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Regionali Basilicata

Conte e Schlein scelgono di perdere

Conte e Schlein scelgono di perdere

Chiorazzo si, Chiorazzo no. Lacerenza si, Lacerenza no.

Anche in Basilicata il PD non fa una gran figura. Al Nazareno un tempo le scelte si affidavano alle primarie aperte, non al primario individuato nel chiuso di in una stanza.

A sinistra la Speranza è l’ultima a morire... e tutti speravano in lui, ma Roberto non ci ha mai pensato, nemmeno per un attimo: “Non cambio idea, non mi candido”. Segno evidente che lui è il primo a non averci mai creduto, nel fatidico campo largo. La conferma di un giudizio che già nel 2018, Giachetti volle affidare all’assemblea nazionale del Pd: “hai la faccia come il culo...”.

Il risultato è già nelle urne e Bardi si rafforza. E’ il suo campo che si allarga con Italia Viva e Azione…

Quel che sta avvenendo nella terra di Rocco Scotellaro è singolare. Pensano di poter decidere per tutti: "Le forze politiche del campo democratico, progressista ed ecologista della Basilicata si sono riunite e hanno indicato all'unanimità Piero Marrese”. Lo hanno annunciano in un comunicato. Decidono loro, per tutti, e decidono di perdere. Schlein, che tutti s’immaginavano battagliera continua a scivolare, avviluppata dentro la logica del campo largo. L’ondivago avvocato del popolo, se la porta a spasso verso il burrone. Pone veti e limiti ai quali il Pd assiste passivamente e si adegua.

Si aspettano l’ubbidienza, invitando chi volesse farlo, ad unirsi alla disfatta. Lo sanno bene, ma proseguono senza meta e tanta protervia, perdendo l'obiettivo di proporre ai lucani un candidato alternativo che possa soddisfare le legittime aspettative di tutti gli attori, a partire da un elettorato di lunga e radicata tradizione socialista. A farsene interprete è l’on.le Gianni Pittella, già vicepresidente vicario del Parlamento Europeo e presidente dell'alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici europei, oggi Sindaco di Lauria:

“La pervicace sequela di errori nel centrosinistra lascia sgomenti. Un misto di superficialità ed arroganza nel metodo e nelle imposizioni, buon ultimo il veto da parte dei 5Stelle con il silenzio complice del PD, su una vasta area lberal riformista, rappresentata da Azione, e che avrebbe costituito un valore aggiunto politico, culturale ed elettorale.

Comprendo pertanto le ragioni della scelta “obbligata" di quest'area a livello locale ma non posso non esprimere amarezza e disappunto per come sono andate le cose e per l’esito raggiunto.

Chi ha la mia storia politica e culturale considera Azione una forza laica e riformatrice, una sorta di partito d’azione di antica memoria, prezioso per allargare la capacità di attrazione del campo progressista ad un elettorato moderato e riformista, di ispirazione liberale e socialista, laica e cattolica.

Ma i tempi sono difficili e con questi tempi dobbiamo fare i conti. E riprendere a breve il filo del ragionamento politico, consapevoli che prima o poi le buone ragioni ritroveranno la loro strada".

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