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Sanità

Papilloma, il "caso vaccino": riflettori sulla Regione

L'intervento del Garante della Privacy

Papillomavirus, la vaccinazione

Papillomavirus, la vaccinazione

L'occhio del Garante della Privacy sulla legge made in Puglia in merito alla vaccinazione anti papilloma virus

Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti inviato una richiesta di informazioni alla Regione sul progetto di legge che introduce l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori e università, di presentare una certificazione di avvenuta (o mancata) vaccinazione al Papilloma virus - Hpv per potersi iscrivere ai relativi corsi di istruzione. Nella richiesta di informazioni il Garante ricorda che il Regolamento europeo sancisce un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni. Viene precisato inoltre che, sulla base della normativa di settore, la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione può essere richiesta dal personale scolastico esclusivamente nei casi di vaccinazioni obbligatorie. Tenuto conto della particolare delicatezza dell’iniziativa che vede coinvolti anche gli studenti minorenni, il Garante ha dunque invitato la Regione a far pervenire ogni elemento di informazione utile alla valutazione del caso.

Il 21 maggio scorso è stata approvata all’unanimità la proposta di legge “Misure per l’aumento della copertura della vaccinazione anti Papilloma virus umano (HPV) e la prevenzione delle infezioni da virus respiratorio sinciziale nel neonato (VRS - bronchiolite)”, di cui è primo firmatario il consigliere regionale di Azione, presidente della Commissione bilancio, Fabiano Amati.

La legge approvata contiene le misure per conseguire l’aumento della copertura della vaccinazione anti Papilloma virus umano (HPV) e la prevenzione delle infezioni da Virus respiratorio sinciziale nel neonato (VRS - bronchiolite). “Nello specifico” si legge in una nota diffusa della Regione, “si tratta di una strategia per rendere la rete informativa a magie strettissime, così da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza. Al fine di rendere capillare il dovere d’informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia d’età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV, ovvero un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle ASL di riferimento, attestante la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino. L’attestazione rilasciata dai centri vaccinali può anche limitarsi, su formale richiesta dagli esercenti della responsabilità genitoriale o, ricorrendone i presupposti di legge, dagli stessi interessati, al mero riferimento sull’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione. Per ciò che attiene la strategia di prevenzione delle malattie da VRS – bronchiolite, al fine di rendere disponibile un’efficace strategia di prevenzione delle malattie causate dal Virus respiratorio sinciziale (VRS) nei bambini, è autorizzata la somministrazione degli anticorpi monoclonali umani approvati dalle autorità regolatorie. La somministrazione è effettuata in ambito ospedaliero, prima delle dimissioni dal reparto di maternità, per tutti i bambini nati nel periodo epidemico ottobre-marzo; a cura dei servizi territoriali, possibilmente nel mese di ottobre e comunque prima della conclusione del periodo epidemico, per i bambini nati nel periodo aprile-settembre. Le modalità di somministrazione, i dosaggi e la periodicità, sono quelli stabiliti dai documenti approvati dalle autorità di regolazione e dalle linee guida più aggiornate. La strategia preventiva andrà integrata e resa complementare ad altre modalità di prevenzione primaria qualora si rendessero disponibili”.

La Regione Puglia

Di «strategia d’urto mai utilizzata in Italia, poiché subordina a un colloquio informativo finalizzato alla vaccinazione anti-Hpv l’iscrizione a scuola dei ragazzi da 11 a 25 anni» ma non di «obbligo vaccinale» hanno parlato i consiglieri regionali Fabiano Amati e Pierluigi Lopalco, promotori della proposta di legge, e i consiglieri sottoscrittori Sergio Clemente, Sebastiano Leo, Ruggero Mennea, Saverio Tammacco e Mauro Vizzino.

Amati ha annunciato l’intenzione di chiedere un colloquio al Garante per la Privacy, sottolineando che «anche la dichiarazione di rifiuto al colloquio è assoggettato alla normativa sulla tutela dei dati e in particolare quelli sanitari. Quindi, nessuno può impedire l’iscrizione a scuola, poiché sono offerte tutte le alternative di libertà di scelta e il ruolo della scuola - all’atto dell’iscrizione - è solo una modalità ragionevole di diffondere le informazioni più adeguate alla prova scientifica». «Questo meccanismo - ha aggiunto il consigliere regionale - è altresì giustificato dal fatto che la vaccinazione anti-HPV è fortemente raccomandata, nonché inserita nei Lea, e perciò è imposto il dovere, a tutte le istituzioni, comprese le scuole, di far conoscere la sua utilità. Se invece la vaccinazione fosse stata obbligatoria, ovviamente, avremmo previsto l’obbligo di vaccinazione, subordinato all’iscrizione; non essendo, quindi obbligatorio, si è prevista la formula del dissenso informato. Quindi nessun obbligo di vaccinazione, ma solo il dovere d’informarsi, quale presupposto per dissentire»

Dal punto di vista prettamente sanitario, l’aula ‘Roberto Lala’ gremita ha ospitato il corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei Medici di Roma dal titolo ‘Focus multidisciplinare su Hpv’. Oltre 100 i medici e gli odontoiatri che hanno preso parte all’evento, incentrato su un tema, quello appunto del virus oncogeno Hpv, che sta particolarmente a cuore all’Ordine dei medici della Capitale e che si vuole portare all’attenzione dei cittadini, soprattutto considerando proprio l’importanza della vaccinazione, decisiva nel prevenire la patologia. Un programma ricco di tematiche interessanti e di elevato valore scientifico e clinico quello tenutosi nella sede dell’Ordine di Roma, su cui si sono soffermati relatori di alta caratura che hanno offerto numerosi spunti e valide indicazioni ai colleghi su come affrontare l’Hpv, «che - ha sottolineato la consigliera dell’Omceo Roma e coordinatrice dei lavori del corso, Sabrina Santaniello - colpisce entrambi i sessi e rappresenta una malattia in cui l’età si è notevolmente abbassata. A questo si aggiunge il fatto che spesso non esiste una buona comunicazione tra le varie discipline per potersi fare carico dei pazienti affetti da Hpv e per fare uno screening a 360 gradi: mi riferisco all’odontoiatria, ma anche alla ginecologia e all’andrologia».

A Maria Grazia Tarsitano, responsabile formazione dell’Omceo Roma, il compito di portare i saluti istituzionali e del presidente dell’Ordine della Capitale, Antonio Magi. «Dare l’opportunità di eventi di così alto pregio alla nostra platea di iscritti, che sono 48mila- ha sottolineato- ha per noi davvero una grande rilevanza».

Coordinatore scientifico del corso Umberto Romeo, medico orale dell’Università Sapienza. «Questo incontro - ha affermato- è stato un vero e proprio corso di aggiornamento su una tematica, quella dell’Hpv, piuttosto attuale. Un corso che insieme alla dottoressa Santaniello abbiamo voluto fortemente per cercare di diffondere sempre di più il messaggio sulla importanza della prevenzione delle infezioni di una patologia che si trasmette sessualmente».

«Il papilloma virus - ha evidenziato il presidente della Commissione albo odontoiatri (Cao) di Roma, Brunello Pollifrone - è un nemico silente». Un nemico forse ancora poco conosciuto e che non deve essere sottovalutato ma che, invece, deve essere trattato grazie al vaccino nonavalente.  Una patologia silente, dunque, ma gli esperti hanno tenuto a precisare che il 90% delle pazienti che si infettano con Hpv guarisce, mentre solo l’1% diventa cancro. Il tumore della cervice è in realtà un evento raro di una comune infezione. L’Hpv è un nemico che colpisce indistintamente ragazze e ragazzi, donne e uomini, è «il virus delle pari opportunità». «

Contrariamente a quanto si pensa- ha poi aggiunto Umberto Romeo - non è infatti una patologia, un’infezione che interessa soltanto il genere femminile, ma spesso riguarda il genere maschile. Le campagne di screening che abbiamo fatto sono state focalizzate soprattutto sul genere femminile, invece bisogna pensare che si tratta di un problema che riguarda anche gli uomini. E l’aspetto particolare che abbiamo voluto dare a questo incontro è stato quello di mettere a fuoco gli aspetti sulle varie localizzazioni dell’Hpv a livello del corpo umano». «Con la professoressa Alessandra Pierangeli - ha spiegato- abbiamo parlato della storia naturale dell’infezione da Hpv, con gli ultimi aggiornamenti virologici e diagnostici: è emerso che le infezioni da Hpv sono le più frequenti infezioni sessualmente trasmesse sia nell’uomo che nella donna e che 15 genotipi di Hpv considerati ad alto rischio causano circa il 5% di tutti i tumori dell’uomo e della donna. Siamo poi passati ai vari distretti, partendo dall’Hpv a livello anale con le relazioni della professoressa Gabriella d’Ettorre e del dottor Eugenio Nelson Cavallari, che hanno parlato di emergenza sanitaria mondiale».

Secondo l’Oms, infatti, un giovane su tre è positivo per Hpv a livello anale e un giovane su cinque ha una infezione da Hpv con caratteristiche oncogene. Ciò significa che questi giovani di età superiore ai 15 anni andranno incontro a un tumore se non si interverrà con la prevenzione, lo screening e il trattamento. E la prevenzione ha certamente funzionato nei Paesi ad alto reddito, dove si è ridotta l’incidenza di cancro cervicale a circa 6 casi su 100.000 persone l’anno, a fronte di quanto accade invece nei Paesi a basso reddito, dove l’incidenza è pari a 16,9 casi su 100.000 persone l’anno.

«Con la professoressa Innocenza Palaia e il professor Violante Di Donato-ha inoltre detto Umberto Romeo- è stato fatto il punto delle lesioni ginecologiche, probabilmente il distretto su cui ci si è soffermati maggiormente e dove si è fatta maggiore prevenzione».

In Italia, hanno informato i relatori, abbiamo circa 6.500 tumori correlati all’Hpv. La maggior parte sono neoplasie della cervice uterina ma anche dell’orofaringe, della vulva, del pene, dell’ano e della vagina, senza dimenticare gli 80mila condilomi e le 12mila lesioni anogenitali di alto grado. «Continuando in questo nostro percorso lungo il corpo umano- ha dichiarato Romeo- con il professor Daniele Gianfrilli siamo arrivati alle lesioni andrologiche Hpv correlate per poi affrontare le tematiche relative al distretto testa-collo con la mia relazione e con quelle del dottor Gianluca Tenore e del professor Gaspare Palaia. Nel mio intervento di chiusura ho ricordato l’importanza di realizzare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale proprio per il paziente affetto da Hpv, cercando di fare la maggiore prevenzione possibile».

Il corso ‘Focus multidisciplinare su Hpv’ si è concluso con le parole della dottoressa Valentina Terenzi, che si è soffermata sul management chirurgico dei carcinomi dell’orofaringe Hpv-correlati.

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