giugno, ragion per cui le prime stime sono state visibili solo dopo le 23:00. I cittadini italiani sono stati, infatti, gli ultimi a votare, a differenza dei cittadini degli altri Stati Membri che hanno esercitato il voto a partire dal 6 di giugno. Per questo motivo, dalle 18:15 sono state rese disponibili le stime di voto per ogni Stato in modo scandagliato, rendendo possibile una proiezione progressiva, dalle 20:30, della formazione del nuovo PE e dei seggi per ogni gruppo politico e la loro disposizione nell’emiciclo. Si è continuato in questo modo fino all’ ultimo aggiornamento verso l’01:15 in cui viene fornita una previsione delle elezioni 2024 basata su risultati ufficiali, ovvero i risultati definitivi proclamati dalle autorità elettorali ufficiali degli Stati membri e convalidati dalle autorità legislative nazionali.

Proprio sui dati forniti durante la serata viene fatta chiarezza sul tipo di dati utilizzati e sull’attendibilità di questi ultimi. Le stime che sono state pubblicate la sera sono fornite da Verian, il contraente esterno del Parlamento. Verian raccoglie i dati disponibili attraverso la sua rete di istituti affiliati presenti in tutti gli Stati membri. Durante la notte elettorale, le informazioni combinano diversi tipi di dati elettorali, variabili a seconda della disponibilità in ogni Stato membro, come exit poll, risultati provvisori, risultati finali e risultati ufficiali.

Dalle 18:15 alle 19:15 abbiamo le prime stime nazionali, fatte non su voti reali ma su ipotesi e sondaggi di Austria, Cipro, Germania, Grecia, Malta, Olanda, Bulgaria e Croazia. Il risultato sembra essere abbastanza in linea con le attese. In Austria ha vinto il FPO, un partito di estrema destra facente parte della famiglia di ID. In Olanda la destra con il PVV, partito nazionalista, conquista il 17% e in Germania AFD, che veniva data intorno al 18%, sembra scesa al 16% mentre la CDU si conferma il primo grande partito tedesco. Invece la Spd del Cancelliere tedesco Olaf Scholz scende al 14%, peggiorando il 15,8% delle Europee 2019.

Alle 20:15 arriva la prima grande notizia. Escono le stime di voto di Danimarca, Francia e Spagna. I francesi votano con il 31,50% Rassemblement national, il partito di Marine Le Pen, guidato in queste europee dal suo delfino 28enne Jordan Bardella, che con un risultato storico sconfigge pesantemente con un distacco di 16 punti il partito del Presidente Emmanuel Macron. Queste previsioni hanno scatenato un vero e proprio terremoto in Francia che ha come conseguenza lo scioglimento immediato del parlamento francese indetto dallo stesso Presidente Macron e la chiamata nuovamente alle urne il 30 giugno per le elezioni legislative. Una mossa che nei piani dello sconfitto Presidente serve per cercare di smorzare quella che è una vittoria dilagante della destra francese in queste europee.

Iniziano successivamente a susseguirsi i dati degli altri voti nazionali tra i quali l’Italia che conferma Fratelli d’Italia come primo partito con il 28% seguito da un PD al 24% per l’entusiasmo della sua leader Elly Schlein. Grande risultato dei Verdi/Sinistra Italiana e molto male per Renzi e Calenda che non superano la soglia di sbarramento. Lega, Forza Italia e M5S appaiati rispettivamente tra il 9% e il 10%. Si aggiunge una postilla sull’affluenza in Italia che dovrebbe ufficialmente essere del 49,69%, sotto la soglia “psicologica” del 50%.

La proiezione più vicina a quella della nuova aggregazione in parlamento è disponibile nella notte e prevede:

PPE - Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) 185 seggi

S&D - Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo 137 seggi Renew Europe - Gruppo Renew Europe 80 seggi

ECR - Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei 73 seggi ID - Gruppo Identità e Democrazia 58 seggi

Verts/ALE - Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea 52 seggi

The Left - Il gruppo della Sinistra al Parlamento europeo - GUE/NGL 36 seggi NI - Non iscritti 46 seggi

Altri - Neoeletti senza appartenenza a un gruppo politico del Parlamento uscente 53 seggi.

Già questo risultato rincuora in qualche modo i centristi e la coalizione formata da PPE, Socialisti e Liberali, che ha guidato la scorsa legislazione e che potrà, almeno ai numeri, guidare anche la successiva senza obbligatoriamente creare alleanze con la destra radicale.

Le varie considerazioni che si possono riassumere da questa notte elettorale che si è conclusa figurativamente alle 11:00 di lunedì 10 giugno quando nell’emiciclo del Parlamento si è tenuta una riunione informativa sui risultati provvisori delle elezioni e le prossime tappe, sono le seguenti:

Ursula von der Layen, Presidente della Commissione e candidata per un secondo mandato, insieme al suo partito EPP ha stravinto le elezioni. Lei stessa afferma: «abbiamo vinto le elezioni. Siamo di gran lunga il partito più forte. Siamo ancora l’ancora di stabilità e i votanti hanno riconosciuto la nostra leadership negli ultimi 5 anni». Continua poi: «queste elezioni lanciano due messaggi. Il primo è che rimane una maggioranza di centro per un Europa più forte, e questo è cruciale per la stabilità. Il secondo è che è sicuramente vero che gli estremisti a sinistra e a destra hanno molti sostenitori, ed ecco perché questi risultati chiamano a una grande responsabilità per i partiti di centro». Quindi, considerando tutti e 27 gli Stati Membri, la coalizione PPE, S&D e dei liberali si è rafforzata poiché i parlamentari che verranno a Bruxelles e Strasburgo nella prossima legislatura saranno sempre per lo più di questi tre partiti.

L’estrema destra è diventata, come ci si aspettava, più numerosa nei seggi del PE ma non solo non è indispensabile per una maggioranza, ma non avrà neanche le caratteristiche ideologiche per aspirare a far parte di una coalizione, come precisato dalla Von der Leyen, che deve dare come priorità l’aiuto militare all’Ucraina e una stabilità che si basa su una maggioranza ampia e pro-Europa. Nonostante gli ottimi risultati dei partiti di destra radicale in Italia, Germania e Francia regge quindi la coalizione centrista. Ciò che però non fa dormire sogni tranquilli alla attuale Presidente della Commissione è la nomina del nuovo Presidente della Commissione da parte del Consiglio Europeo che avviene prima della approvazione del PE. Considerando, infatti, che la Francia ha indetto nuove elezioni che saranno probabilmente vinte dalla destra, la Germania ha un governo molto debole, L’Italia col governo di destra si è rafforzata, i grandi Paesi europei sono guidati o quantomeno influenzati pesantemente dalle destre. All’interno del Consiglio Europeo, ovvero della riunione tra tutti i leader nazionali dei 27, la destra avrà un peso molto maggiore e quindi assisteremmo ad un Consiglio Europeo a trazione destrorsa e un Parlamento Europeo dove l’alleanza tra i centristi popolari e i socialisti rimarrà un alleanza guida.

Andrea Palazzo

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