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Comune
21 Novembre 2023 - 06:30
Palazzo di Città
È durata una manciata di minuti l’attesissima riunione delle direzioni cittadina e provinciale del Pd. Giusto il tempo di comunicare che le due direzioni «sono state rinviate di 48 ore». «È infatti in corso - hanno spiegato la segretaria provinciale Anna Filippetti e il segretario cittadino Giuseppe Tursi - una interlocuzione tra il Partito e il primo cittadino». In altre parole, Rinaldo Melucci e il Pd sono tornati a parlarsi, dopo il violento strappo col quale il sindaco ha revocato l’incarico di giunta a Francesca Viggiano, perché venuto meno il rapporto di fiducia, e nominato al suo posto Angelica Lussoso: uno spostamento di equilibri verso Italia Viva al quale il Pd aveva reagito preannunciando l’appoggio esterno.
Ora, possibile un ripensamento di Melucci su Viggiano? Difficile, a meno di non pensare che il rapporto di fiducia si sia miracolosamente ricomposto. È anche vero che Melucci ci ha già abituati a sconcertanti dietro front. Dapprima il caso di Maria Luppino, prima revocata e poi riconfermata; poi, a giugno, la revoca di ben sette assessori, l’annuncio di una giunta più tecnica e infine, a distanza di un paio di settimane, la riconferma degli assessori che erano stati mandati a casa.
Se esiste ancora un briciolo di dignità politica, la stessa Viggiano dovrebbe avere difficoltà a rientrare in una giunta dalla quale è stata cacciata in malo modo. Possibile una exit strategy che preveda un’altra collocazione per l’ex assessore all’ambiente? Già questa ipotesi sarebbe più praticabile. In questa storia dai contorni davvero imbarazzanti, c’è anche l’altra faccia della medaglia: il Pd non ha la forza di realizzare il cosiddetto appoggio esterno. Forse il solo Enzo Di Gregorio, tra i consiglieri comunali, sarebbe disposto a seguire questa linea. Il rischio è, o sarebbe stato, quello di perdere quattro consiglieri su cinque, magari disposti persino a cambiare maglia. Ecco allora il “congelamento” della riunione di ieri pomeriggio dove si sarebbe potuto consumare uno strappo devastante per il Pd. Erano anche circolate voci sull’esistenza di un documento di chiaro sostegno a Melucci e quindi contro ogni forma di appoggio esterno. Quarantotto ore di tempo, allora. Magari confidando anche in una chiacchierata tra Michele Emiliano (ieri collegato da remoto con Palazzo di Città per la riunione del Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo) e lo stesso Melucci.
Ma non è finita. Oggi pomeriggio, infatti, si terrà una riunione urgente tra i responsabili provinciali dello stesso Pd, di Con e del M5S. È chiaro che questi continui rimescolamenti di carte da parte del sindaco stanno creando imbarazzi e inquietudini, anche se, come detto, forse manca la forza per mettere fine a questa farsa che si sta consumando sulla pelle della Città. Basti pensare al documento diffuso da Europa Verde. Si parla di «blocco dell’azione amministrativa», di «profonda riflessione» sulla permanenza in una maggioranza «profondamente cambiata rispetto a quella iniziale». Si rimarca la differenza con Italia Viva, a cui è stato attribuito proprio l’assessorato all’ambiente, perché la linea di Iv «stride con la nostra visione e la nostra storia». Si arriva persino a parlare di «ricatti politici per interessi personali». Parole al termine delle quali ci si aspetterebbe una rottura netta e invece si conclude con il canonico rimando a una discussione interna e al «se si dovesse continuare con questa continua instabilità» allora si adotterebbero «provvedimenti estremi». È un prendere tempo e rinviare decisioni anche in questo caso. E intanto le classifiche sulla qualità della vita ci risucchiano sempre al fondo del barile. Una condizione drammatica, completamente fuori da ogni discussione che si sta consumando intorno a questi tatticismi di cabotaggio davvero piccolo.
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