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Fuga dall'artigianato
31 Agosto 2023 - 09:00
Artigiano al lavoro (foto d'archivio)
«L’Artigianato è una ricchezza in pericolo del nostro territorio». Confartigianato commenta così i dati elaborati dalla Cgia contenuti in un report pubblicato nei giorni scorsi da Taranto Buonasera.
«Parliamo di aziende che, anche in un passato molto recente, hanno rappresentato una scuola formativa importante, dove i lavoratori si preparano a diventare gli imprenditori di domani, e che a tutt’oggi rappresentano una componente importante dello sviluppo che ha contraddistinto la nostra provincia - osservano dalla Confartigianato di Taranto - Purtroppo però sono diversi anni che nel nostro territorio abbiamo un intero comparto produttivo che sta soffrendo nel disinteresse generale. E si tratta di uno dei settori sui quali davvero la comunità potrebbe scommettere e investire per tradizione, professionalità e vocazione: quello dell’artigianato. I dati presentati nei giorni scorsi dalla Cgia di Mestre, e riportati da Taranto Buonasera, sulla crisi che sta attraversando il settore e quello della piccola produzione, non ci sorprendono. L’artigianato continua a registrare ovunque in Italia cali delle imprese attive, nonostante le moderate riprese dell’economia a livello nazionale. In un trend italiano degli ultimi anni molto preoccupante, quello tarantino sembra provare a difendersi, con un calo percentuale meno pesante, ma pur sempre un calo vistoso, progressivo che già da tempo si percepiva. I motivi sono altrettanto noti: difficoltà nella produzione, nell’accesso al credito, nel cambio generazionale, nel trovare manodopera, assenza di iniziative economiche di sostegno al comparto. Un mix tremendo che ha portato l’artigianato tarantino a non decollare (davvero il colmo) come alternativa all’atavica crisi della nostra grande industria che purtroppo ha prodotto e continua a produrre licenziamenti e cassa integrazione su larga scala. La contrazione è manifestata in tutti i settori dell’artigianato, ma è più forte nei settori manufatturieri, nei trasporti, nella lavorazione del legno, nell’autoriparazione. Unici settori che riescono a fronteggiare la crisi produttiva, quelli vicini al mondo della cura della persona con parrucchieri ed estetisti che riescono a sopravvivere, seppur con difficoltà. Tra le cause di questa crisi dell’artigianato sicuramente la ormai nota crisi economica post pandemica e bellica, il calo dei consumi, le tasse, la burocrazia, la mancanza di credito e l’impennata del costo degli affitti. Oltre alla politica aggressiva della grande distribuzione e il commercio on-line, che sicuramente hanno contribuito ad un quadro già complicato. Si è aggiunta poi una crisi nella crisi: per le imprese artigiane è sempre più difficile trovare manodopera: nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% registrato a luglio 2023. Da qui emerge l’allarme degli imprenditori per un fenomeno diffuso in tutta Italia e in tutti i settori, da quelli tradizionali fino alle attività digitali e hi tech, ma che nel territorio tarantino sta mettendo in crisi tantissime imprese, che rischiano di chiudere anche per questo. Per non parlare, poi, della tremenda concorrenza sleale degli abusivi che inducono le nostre imprese a chiudere i battenti. Siamo a un bivio, dunque - proseguono da Confartigianato Taranto - che impone di scegliere la strada della ripresa, abbandonando quella della distrazione fin ora percorsa per anni. A Taranto è necessario uno scatto vero e tangibile da parte di tutti i soggetti che sono tenuti a contribuire alla ripresa del settore, partendo dai Comuni, dalla Regione, dalla Camera di Commercio, la cui perdurante assenza di guida pesa sulla funzionalità dell’Ente, per finire alle associazioni datoriali e i sindacati che vanno coinvolti stabilmente nelle analisi delle problematiche, delle strategie e delle misure di sostegno. Ognuno può e deve fare la propria parte, mettendo a disposizione risorse e accompagnando i nostri artigiani in percorsi che puntino alla ripresa produttiva, offrendo assistenza con progetti che sostengano quanti sono attivi nel settore, avviandone di nuovi, promuovendo le numerose iniziative che già sono attive e a disposizione degli artigiani, ma forse da sostenere con più metodo e capillarità. Una crisi nella crisi che non può esser più ignorata e deve essere trattata alla pari della vertenza della grande industria, e anche su questo bisogna intervenire, facendo in modo che anche il settore dell’Artigianato e i suoi operatori rientrino nelle politiche di sviluppo che stanno interessando il nostro territorio, dando loro una concreta chance. Giusto per farci una idea, nell’artigianato tarantino traggono sostegno economico non meno di 30.000 persone, così è più facile fare un paragone con la vertenza della grande industria». Dal canto suo, Confartigianato insisterà affinché «l’artigianato sia riconsiderato come merita, proseguendo con iniziative di promozione a favore di quanti lavorano nel settore, continuando a cercare quel dialogo, stranamente così difficile, con le istituzioni locali che possa davvero sollevare un mondo poco tutelato e protetto, nonostante la sua storia, la sua bellezza e le sue potenzialità».
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