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Ospedale di Tivoli
10 Dicembre 2023 - 09:51
L’ipotesi principale seguita al momento dagli inquirenti esclude il dolo. Quella più credibile pare essere un episodio per negligenza, avendo acquisito numerose immagini dall'impianto di videosorveglianza, da cui emerge chiaramente il quadro su quanto accaduto.
Nel mirino delle indagini c'è sicuramente l'impianto antincendio che, da fonti investigative, risulterebbe obsoleto.
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha riconosciuto, a questo proposito che "la sicurezza negli ospedali per noi e' una priorita', non a caso abbiamo messo risorse, centinaia di milioni, per l'antincendio e l'antisismica. Continuiamo a lavorare, tanti ospedali nel Lazio hanno problemi antincendio".
Sembrerebbe certo che a prendere fuoco per primi sarebbero stati i rifiuti tecnici ospedalieri. A bruciare sarebbero stati contenitori in plastica per rifiuti speciali insieme a centinaia di buste di plastica piene di rifiuti ospedalieri, accumulati in un passaggio stretto tra due edifici in un cortile dell’ospedale. La procura ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e incendio colposo.
Fonti sindacali hanno riferito che nell’ultimo periodo, nell’ospedale di Tivoli, le squadre di servizio di guardia anti-incendio, recentemente appaltato a diverse società, non erano presenti nella struttura. Mentre il personale, nonostante abbia seguito i corsi anti-incendio, non ha fatto alcuna prova di evacuazione. Nel frattempo il procuratore ha precisato che nessuna delle tre vittime, è "morta tra le fiamme". Due di loro, secondo quanto si è appreso, sono decedute durante le operazioni di soccorso; una terza persona è invece morta durante il trasporto.
"Un ospedale dovrebbe offrire cure, serenità, assistenza, conforto. Credetemi non è bello vedere gli occhi di un malato che trasmettono la pura di morire. Paura che gli sale ancora di più quando ti vedono entrare nelle stanze buie con il casco in testa, il respiratore sulla bocca e la divisa antincendio addosso. Abbiamo fatto tutti il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo...”
È lo sfogo di una volontaria intervenuta fra i primi per soccorrere le vittime all'ospedale.
"Che io mi ricordi non si erano mai verificati episodi simili” ha spiegato il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti. Ma c’è sempre una prima volta che segna il livello di degrado, di rischio, di pericolosità delle nostre infrastrutture e servizi per carenza di manutenzione e prevenzione.
L'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, era considerato tra i 'peggiori' insieme ad altre strutture sanitarie pubbliche, nel monitoraggio del Programma nazionale esiti, edizione 2023 dell'Agenas.
Nello studio, pubblicato in ottobre, sono riportate le risultanze della seconda fase del Monitoraggio inerente l’attivazione funzionale delle strutture (Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità) sia previste nel Piano Operativo Regionale (POR) allegato al Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) nell’ambito del PNRR, sia quelle Extra POR aventi cioè altre fonti di finanziamento diverse dal PNRR.
436 strutture sono risultate 'non classificabili', perché hanno avuto un livello di attività così basso che non è stato possibile valutarle. Quello di Tivoli non può e non deve essere considerato un caso isolato quanto piuttosto il segno evidente della condizione comatosa della sanità in particolare nel Mezzogiorno.
Abbiamo raggiunto un livello invidiabile d’intervento nelle situazioni di emergenza, come abbiamo dimostrato anche in questo caso evacuando e sistemando tutti i pazienti ricoverati in altre strutture ospedaliere, grazie alla professionalità e all’impegno dei vigili del fuoco, del personale ospedaliero e paramedico, e di tanti volontari di cui il nostro Paese dispone come risorsa suppletiva e generosa quanto indispensabile, in particolare nella sanità e nell’assistenza.
In questo siamo i migliori e ci viene universalmente riconosciuto. Forse perché troppo spesso siamo chiamati a misurarci con l’emergenza. L’emergenza è diventata una normalità, per questo siamo i più bravi...
Non doveva succedere. Non era mai successo. Non può succedere, invece è successo. Il nostro sistema sanitario sta andando in fumo, letteralmente, e a pagarne le conseguenze di un disastro prevedibile sono come sempre i più deboli: gli anziani, i malati, i più esposti ad ogni rischio…
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Testata: Buonasera
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