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Comune di Taranto

Melucci: «Ora ripartiamo». Ma l'opposizione attacca: «Dimissioni»

Nuova riunione di maggioranza. Dal centrodestra arrivano bordate

Palazzo di Città

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Scosse d’assestamento dopo il terremoto causato dall’uscita del sindaco dal Partito Democratico. Un sisma sotterraneo in realtà, visto che di fatto la maggioranza che regge il Comune di Taranto rimane ancorata a Rinaldo MelucciNella giornata di ieri,  giovedì 2 novembre, Melucci - che come noto è anche presidente della Provincia - ha provato a tracciare la rotta, con un lungo messaggio arrivato alle redazioni ma rivolto principalmente ai suoi.

«Taranto è la priorità», scrive il sindaco ex Pd, «vale la pena impegnarsi nel recupero di un approccio sobrio, dignitoso, operoso, responsabile. Ogni legittima riflessione politica non deve mai scalfire questo impegno, in vista delle trasformazioni impetuose che la città sta già vivendo da qualche anno a questa parte o delle scadenze importanti che stanno per sopraggiungere e possono potenzialmente migliorare la vita dei cittadini, specie dei più giovani».

A guidare la navigazione, per Melucci, deve essere il «rispetto del piano locale per la transizione giusta denominato Ecosistema Taranto, già programma elettorale della coalizione premiata dal voto nel 2022. Tale programma e i suoi obiettivi strategici non cambiano di una virgola, né ci sono all’orizzonte per nessuno scenari elettorali che possano condizionare una simile epocale agenda per la città. Pur nella libertà di espressione di ciascuno». Si rivolge alla sua maggioranza, il sindaco, quando scrive che «chiunque si riveda ancora in questo patto con i tarantini non ha da temere alcunché. E, nel rispetto delle sensibilità di ognuno, continuare a lavorare e convergere sui temi amministrativi e di vita quotidiana, pianificando incontri informativi e di partecipazione con la cittadinanza nei singoli quartieri, assicurando nel contempo una paziente presenza ed una maggiore sintonia nelle sedute consiliari e di commissioni, nella necessitá di valorizzare e mantenere fede al mandato plebiscitario proprio delle scorse elezioni amministrative, è stato nei fatti il filo conduttore del costruttivo dibattito della maggioranza di Palazzo di Città, tenutosi nella serata di mercoledì scorso».

Ancora, «si palesa ed è diffusa l’esigenza di saper leggere e raccontare le dinamiche di questa città, attraverso un osservatorio attento e sensibile, che sappia cogliere i desideri più urgenti e concreti di una comunità in cammino, che vuole essere protagonista dei cambiamenti ormai in atto e che vanno protetti e sospinti. Dai grandi dossier alle questioni più legate alla quotidianità di residenti e imprese, da affrontare con rinnovato spirito proattivo e democratico, c’è il desiderio di rafforzare protocolli politici e valoriali all’altezza di una fase storica così cruciale per Taranto. C’è il desiderio di rafforzare protocolli politici e valoriali all’altezza di una fase storica così cruciale per Taranto» e per questo «la settimana prossima le forze politiche del centrosinistra ionico torneranno a riunirsi per cristallizzare questi elementi portanti per il futuro di Taranto e a loro, al solito, sarà fornita la più ampia disponibilità a migliorare insieme i meccanismi della macchina amministrativa».

Un primo incontro in realtà c’è stato ed ha visto al tavolo gli esponenti del Pd - il partito da dove Melucci viene - ed Italia Viva - dove, secondo tanti rumors, potrebbe andare - con l’assenza però di Movimento Cinquestelle e Con. Tutt’altro che un dettaglio. Se da Iv il responsabile enti locale dei renziani Davide De Fazio viene un «plauso per la maturità politica dimostrata» ad attaccare a testa bassa sono le forze di opposizione.

Sferzanti Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano di Fratelli d’Italia: stigmatizzano «uno spettacolo indecoroso, che potrebbe essere sanato solo da uno scatto d’orgoglio con dimissioni collettive e ritorno alle urne» con bordate al Pd, che «dopo aver eletto il sindaco viene scaricato senza neanche averne preventivamente notizia, ma nonostante ciò è disposto a mantenere Melucci in carica». Rimarcano, i due consiglieri di FdI, come anche il M5s «non stacca la spina: ci chiediamo il perchè, visto che il Cinquestelle continua ad evidenziare quotidianamente i propri distinguo rispetto all’azione amministrativa che non condivide, alle alleanze ed ai temi nazionali e visto che il movimento non ha neanche partecipato alla riunione di maggioranza chiarificatrice. Una riunione evidentemente fallimentare che non ha visto partecipare sia il M5s e la lista Con che fa riferimento ad Emiliano, Europa Verde e la consigliera Pittaccio. Conclude questo quadro desolante una schiera di consiglieri che si professano “civici” per cambiare ogni mese denominazione e casacca e far pesare la propria presenza negli equilibri di maggioranza. Maggioranza ovviamente per modo di dire perchè si tratta in realtà di un tutti contro tutti,  vedasi i consigli comunali saltati per abbandono dell’aula da parte del centro sinistra. Un quadro politico indefinibile, ingiustificabile ed insanabile».

Vietri e Toscano invocano «una sfiducia ad un sindaco che prima ancora di abbandonare il suo partito ha abbandonato  la città. Come anche hanno fatto evidentemente i partiti ed i consiglieri che hanno perso la rotta della Politica, quella nobile con la P maiuscola pur di restare incollati alle loro poltrone poiché se avessero una dignità politica per il bene della città si sarebbero dovuti dimettere senza ulteriormente esitare».

Va giù duro anche Francesco Battista, consigliere comunale e segretario cittadino della Lega. L’esponente del Carroccio evidenzia «una serie infinita di riunioni di maggioranza, atte a decidere gli equilibri in giunta in base agli spostamenti di questo o quel consigliere ed ora anche del Sindaco. I cittadini sono stanchi delle continue perdite di tempo della maggioranza che distoglie l’attenzione dalla risoluzione delle diverse problematiche che affliggono la città».

Con un certo sarcasmo Battista ricorda che «non sono passate inosservate le dichiarazioni del leader di Italia Viva, Matteo Renzi che ha tessuto le lodi del sindaco, dichiarando che Melucci in questi anni ha fatto un buon lavoro ed asserendo tra l’altro che Melucci ha un futuro anche fuori Taranto. Su una parte del pensiero di Renzi però siamo d’accordo. Il futuro di Melucci è sicuramente lontano da Taranto. Se il Senatore si facesse un giro in città e lo chiedesse ai tarantini siamo sicuri che anche loro si esprimerebbero alla stessa maniera, ma non per eleggerlo altrove. Ormai è palese che Melucci invece di pensare al futuro della città pensa al suo futuro politico a termine mandato. Il Sindaco, come direbbe qualcuno “stia sereno”, perché dovrebbe sapere che non tutte le ciambelle riescono col buco e una sua caduta anticipata, questa volta definitiva, comporterebbe la fine della sua carriera politica e la liberazione della città».

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