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Europa a rischio attentati

Isis Khorasan la strage a Mosca

Isis Khorasan  la strage a Mosca

La Russia è sotto shock. Rivive gli attentati degli islamisti ceceni, del 2002, in un teatro a Mosca che causò oltre 170 morti e quello dei kamikaze del 2017, nella metropolitana di San Pietroburgo, dopo la repressione delle insurrezioni islamiste in Cecenia e nel Daghestan

Mosca è tappezzata di manifesti sui cui c'è scritto 'Siamo in lutto'.

Il sindaco ha cancellato gli eventi che avrebbero dovuto svolgersi questo fine settimana nella capitale russa,

I vigili del fuoco, nella notte, hanno domato l'incendio nel locale dove si trova anche un centro commerciale di Krasnogorsk, alla periferia di Mosca. L'attacco è iniziato contemporaneamente nell'auditorium e nel foyer, dove le persone erano ancora in coda per entrare nella sala. Gli attentatori, con in dosso tute mimetiche e armati con kalashnikov, hanno fatto irruzione nella sala dove si sarebbe dovuta esibire una band. Hanno sparato a distanza ravvicinata. Il concerto aveva registrato il tutto esaurito. C’erano oltre 6mila persone all'interno del locale quando sono scoppiate le fiamme che hanno poi fatto crollare il tetto dell'edificio

L'Isis ha rivendicato l'attacco con un messaggio sul canale Telegram del gruppo jihadista: Miliziani dello Stato islamico "hanno attaccato un grande raduno alla periferia di Mosca" e poi si sono "ritirati sani e salvi nelle loro basi".

L'amministrazione Biden aveva avvertito il dovere fornire ai russi le informazioni di intelligence, ritenute drammatiche, relative al rischio di attacchi da parte dell'Isis. Nei giorni scorsi il Dipartimento di Stato aveva anche diramato, attraverso la sua ambasciata a Mosca, un allerta ai suoi concittadini in Russia, invitandoli a evitare i luoghi pubblici, "comprese le sale concerto".

Circa due settimane fa l'Fsb, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, aveva eliminato una cellula della branca afghana dell'Isis che pianificava un attacco armato nella capitale.

L'allarme dell'ambasciata americana era stato lanciato dopo che, il giorno prima, l'Fsb aveva detto di aver sventato un attacco con armi da fuoco contro i fedeli di una sinagoga nella capitale.

L'intelligence russa aveva precisato che l'attentato era stato pianificato da una cellula del Wilayat Khorasan, "La terra del sole", regione storica che comprende parti dell'Iran, dell'Afghanistan e del Pakistan.

La branca afghana dell'Isis, apparsa per la prima volta nel 2014, che si pone come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca vari Paesi asiatici, tra cui l'Afghanistan, il Pakistan, l'Iran, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l'Uzbekistan.

Il leader del gruppo è l’emiro Shahab al-Muhajir. Sotto la sua guida, il gruppo terroristico con la sua brutalità, compie numerosi attacchi contro civili, forze governative e minoranze religiose, in particolare quelli che si alleano con “gli Infedeli”.

Storicamente, in Europa, abbiamo avuto bolle di sostenitori dell'ideologia jihadista che crescono e cambiano direzione quando si verifica un grande evento geopolitico come la guerra tra Israele e Hamas. Lo Stato Islamico "ha sia la capacità che l'intenzione di compiere attacchi in Europa". "Il rifugio sicuro di cui gode la sua filiale in Afghanistan ha permesso all'IS Khorasan di rafforzarsi e di esportare il suo terrore nella regione. L'obbiettivo è quello di arrivare poi all'Occidente

Il timore degli Stati europei è quello che la propaganda dello Stato Islamico, soprattutto dopo il conflitto in Medio Oriente, sia più efficace nell'attrarre reclute in Europa. Il metodo è sempre lo stesso: organizzare attentati terroristici. Questo potrebbe significare mobilitare agenti operativi collegati a loro o semplicemente trovare nuove reclute online attraverso la propaganda. Alimentare tensioni sociali e un clima di paura è la strategia principale dei gruppi terroristici. Tuttavia, le preoccupazioni europee per il terrorismo si basano sul rischio reale di un ritorno degli attacchi dell'Isis.

Vi è tuttavia un ulteriore preoccupazione, che riguarda la reazione di Putin. L’invasione e la guerra con l’Ucraina vede impegnata la parte preponderante della sua forza militare su quel fronte, indebolendo di fatto la sicurezza interna. Lo dimostra la facilità con cui è avvenuto l’attacco su un obiettivo sguarnito nonostante il rischio annunciato.

Questo potrebbe determinare un accelerazione del conflitto e, contemporaneamente giustificare strumentalmente, la vendetta di Putin con una ulteriore stretta della libertà in Russia.

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