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Economia

Accordo di programma per Taranto, ecco la prima bozza

Inviata dal Comune a Ministero e Regione

Prima bozza per l'Accordo di Programma

Prima bozza per l'Accordo di Programma

Cinque capitoli più una parte conclusiva: si articola così la bozza con le linee guida dell’accordo di programma per Taranto, inviata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e alla Regione Puglia  dal sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci.

Vengono delineati i diversi scenari che potrebbero comporre il quadro complessivo dell’accordo: quello industriale, con le implicazioni relative alle manutenzioni, alla condizione dei dipendenti e all’imprescindibile accordo con le parti sindacali, ai rapporti con altri soggetti operativi; quello ambientale, tagliato tra le altre cose su bonifiche e Aia, «avendo su quest’ultima un’attenzione che è contingente, data la più recente, e scarsamente convincente, richiesta di rinnovo», viene specificato; lo scenario urbano prevede tutele per l’indotto locale, sostegno alla comunità, arretramento da porto e città e gli investimenti nella ricerca (Tecnopolo ed università su tutti); quello finanziario, che riassume le opportunità economiche disponibili (Pnrr, Cis, Zes, Just Transition Fund), oltre gli ammortizzatori sociali da impiegare; quello operativo, che qualifica i dettagli dell’accordo come durata, cabina di regia, revisioni e gruppi di lavoro.

Lo stesso Melucci la definisce «una traccia di lavoro che prende le mosse dalla nota redatta a gennaio scorso, dagli orientamenti condivisi nella riunione al Mimit del 28 aprile e dalle esigenze avvertite dalla comunità. È il nostro primo contributo a questa eccezionale opportunità, una svolta che potrebbe realmente far cambiare pagina al territorio, secondo quel principio di “transizione giusta” che stiamo professando da tempo con il confronto dei più alti livelli politici europei».

Nella parte conclusiva un passaggio è riservato alle clausole giudiziali e risolutive, necessarie per inquadrare l’accordo anche alla luce di questioni preesistenti, come il sequestro degli impianti. Tra le proposte, infine, anche un’indicazione di massima dei numerosi soggetti che dovranno essere chiamati a offrire un contributo alla stesura dell’accordo, suddivisi nei vari livelli governativo, locale, socio-economico e tecnico-scientifico. Per il sindaco, inoltre, resta centrale il ruolo di Invitalia in relazione al coordinamento e alla calendarizzazione delle attività.

Viene introdotta anche la possibilità di insediare una cabina di regia istituzionale che provveda a stendere la prima bozza del documento, individuando i diversi soggetti protagonisti. «Ci auguriamo che questo lavoro - ha concluso Melucci - possa procedere parallelamente alla definizione di un chiaro piano industriale, delle progettualità collegate all’installazione dei forni elettrici e degli impianti di produzione di preridotto, fino alla realizzazione dell’hydrogen valley pugliese. Per quel che riguarda Comune e Provincia, i nostri uffici tecnici stanno già producendo contributi relativi agli scenari ambientale e urbano, in modo tale da ottimizzare ulteriormente l’impegno che tutti dovremo riversare nella stesura dell’accordo».

Intanto, nel pomeriggio di lunedì 22 maggio si è tenuto nella sede della presidenza della Giunta regionale l’incontro propedeutico alla convocazione del tavolo sull’ex Ilva di Taranto, convocato dal presidente Emiliano su richiesta del consigliere del M5S Marco Galante, dopo un confronto con tutti i consiglieri eletti nella provincia di Taranto. Erano presenti i consiglieri regionali Marco Galante, Enzo Di Gregorio (Pd) e l’assessore al Turismo Gianfranco Lopane.

«Stiamo tentando di iniziare - ha dichiarato il presidente Emiliano -  la procedura che consentirà al Governo, in particolare al ministro Urso, alla Regione Puglia e ai Comuni interessati la sottoscrizione di un accordo di programma che contenga la strategia complessiva di natura politica e amministrativa che riguarda l’ex Ilva di Taranto. Il Governo non ha dato ancora particolare impulso a questo studio, ma tutta la maggioranza che governa la regione Puglia era d’accordo sul fatto che fosse necessario che il presidente della Regione raccogliesse tutti gli elementi necessari alla migliore redazione di questo accordo di programma. Per questo ritengo importante allargare il tavolo e mi impegno sin da ora a raccogliere tutte le indicazioni che verranno dai consiglieri regionali, dai parlamentari di tutti gli schieramenti che volessero intervenire e dalle forze sindacali. È chiaro che i deputati, come anche i sindacati non firmano gli accordi di programma però il loro punto di vista è sicuramente importante».

Continua così, il governatore pugliese. «Parliamo di una vicenda di interesse nazionale, per cui sono ben accetti tutti i contributi. Nonostante i limiti di partecipazione, che questo strumento previsto dalla legge presenta, vorrei consentire per la redazione dell’accordo di programma un livello di partecipazione che sia il più ampio e e largo possibile, fermo restando che la Regione non potrà imporre tuto quello che riterrà opportuno, ma dovrà fare una sintesi in modo da avere dei punti il più possibile condivisi. L’accordo di programma è un vero e proprio contratto di diritto pubblico, che va redatto e siglato sulla base di un consenso generale».

«Ringrazio innanzitutto il presidente - le parole del consigliere Galante - per aver accolto subito la richiesta per questo primo incontro, propedeutico alla convocazione del tavolo che chiederemo di fare a Taranto, perchè dal territorio devono partire le soluzioni in merito al futuro di tutta l’area industriale. Due al momento sono le questioni più urgenti da affrontare: la richiesta di rinnovo dell’Aia che scade il 23 agosto e l’accordo di programma, che definirà lo sviluppo economico di tutta la zona. Tutte le forze politiche devono confrontarsi  per arrivare in maniera unanime a un documento da poter presentare sia per le osservazioni all’Aia che per l’accordo di programma. Per fare questo inviteremo anche il presidente della Provincia e sindaco di Taranto Melucci, le associazioni di categoria, i  sindacati, i parlamentari perchè tutti noi consiglieri tarantini siamo consapevoli dell’importanza di avere una posizione netta sulla decarbonizzazione, dobbiamo dare risposte ai tarantini su quando abbandoneremo le fonti fossili, ad iniziare dal carbone, e sapere quanto durerà una eventuale fase di transizione per arrivare ai forni elettrici. Temi che all’interno della richiesta di rinnovo dell’Aia non sono presenti e questo non può che preoccupare tutti. I cittadini devono sapere che stiamo lavorando per essere noi a decidere del futuro, con la consapevolezza che dobbiamo tutelare diritti costituzionalmente garantiti come salute, ambiente e lavoro».

«Mi convince molto - ha dichiarato Di Gregorio - il tavolo allargato di cui parlava il presidente perché è chiaro che le soluzioni a  questi problemi devono venire dal basso e quindi dal territorio. Un territorio dove si deve insediare un tavolo allargato il più possibile, anche alle associazioni ambientaliste. La sofferenza della città è stata tanta e deve essere rispettata, sta a noi far sì che anche le famiglie che hanno perso i propri cari o le associazioni ambientaliste che hanno tanto lavorato per costruire un percorso debbano essere sentite. Ringrazio il presidente per la grande sensibilità che ha avuto in merito alla richiesta di tutti i consiglieri di attuare questo tavolo e speriamo che dai prossimi che si faranno a Taranto ci sia una presenza più massiccia,  perché è una questione che interessa tutti».

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