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29 Maggio 2024 - 18:30
La conferenza del Pd. Da sinistra: Luca Contrario, Francesca Viggiano, Lucio Lonoce, Luca Delton, Mattia Giorno
Ciò che da tempo viaggiava sotto traccia è venuto a galla. Almeno nelle parole che sono state utilizzate da consiglieri comunali ed ex assessori del Pd nel corso di una conferenza stampa convocata dopo l’ennesimo smottamento della maggioranza del sindaco Rinaldo Melucci, non in grado - anche nell’ultima seduta consiliare - di garantire da sola il numero legale.
A scoperchiare la pentola dei minestroni che si stanno cucinando in vista delle elezioni europee è stato l’ex assessore Mattia Giorno: «C’è un pezzo forte della maggioranza, quello più vicino al sindaco Melucci, che sta facendo campagna elettorale per il senatore Roberto Marti, della Lega. A dimostrazione del fatto che la visita del ministro Salvini per l’inaugurazione del cantiere delle Brt, aveva un significato soprattutto politico e non istituzionale. Un altro pezzo di maggioranza è vicino a Fratelli d’Italia, altri appoggiano Stati Uniti d’Europa ma non Stellato (che è candidato, ndr) altri ancora invece sono con Stellato». Insomma, a detta del Pd esisterebbe una tacita alleanza tra maggioranza e pezzi di centrodestra: «Oggi esiste una maggioranza lontanissima da quella voluta dagli elettori. Siamo di fronte ad una stortura del sistema politico-democratico. Il centrodestra esca allo scoperto e si assuma la responsabilità istituzionale del proprio operato. Ormai siamo ad un rassembramento di persone che pur di non rinunciare al proprio posto aderiscono ad una maggioranza senza condividere un modello gestionale-amministrativo o una visione di città».
I travagli interni all’amministrazione comunale e la traumatiche divisioni che si sono prodotte tra ex alleati, avrebbero ripercussioni anche nell’organizzazione degli uffici comunali. La denuncia è arrivata da Lucio Lonoce: «Ci sono dipendenti comunali, di alto profilo, che prima collaboravano con noi e ora sono stati dirottati in altri uffici. Non era mai accaduto prima d’ora e mi risulta che anche i sindacati si stiano muovendo per fare luce su questa situazione». Saremmo insomma di fronte a presunte ritorsioni che si rifletterebbero, quindi, sull’assetto degli uffici.
«Questa - ha incalzato Luca Contrario - è una maggioranza cangiante, gestita con metodo schizofrenico, che però continua a non avere i numeri per governare. È una situazione che crea anche paralisi amministrativa su provvedimenti fondamentali. Se non fosse stato per il senso di responsabilità dei consiglieri del Pd, non sarebbe stata approvata la variazione di bilancio per recuperare gli ottocentomila euro stanziati dalla Regione per i Giochi del Mediterraneo».
Ha affondato i colpi anche l’ex assessore Francesca Viggiano: «Abbiamo un sindaco sempre più vicino al governo, un governo che però ritira le risorse per Taranto e su questi aspetti Melucci non dice una parola». Viggiano ha anche sottolineato «l’inadeguatezza del management delle aziende comunali» e in particolare si è soffermato sulla recente istituzione del servizio di ritiro ingombranti da parte di Kyma Ambiente: «Ma si può allestire un punto di raccolta rifiuti in Piazza Ebalia, che dovrebbe essere uno dei luoghi più turistici della città? Queste scelte sono in evidente contraddizione con l’obiettivo di fare di Taranto una città turistica».
Per il vice segretario Luca Delton, «Melucci ha tradito il patto elettorale, infischiandosene della volontà degli elettori con il suo risiko di consiglieri e assessori». La conclusione: «Taranto non può essere governata così, ne traggano le conseguenze».
IL CASO ODONE. Nel frattempo cambia ancora la geografia del consiglio comunale. Sconfessato dal Movimento Cinquestelle per aver garantito con la sua presenza in aula il numero legale ad una maggioranza in difficoltà, il consigliere Mario Odone ha ufficializzato la fuoriuscita dal M5S e la sua adesione al gruppo misto di opposizione. «Ritengo - ha spiegato il consigliere in una intervista rilasciata a Telerama - che in questa fase il Movimento Cinquestelle non abbia una opportuna gestione dei rapporti con l’amministrazione comunale, per questo ho ufficializzato la mia uscita dal M5S per ragioni personali e politiche. Siamo chiamati per amministrare e nell’ultima seduta ha prevalso il mio senso di responsabilità istituzionale: il sindaco non c’era per motivi di salute, la consigliera Mignolo è arrivata in aula in carrozzina e c’erano provvedimenti importanti da approvare. Per queste ragioni ho preferito rimanere in aula con senso di responsabilità».
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