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Fede
24 Maggio 2024 - 18:00
La processione di Santa Rita (foto Pasquale Reo)
Mercoledì sera, 22 maggio, una grande folla ha salutato il passaggio per le vie cittadine della processione di Santa Rita, organizzata dalla parrocchia cui è intitolata, guidata da mons. Gino Romanazzi. I canti e le preghiere intervallate dalle marce sinfoniche della banda “Paisiello” diretta dal m. Vincenzo Simonetti hanno accompagnato il cammino del simulacro della santa, accolta da una vera pioggia di petali di rose. La storia di Santa Rita è legata in modo particolare a questo fiore che colora delicatamente il mese di maggio. I biografi raccontano che negli ultimi momenti di vita, la donna, immobilizzata a letto, chiese alla cugina una rosa e due fichi colti nella casa paterna. Era inverno, ma i fiori e i frutti c’erano e gliene furono portati. La rosa divenne così il simbolo di Santa Rita: un’esile ed umile donna riuscita a fiorire nonostante le spine riservatele dalla vita, donando il buon profumo di Cristo e sciogliendo il gelido inverno di tanti cuori.
Santa Rita è definita “la santa dei miracoli impossibili”, come quello della parrocchia a lei intitolata, in un quartiere che senza la sua presenza sarebbe divenuto probabilmente un grigio dormitorio. E ha fatto davvero impressionare costatare la presenza di tantissime persone che, prima della processione, hanno assistito alla santa messa celebrata all’aperto, con quindici sacerdoti che nel frattempo hanno amministrato il sacramento della confessione e circa 150 volontari pronti a ogni evenienza, distribuzione di bottigliette d’acqua comprese.
A conclusione della processione, don Gino ha invitato caldamente a partecipare all’ultimo appuntamento conclusivo in programma sabato 25 alle ore 20, dal titolo “La festa sta per cominciare, corri e non fermarti, amico mio”. Come ogni anno sull’ampio piazzale della chiesa sarà possibile “l’autopranzo” con tavolini e sedie in quantità che saranno a disposizione di tutti per cenare insieme, condividendo focacce, dolci e leccornie varie che ciascuno porterà da casa, in uno spirito di vera amicizia sociale, per un dialogo e un incontro in cui ciascuno offre il contributo della propria esperienza alla vita comune. Il tutto, allietato da canti, giochi e balli mentre a disposizione dei bambini, nell’apposito spazio, ci sarà lo spazio-giochi. Non mancherà uno spettacolo di girandole e cascate luminose per tenere tutti con il naso all’insù, sotto un cielo che si preannuncia ricco di stelle.
Come avvenuto nella giornata di mercoledì, giovani volontari, con le magliette recanti la scritta “Quelli del 22 maggio”, testimonieranno la bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo, accogliendo quanti interverranno: una grande occasione per loro e per chi li incontrerà.
“La festa popolare in piazza –spiega don Gino - è una sollecitazione appunto a ‘non incrociare le braccia’ e correre verso la Speranza, della Letizia e della Bellezza offerteci in questa occasione. Non un protocollo che si ripete ogni anno, ma un invito che si rinnova per condividere lo stupore, ma anche la responsabilità di fronte all’atteggiamento di Dio che non si stanca mai di mandare i suoi servi a chiamare alle nozze dai crocicchi delle strade. Questa festa, come avvenuto alla processione, ci donerà la gioia di essere accolti nel desiderio di una vita che vuole essere colmata dalla tenerezza di Dio, in una esperienza di persone che manifestano il desiderio di vivere la loro appartenenza a una realtà comunitaria”.
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