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Il Siderurgico

Ex Ilva, ecco i nuovi assetti di marcia

Incontro tra azienda e sindacati

Incontro tra direzione aziendale di Acciaierie d’Italia e sindacati in merito agli assetti di marcia dello stabilimento siderurgico di Taranto. Secondo quanto emerso dall’incontro tenutosi ieri, 8 agosto, l’azienda ha comunicato che a seguito dei lavori di adeguamento all’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, con l’installazione dei filtri Meros, si fermeranno l’Altoforno 1 e l’Acciaieria 1, fino alla fine di agosto con probabile ripartenza prevista per i primi di settembre. Le organizzazioni sindacali hanno richiesto la rotazione del personale coinvolto e l’azienda ha ribadito che - nell’eventualità ci dovesse essere una proroga della fermata per motivi tecnici e/o impiantistici - verranno applicate le rotazioni.

Inoltre, questi sono i reparti coinvolti dalle fermate e dalle successive ripartenze. Laf: il decapaggio ed il decatreno ripartiranno l’ultima settimana di agosto. La Zin2 si fermerà giovedì 10 agosto con ripartenza prima settimana di settembre. Tna2 resterà in marcia esclusa le giornate del 14 e 15 agosto, con turnazioni di fermata da verificare. Riguardo a Fna2, lo slitter e la Csl saranno fermi fino al 20 di agosto. Resteranno in marcia Hsl 1 e Hsl 2. Per ciò che concerne il Treno Lamiere ed il Tubificio Erw l’azienda non ha fornito al momento, e fino alla fine di agosto, date di ripartenza. «Abbiamo richiesto come Organizzazioni Sindacali, vista la già lunga fermata di questi impianti, un aggiornamento nelle prossime settimane su eventuali ripartenze» è quanto si legge in un comunicato ai lavoratori di Fim, Fiom, Uilm e Usb.

Questo, mentre restano le incognite sul futuro che attende la Grande Fabbrica. «Non ha senso tagliare la decarbonizzazione dell’ex Ilva, con la prevista costruzione dei forni elettrici a riduzione diretta che è già stata appaltata: come spieghiamo all’opinione pubblica che abbiamo tagliato un intervento che ha a che fare con la transizione energetica che l’Unione europea considera strategica e un modello per l’intera Europa, se con la rimodulazione del Pnrr abbiamo bloccato un’operazione così importante e simbolica?». Parole del vicepresidente della Conferenza delle Regioni e governatore pugliese, Michele Emiliano, al termine dell’incontro politico della Conferenza, alla presenza del ministro Raffaele Fitto, sulla proposta di revisione del Pnrr e capitolo RePowerE. «Il Pnrr - ha aggiunto Emiliano - ha quattro pilastri: il riequilibrio nord-sud, la questione generazionale, la questione di genere, la transizione energetica.Ma, come ha chiesto il presidente Zaia, sarebbe interessante se riuscissimo a comprendere non solo le proposte generali del governo, ma anche quelle di dettaglio, per una questione di trasparenza: dobbiamo avere la certezza che queste rimodulazioni abbiano un senso».

«Per esempio, nella mia regione non ha senso il taglio delle misure sul dissesto idrogeologico, perché le gare sono tutte pronte e finanziabili. Mi rendo conto che non è facile - ha continuato il governatore della Puglia - ma si deve cercare la maniera per discuterne in maniera più approfondita. Voglio ricordare inoltre che il Pnrr in gran parte copre appalti precedenti al Pnrr stesso: l’intera ferrovia Napoli-Bari ha questa caratteristica. E non siamo stati in grado di conoscere quale fine abbiano fatto i soldi nazionali che sono stati revocati sulla Napoli-Bari e che erano già assegnati al sud: abbiamo così dovuto ‘tollerare’ - ha concluso Emiliano - che la parte destinata al Sud del Pnrr calcolasse anche la Napoli-Bari che era già finanziata».

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