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La decrescita del Paese

Le responsabilità del Partito Democratico

Il Pd ha scelto di mantenere l'Italia e il Mezzogiorno fermo alle condizioni infrastrutturali del 1981

Le responsabilità del Partito Democratico

Tento di fare una banale analisi storica sulle scelte operate nel comparto delle infrastrutture strategiche da parte dei vari Governi che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni. Una simile analisi ritengo sia utile per il Vice Premier Salvini ed anche per la Premier Meloni. Una simile analisi, infatti, denuncia un triste dato, un triste fenomeno: tra le forze politiche che hanno negli ultimi quarant’anni programmato o realizzato opere, definite strategiche, non troviamo mai presente il Partico Comunista Italiano, prima, il Partito Democratico di Sinistra dopo ed ultimamente il Partito Democratico.

Ho preso come riferimento l’arco temporale di quarant’anni perché il motore di tutte le scelte è stato, a detta di tutti, il Piano Generale dei Trasporti. Un Piano voluto durante il Governo Craxi nel 1983 e portato avanti dal Ministro dei Trasporti Claudio Signorile.

Ora veniamo alle opere e agli atti programmatici, o almeno alle opere ed agli atti che cercherò di ricordare visto il numero rilevante di scelte. In particolare:

  1. Comincio con una decisione addirittura antecedente al 1983, mi riferisco alla Legge 17 del 1981 (Governo presieduto da Forlani ed appoggiato dalla DC, dal PSI, dal PSDI e dal PRI), Legge che stanziò 12.000 miliardi di lire per il rilancio della intera rete ferroviaria italiana ed in un certo senso avviò un pieno convincimento del Governo a rilanciare la nostra modalità ferroviaria e quindi si configurava come primo atto programmatico forte nel comparto delle infrastrutture di trasporto

  2. Nel 1982 nascono cinque unità speciali all’interno delle Ferrovie dello Stato con il compito di dare concreta attuazione al Programma degli investimenti definiti dalla Legge 17/81 prima richiamata (Governo presieduto da Amintore Fanfani ed appoggiato da DC; PSI, PSDI e PLI)

  3. Il Piano Generale dei Trasporti viene attivato con la Legge 245/1984 e conclude i lavori entro il mese di maggio del 1986; un Piano che, oltre a contenere concreti processi riformatori come il Ministero unico dei Trasporti e delle Infrastrutture, la trasformazione delle Ferrovie dello Stato e dell’ANAS in Enti pubblici economici, indicava anche delle scelte infrastrutturali chiave come: 7 sistemi portuali, 8 interporti, 4 nuovi valichi ferroviari, un sistema ferroviario ad alta velocità lungo i due assi fondamentali: l’asse Torino – Milano – Venezia e l’asse Milano – Bologna – Firenze – Roma – Napoli (Governo presieduto da Craxi ed appoggiato da DC, PSI, PSDI, PRI e PLI)

  4. Nel 1991 nasce la S.p.A. Treno Alta Velocità con il compito di realizzare il sistema ferroviario ad alta velocità (Governo presieduto da Andreotti ed appoggiato da DC, PSI, PSDI e PLI)

  5. Nel 1994 si avviano gli studi ed i progetti per la realizzazione del nuovo valico ferroviario del Brennero e del nuovo tunnel ferroviario Torino – Lione; viene varata la Riforma della nostra offerta portuale (Legge 84/94) (Governo presieduto da Berlusconi ed appoggiato da FI, AN – MSI, LN, CCD e UDC)

  6. Nel 2001, attraverso la Legge 443/2001 (Legge Obiettivo), il Governo (presieduto da Berlusconi ed appoggiato da FI, AN, LN, CCD – CDU/UDC, NPSI e PRI e con al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi) vara il Programma Infrastrutture Strategiche (PIS) attraverso il quale si rende possibile la concreta attuazione dei seguenti interventi:

  • Completamento della realizzazione dell’intero sistema ferroviario ad alta velocità – alta capacità Torino – Milano – Venezia; Genova – Milano (Terzo Valico dei Giovi), Milano – Bologna – Firenze – Roma – Napoli; completamento soprattutto per quanto concerne la copertura finanziaria, infatti erano state garantite solo le risorse della tratta Roma – Napoli

  • Approvazione ed avvio dei lavori del nuovo tunnel ferroviario Torino – Lione e del tunnel ferroviario del Brennero

  • Avvio della progettazione e della realizzazione del Mo.S.E. a Venezia

  • Progettazione e realizzazione del passante di Mestre (un nodo chiave che bloccava la fluidità dei transiti lungo un asse autostradale con elevato traffico quale quello del collegamento Torino – Milano – Venezia)

  • Avvio progettazione e realizzazione della variante di valico autostradale lungo l’asse Firenze – Bologna

  • Progettazione e realizzazione delle linee metropolitane M1 ed M2 a Torino

  • Progettazione e realizzazione delle linee metropolitane M5 ed M4 a Milano

  • Progettazione e realizzazione della metropolitana di Brescia

  • Realizzazione della terza corsia (per oltre il 40% dell’intero tracciato) del Grande raccordo Anulare di Roma

  • Progettazione e realizzazione dell’asse autostradale Cecina – Civitavecchia – Latina -Cisterna – Valmontone

  • Completamento della Linea C della metropolitana di Roma

  • Progettazione e realizzazione delle linee metropolitane 1 e 6 di Napoli

  • Completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria

  • Progettazione e realizzazione dell’asse viario 106 Jonica

  • Realizzazione dell’asse ferroviario ad alta velocità Napoli - Bari

  • Completamento dell’autostrada Palermo – Messina

  • Realizzazione della nuova autostrada Catania – Siracusa

  • Progettazione e realizzazione del nuovo asse viario Palermo – Agrigento – Caltanissetta

  • Progettazione e realizzazione del sistema ferroviario ad alta velocità – alta capacità Palermo – Catania e Catania - Messina

  • Progettazione e realizzazione dell’autostrada Ragusa – Catania

  • Progettazione e realizzazione dell’asse viario Olbia – Sassari

  • Progettazione e realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina

  • Progettazione e realizzazione degli schemi idrici nel Mezzogiorno

In tutte queste opere, molte già realizzate, molte in corso di realizzazione, altre solo in fase di progettazione perché praticamente bloccate dai Governi che si sono succeduti dal 2015 al 2022, non troviamo mai, ripeto mai, al Governo il Partito Comunista Italiano, poi il Partito Democratico della Sinistra e infine il Partito Democratico; eppure a livello locale posso confermare c’è stata sempre una piena e convinta collaborazione, nell’attuare un simile impianto programmatico, da parte di Presidenti del Partito Democratico delle varie Regioni come Bersani e Vasco Errani in Emilia – Romagna, Burlando in Liguria, Rossi in Toscana, Bassolino in Campania.

In realtà il Partito Democratico in questo lungo e concreto processo di infrastrutturazione non era riuscito a convincere i propri riferimenti politici preposti nella gestione del territorio. Invece tutte le scelte strategiche, tutte quelle opere prima elencate sono state sempre adottate e portate avanti da Governi un cui era assente il Partito Democratico. E, cosa davvero paradossale, con una coscienza istituzionale delle singole realtà regionali spesso in antitesi con il comportamento, sempre contrario, del Partito Democratico a scelte come:

  • L’alta velocità – alta capacità ferroviaria

  • Il Mo.S.E. di Venezia

  • I nuovi valichi

  • Il Ponte sullo Stretto

Nasce spontaneo un interrogativo, o meglio, nascono spontanei due interrogativi:

  • Perché questo suicidio comportamentale di un Partito come il Partito Democratico; di un Partito che non credo possa essere contrario alla crescita economica del Paese

  • Perché questa discrasia tra il comportamento dello stesso PD a scala nazionale ed il comportamento di riferimenti del PD a livello locale

La risposta penso sia immediata e banale: il Partito Democratico, nelle sue vaie evoluzioni storiche, non è mai stato un partito riformista; non ha mai accettato la primogenitura di scelte da lui non concepite e non ha mai, dico mai, pianificato a medio e lungo termine.

Senza dubbio questa mia precisazione può sembrare strana perché in fondo il Partito Democratico è stato sempre assertore della importanza della “pianificazione” senza però mai cimentarsi concretamente nella sua attuazione.

Ricordo che questo comportamento è riesploso proprio in questi ultimi giorni con la denuncia alla Procura della Repubblica di Roma di una mancata trasparenza procedurale nella fase progettuale ed autorizzativa del Ponte sullo Stretto di Messina. Con questo atto in realtà il Partito Democratico ha testimoniato, in un modo davvero inconcepibile, la sua contrarietà ad ogni azione mirata allo sviluppo ed alla crescita del Paese.

Forse questo Governo invece di scontrarsi con la opposizione su temi generici e spesso non riconducibili a fatti concreti, farebbe bene a riconoscere un ruolo chiave alla “memoria storica” per denunciare formalmente che il Partito Democratico è innamorato della “decrescita” del nostro Paese, è innamorato di mantenere il Paese in una fascia di sistematica crisi perché in tal modo viene assicurata una base elettorale caratterizzata dalla indigenza; d’altra parte per convincersi di una simile mia analisi è sufficiente ricordare ancora una volta che se non lo avessero fatto le altre forze politiche oggi, solo a titolo di esempio, noi disporremmo di una offerta infrastrutturale priva:

  • Dell’alta velocità ferroviaria

  • Del Mo.S.E. a Venezia

  • Dei progetti in corso di realizzazione dei valichi

  • Delle reti metropolitane (nel 1984 avevamo solo 52 Km oggi 248)

Saremmo quello che eravamo nel 1981 e sicuramente non saremmo nel G7

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