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Marina Militare

Così cambierà la Base Navale di Taranto

Il nuovo piano nazionale ed il ruolo dell'infrastruttura ionica

La Base Navale

La Base Navale - Foto dal sito della Marina Militare

La Base Navale di Taranto in prima linea nel nuovo piano nazionale di “ammodernamento” delle infrastrutture logistiche della Marina Militare; questo, mentre l’Italia si prepara ad avere un ruolo di primissimo piano nel complesso scacchiere mediorientale. Nella giornata di ieri, in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati, il via all’esame dello schema di decreto ministeriale di “approvazione del programma pluriennale denominato «Basi Blu» relativo all’adeguamento e ammodernamento delle capacità di supporto logistico delle Basi navali della Marina militare”.

Un programma da quasi due miliardi di euro che - come si legge nella scheda tecnica - “nasce dall’esigenza di adeguare le capacità di supporto logistico delle principali Basi nazionali (Taranto, La Spezia e Augusta), nonché di quelle delle Basi secondarie e di supporto logistico presenti nel Paese (Brindisi, Messina, Cagliari, Ancona, Venezia, Napoli e Livorno), in termini di spazio disponibile per l’ormeggio in banchina e di impianti preposti alla fornitura dei servizi principali. Oltre alla realizzazione delle opere marittime, funzionali ad ampliare le banchine disponibili per l’ormeggio, saranno potenziati i servizi essenziali di base, come lo scarico e il trattamento di acque nere e grigie, migliorate le capacità di distribuzione dei combustibili ed adeguate le reti elettriche sulla base delle maggiori esigenze di carico. La realizzazione di tali opere – si legge ancora nella scheda - consentirà alla nostre basi di avere una minore impronta ambientale e di adeguarsi ai nuovi standard della NATO, consentendo di ospitare gruppi navali dell’Alleanza o di altri Paesi alleati”.

Si parte proprio da Taranto, dove “l’intervento - già parzialmente finanziato con il Fondo di sviluppo e coesione nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo dell’area di Taranto - prevede il dragaggio dei fondali e il consolidamento strutturale delle banchine della Stazione Navale Mar Grande di Taranto, nonché l’ampliamento della stessa, con la realizzazione di due nuovi moli, di cui uno che sostituirà un molo già esistente ma non più rispondente al requisito. Inoltre, verranno adeguati i principali impianti presso tutti i posti d’ormeggio presenti nella Base”. “L’onere complessivo dell’impresa è stimato in 1.760 milioni di euro. Risultano già finanziati 559,36 milioni, a valere sul bilancio ordinario del Ministero della Difesa nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Il completamento del programma, per il restante valore previsionale complessivo di circa 997,64 milioni, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti di finanziamento” si legge nel documento che è possibile  scaricare dal sito internet della Camera dei Deputati

La Marina e la missione nel mar Rosso

Intanto, dalla nave Vulcano, a La Spezia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che «l’operazione in mar Rosso sta partendo, l’Italia ne avrà il comando operativo. L’abbiamo fortemente voluta trovando l’immediata adesione di Francia e Germania. Dopo il perfezionamento dell’accordo politico tra ministri degli esteri c’è stato quello operativo tra ministri della difesa. Sarà presente il cacciatorpediniere Caio Duilio che si aggiungerà alle altre fregate già impegnate nelle missione anti pirateria Atalanta». Tajani ha aggiunto che  «Il comando in mare sarà appannaggio di un ammiraglio italiano Avrà il compito di tutelare la sicurezza delle nostre navi, in caso di attacchi di droni o missili, da Hormuz fino a Suez. Ci staranno anche aerei francesi e tedeschi e si potrebbero aggiungere altre marine europee».

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