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La visione kissingeriana

Tra “shuttle diplomacy” e realpolitik

La sua attenzione per la Guerra Fredda insieme al cinismo di usare la forza, per portare avanti gli obiettivi lo rendevano cieco rispetto alle considerazioni umanitarie.

Tra “shuttle diplomacy” e realpolitik

Henry Kissinger è stato una delle figure più importanti e controverse della politica estera americana del XX secolo. Prima come consigliere per la sicurezza nazionale, poi come segretario di stato, e per un certo periodo come entrambi, ha svolto un ruolo dominante nella politica estera.

Ha condotto la prima “diplomazia navetta” nella ricerca della pace in Medio Oriente. Ha utilizzato negoziati segreti per ripristinare i legami tra Stati Uniti e Cina. Ha avviato i colloqui di Parigi che alla fine hanno fornito il salva faccia per far uscire gli Stati Uniti dalla guerra in Vietnam, lasciando il Vietnam del Sud a un destino oscuro mentre i Vietnamiti del Nord prendevano il controllo, per chiudere un accordo che avrebbe potuto avere fin dall'inizio. La firma di un cessate il fuoco gli valse il Premio Nobel per la pace nel 1973, in 'comproprietà' con i nordvietnamiti, che questi ultimi rifiutarono, sostenendo che la tregua negoziata non era stata rispettata. Kissinger evitò di andare a Oslo, per paura di essere contestato

Kissinger e Nixon rimasero ciechi di fronte ai costi umani delle loro azioni. I morti e i mutilati in Vietnam e Cambogia, come in Cile, Bangladesh, Biafra e Medio Oriente, sembravano non contare mentre il presidente e il suo consigliere per la sicurezza nazionale combattevano contro l’Unione Sovietica, i loro nemici politici e, spesso, tra di loro.

Il suo è stato un pragmatismo a sangue freddo che anteponeva le conquiste strategiche ai diritti umani.

La sua attenzione per la Guerra Fredda insieme al cinismo di usare la forza, apertamente o segretamente, per portare avanti gli obiettivi lo rendevano cieco rispetto alle considerazioni umanitarie.

La sua volontà di anteporre gli interessi strategici ai valori nobili fu dimostrata nel luglio 1975, quando convinse Ford a non incontrare Alexander Solzhenitsyn un simbolo vivente della coraggiosa resistenza all’oppressione sovietica. Kissinger temeva un impatto negativo sulla sua politica di distensione con Mosca.

Fu evidente nella sua opposizione all’emendamento Jackson-Vanik: una legislazione che condizionava le relazioni commerciali con l’Unione Sovietica al fatto che Mosca permettesse agli ebrei sovietici di emigrare. Kissinger, lui stesso un rifugiato ebreo dalle persecuzioni, considerava l'emendamento un ostacolo alla sua ricerca della distensione.

Kissinger fu responsabile del “bombardamento segreto” del 1969 sulla Cambogia neutrale e dell’invasione, l’anno successivo, che espanse il conflitto nel sud-est asiatico e portò alla presa del paese da parte dei sanguinari Khmer rossi.

La sua politica di promuovere lo Scià dell’Iran come punto fermo della politica statunitense nel Golfo Persico incoraggiò lo Scià ad aumentare i prezzi del petrolio e alimentò la megalomania che portò alla rivoluzione iraniana. Lo accusarono di essere complice del colpo di stato del 1974 che rovesciò il governo di Cipro e di sostenere la brutale campagna del Pakistan per reprimere una ribellione secessionista in quello che oggi è il Bangladesh perché il Pakistan era il suo canale segreto con i cinesi.

Kissinger, attraverso la CIA ha ispirato il colpo di stato che rovesciò il governo socialista legalmente eletto di Salvador Allende in Cile, così come l’omicidio del generale René Schneider, comandante in capo delle forze armate cilene. che si oppose fermamente a un colpo di stato.

Essendo l’unica persona ad essere allo stesso tempo consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di stato della Casa Bianca, ha esercitato un controllo sulla politica estera degli Stati Uniti che raramente è stato eguagliato da chiunque non fosse presidente.

Ciò che considerava pragmatico, “in un mondo in cui il potere rimane l’arbitro ultimo” attribuendo alla realpolitik un proprio imperativo morale, molti scrittori e analisti lo consideravano una manovra senza principi, non guidata dal rispetto dei diritti umani o addirittura della vita umana. Kissinger raggiunse potere, fama e ricchezza oltre i sogni della maggior parte delle persone nella vita pubblica, eppure ha trascorso i suoi ultimi decenni a difendere se stesso e il suo posto nella storia, spiegando che aveva fatto ciò che doveva fare…

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