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#Zerobarriere

Una società giusta, a misura di tutti

Migliorare la qualità della vita dei cittadini ed in particolare delle persone diversamente abili

Una società giusta, a misura di tutti

Pensate a quanti e quali spostamenti compiamo nella vita di ogni giorno partendo dalla nostra abitazione, il nostro bagno, il nostro condominio, la nostra strada, il nostro quartiere, il nostro lavoro, il nostro mercato, la scuola dei nostri figli, la nostra città…

Nostro è l’aggettivo ricorrente per ogni luogo, per ogni situazione, almeno così dovrebbe essere in una società inclusiva. Ma purtroppo così non è! Ripensate a tutti i movimenti che fate nella vita quotidiana e provate a chiedervi quanti di questi potreste ancora fare se aveste una disabilità motoria o visiva o uditiva. La risposta più probabile è: pochi e con difficoltà. Questo perché la nostra società è piena di barriere architettoniche, per le quali è fondamentale rispettare gli obblighi di legge che ne impongano il superamento.

Una società è veramente accogliente, nei confronti della vita, quando riconosce che essa è preziosa, anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo.
L’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ha più volte sollecitato i Sindaci perché vengano programmati e attuati i PEB (Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche) previsti per legge.
Barriere che solitamente rappresentano un ostacolo di tipo fisico che non permette alle persone che hanno ridotte capacità di movimento di muoversi in maniera serena e corretta. Anche gli elementi facenti parte di un edificio talvolta possono essere un ostacolo e dunque una barriera architettonica per le persone che già di per sé hanno delle difficoltà motorie. Esiste anche una vera e propria normativa molto importante che serve nel dettaglio per tutelare sia le persone portatrici di handicap sia le cosiddette categorie più sensibili, le quali comprendono i bambini, le donne incinta, gli anziani. In una società inclusiva, in una città che vuole essere di tutti e per tutti ognuno ha il diritto di vivere normalmente, completamente, senza sentirsi escluso, talvolta espulso.

Esempi classici di barriera architettonica sono: scalini, porte strette, pendenze eccessive, spazi ridotti. Esistono poi innumerevoli casi di barriere meno evidenti, come parapetti “pieni” – che impediscono la visibilità a una persona in carrozzella o di bassa statura – sentieri di ghiaia o a fondo dissestato. Per menzionare poi, qualche elemento di ostacolo ai non vedenti: semafori privi di segnalatore acustico, oggetti che sporgono in alto e in cui si può andare a sbattere, in quanto non rilevabili col bastone bianco.
Le leggi in vigore prevedono, sul fronte edilizio, che tutti gli edifici, privati e pubblici, nonché gli spazi urbani, siano progettati, costruiti o restaurati in modo da renderli accessibili ed utilizzabili anche dalle persone con problemi di mobilità. Ciò non è però stato sufficiente, ad oggi, a garantire una reale accessibilità.
La normativa attuale impone ad esempio una completa accessibilità degli spazi solo nelle parti comuni, mentre nelle singole unità abitative non sono stati imposti particolari criteri di progettazione; per tali motivi vi sono ancora moltissimi edifici vecchi o antichi rimasti inaccessibili alle persone con ridotta mobilità, sia nelle parti comuni che all’interno delle abitazioni, ma anche edifici di ultima costruzione che continuano a presentare ostacoli per quanti presentano un qualsiasi handicap fisico (scale, porte strette, dislivelli, gradini, rampe troppo ripide ecc.).

Attualmente, per garantire una certa autonomia alle persone con disabilità, vengono utilizzati i cosiddetti ausili: elementi quali ad esempio lo scivolo di pendenza non superiore all’8%, l’ascensore, il montascale, i bastoni, la carrozzina e molti altri accorgimenti personalizzati.

Al il fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini ed in particolare delle persone diversamente abili, Mezzogiorno Federato ha preso in esame un protocollo d’intesa recentemente adottato dall’Amministrazione Melucci che consideriamo inidoneo perchè carente di interventi mirati e necessari al miglioramento della qualità della vita dei diversamente abili.

A tal proposito, per non commettere gli stessi errori del passato e restare nel vago, Mezzogiorno Federato ha selezionato nel corso dell’ultimo incontro i seguenti Target:

1) Accessibilità a tutti gli esercizi commerciali, attraverso la dotazione di rampa fissa e/o rimovibile pieghevole che annulli l’altezza dei gradini/ostacoli. Un gradino di 10 cm può equivalere per alcuni una montagna da scalare.

2) Completamento e messa in sicurezza delle strade cittadine, con la realizzazione di scivoli, per ogni passaggio pedonale. Un esempio emblematico è il Lungomare di Taranto in quanto ha diffuse situazioni in cui da un solo lato del passaggio pedonale è presente lo scivolo. Questo è solo un esempio, ma la stessa problematica è diffusa in tutta la città.

3) #ZeroBarriere anche per l’accesso al mare che richiede l’individuazione di una o più di una spiaggia attrezzata, a Taranto e/o nei diversi comuni, che deve dotarsi di un’area ad hoc, prefabbricata in legno, con pedane e patii, attrezzata con tutti gli ausili necessari per accompagnare il disabile alla fruibilità del mare, considerandone le diverse disabilità. Tutto questo con la presenza di personale qualificato. Purtroppo, l’idea di avere disponibile in spiaggia una sedia Job, non rende fruibile il mare al disabile, in quanto le disabilità sono varie.

Su questo tema in particolare Mezzogiorno Federato ha avviato una mirata collaborazione con il progetto “Io posso” supportato dall’associazione 2HE, che promuove iniziative tese a consentire, a chi è affetto da disabilità, di migliorare la propria qualità di vita, soddisfare i propri bisogni, realizzare le proprie aspirazioni e desideri. L’obiettivo che ci proponiamo è lo stesso già realizzato a San Foca, Gallipoli e Porto cesareo: una spiaggia accessibile e gratuita con servizi dedicati alle persone con disabilità motorie o malattie altamente invalidanti come la SLA.

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